IL TORO CADE ANCHE IN GARA 2, ORA SERVE UN MEZZO MIRACOLO
Altra sconfitta per HDL Nardò Basket, la serie adesso è 0-2
Copia e incolla di gara 1, HDL Nardò Basket si inchina di nuovo a JuVi Ferraroni Cremona. Un primo quarto regalato agli avversari, poi una affannosa e proibitiva rincorsa che non basta per cambiare il verso al match e alla serie. Come non è bastata la prova da 30 punti di Stewart jr. e i tentativi disperati di Mecacci nel secondo tempo di affidarsi a quintetti inediti. 0-2, è notte fonda. O quasi.
Giuri, Smith, Donadio, Stewart jr. e Iannuzzi cominciano il match. Rispetto a due giorni fa c’è Donadio (e non Nikolic) per cercare di contenere Washington. Le prime istantanee non sono buone: bomba di Washington, fallo in attacco di Iannuzzi, tentativo da lontano di Stewart jr. che fa il giro del ferro ed esce. Segnali molto poco incoraggianti. Il copione è il solito, la difesa JuVi è di altissimo livello, Nardò fa molta fatica a costruire offensive pulite ed efficaci. Smith è l’unico a trovare la via del canestro (11-4) in un magma in cui muoversi è complicatissimo. Alla squadra di casa riesce tutto alla perfezione, a metà tempo è già +12. Il primo time-out di Mecacci produce subito una bomba di Stewart jr., è tempo di buttare nella contesa Mouaha e Pagani (per Donadio e Iannuzzi). Ma al Palaradi brilla forte la luce di Washington, assoluto padrone del gioco. Entra anche Zugno per Giuri. Smith litiga con gli arbitri e con il pubblico e prende il tecnico. Piove sul bagnato di un primo quarto, se possibile, peggiore di quello di gara 1. Il passivo è già una mezza condanna: 34-14.
Segna Ebeling in contropiede, Barbante ha già tre falli e Bechi lo fa accomodare in panca. Segna ancora Ebeling, stavolta dalla lunga distanza, poi anche Nikolic raccogliendo in bello stile un rimbalzo. Break di 0-7 e 34-21 dopo due minuti, piccoli bagliori nel cielo granata. Come un film già visto, però, non c’è continuità. Due tentativi dall’arco di Zugno e Nikolic non vanno a bersaglio, impedendo a HDL di rosicchiare ancora qualcosina. Mecacci ributta dentro i due americani in un passaggio cruciale della sfida. Ma l’inerzia torna dalla parte di Ferraroni, che riprende con autorevolezza il controllo delle operazioni (45-25). La Torre è indemoniato, ma è solo l’emblema della giusta cattiveria agonistica con cui giocano tutti gli uomini di Bechi. Non si può dire che il Toro non ci metta muscoli ed energia, ma la leggerezza difensiva e l’imprecisione al tiro sono macigni. In ogni caso, appare tutto maledettamente complicato. Il secondo quarto si chiude sul 54-38.
È un Everest da scalare. Le triple di Stewart jr. e Mouaha rincuorano un po’ i circa 30 tifosi granata presenti in Lombardia. Il -10 arriva con due liberi di un Mouaha particolarmente frizzante. Al suo attivo anche due sfondamenti subiti. La partita è cambiata, Cremona sembra al palo. Impotente e passiva di fronte alla bella reazione neretina. Giuri da lontanissimo mette una bomba di platino, il Palaradi adesso sembra a Nardò. I padroni di casa si aggrappano a Washington, sempre lui. Risponde Stewart jr. che ondeggia in penetrazione e fa -7. Il Toro è in scia, anche se sempre Washington e Tortù difendono il vantaggio oroamaranto. La tensione si taglia a fette, ne fa le spese Ebeling, espulso dopo essere andato testa a testa con Bertetti. Episodio che forse fa girare di nuovo il match. L’ultimo parziale è 76-61.
Servirebbe un quarto da eroi, che purtroppo non arriverà. La bomba di Donadio e Washington che perde malamente una palla, potrebbero essere anche piccoli indizi. Ma Polanco segna e rimette 16 punti tra Cremona e Nardò. Tanti, forse troppi. Anche se Mecacci stasera ha trovato risorse inedite in quintetti senza Smith e Iannuzzi. Ferraroni in questa fase fa tutto quello che serve per amministrare il vantaggio, HDL non ha la forza per riagguantare una partita compromessa di nuovo con un primo quarto più che censurabile. Massone da sotto firma il nuovo +20 dei suoi, Morgillo inchioda il +22, sembrano le firme sul confronto. Gli ultimi tre minuti e mezzo sono pallacanestro buona solo per le statistiche. Il Toro ricuce, ma non basta. Si chiude sul 90-81.
Ora serve un mezzo miracolo.