È la maratona più attesa dell’anno. No, di più. È la maratona più attesa delle ultime stagioni. E nel teatro della sfida tra il primatista del mondo Eliud Kipchoge e il secondo di sempre Kenenisa Bekele, anche l’Italia sarà ben rappresentata alla Virgin Money London Marathon di domenica mattina (alle 11.15 italiane), sul percorso del St James’s Park. Poche, ma significative parole, quelle pronunciate da Daniele Meucci (Esercito) all’arrivo nella capitale britannica e nell’hotel che fa da “bolla” per gli atleti: “Dopo aver saltato la prima parte di stagione per il Covid-19, Londra diventa una tappa importante per arrivare all’Olimpiade del prossimo anno – commenta l’azzurro che compirà 35 anni mercoledì prossimo – La preparazione con due periodi in altura a Roccaraso, in Abruzzo, è andata secondo quanto pianificato con il mio allenatore Luciano Di Pardo. La condizione è buona e l’obiettivo è quello di migliorare il primato personale”. Che risale a due anni e mezzo fa: le 2h10:45 della maratona di Otsu, in Giappone, nel marzo del 2018. Un tempo che l’ingegnere pisano campione europeo di Zurigo 2014 ha saputo avvicinare nella scorsa stagione a Francoforte, a fine ottobre, correndo in 2h10:52 poche settimane dopo il ritiro nella 42,195 km iridata di Doha.

In un’edizione blindata della maratona di Londra, la numero 40, caratterizzata dai protocolli anti-contagio e dalla cancellazione della “mass race”, per Meucci è la seconda uscita di una stagione travagliata, ma che in ogni caso ha regalato la soddisfazione del record italiano dei 10 km centrato a Valencia il 12 gennaio con 28:08, un crono sfiorato in due occasioni nelle ultime settimane dal primatista italiano della maratona Eyob Faniel (Fiamme Oro). È stato quello, fin qui, l’apice del suo 2020, dopodiché una microfrattura al tallone lo ha costretto allo stop di un mese, al quale si è sommato il lockdown e quindi, in sostanza, è da fine aprile che Meucci ha ripreso gradualmente ad allenarsi. Altre strade, ma Londra riporta alla memoria i Mondiali del 2017 e il sesto posto iridato (nell’edizione vinta dal keniano Geoffrey Kirui) con quello che vale ancora come terzo tempo in carriera, nella sua prima discesa sotto le 2h11 (2h10:56).

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