Sono giorni decisivi per il futuro dello sport di base. Lo sport dilettantistico e sociale attraversano una fase delicatissima di preoccupazioni che arrivano dalle migliaia di società sportive affiliate alla F.G.C., C.S.I. e ad altre sigle. In giugno, con altri enti di promozione sportiva era stata richiamata l’attenzione del governo sul rischi che corrono le associazioni sportive dilettantistiche e gli enti nel non poter beneficiare della qualifica di associazioni di promozione sociale. Il Forum del Terzo settore ha portato all’ attenzione delle istituzioni la questione sport. Si è quindi costituito un tavolo tecnico legislativo paritetico, tra Forum del Terzo settore, Ministero del Lavoro e Ministero dello Sport per trovare un’armonizzazione normativa e confermare il riconoscimento delle organizzazioni sportive dilettantistiche come soggetti attivi in questo mondo a partire dal ruolo sociale che svolgono. Ora attraverso il “pacchetto sport” nella Legge di Stabilità è stata inserita, nel panorama dei soggetti sportivi, la nuova forma di società sportiva dilettantistica lucrativa. Un’idea da rigettare in quanto mina da un lato quel volontariato sportivo da sempre motore di una crescita sana e vasta nel Paese, e dall’ altro produce uno spiazzamento circa la recente normativa sul Terzo Settore. C’è poi da attendere un capodanno dove, con l’ inizio del 2018, avrà efficacia la delibera del Coni per cui una serie di attività sportive saranno inammissibili per l’iscrizione al registro del comitato olimpico e di fatto non più meritevoli di pubblico interesse e, dunque neanche destinatarie della fiscalità di vantaggio. Tutto ciò senza dimenticare la questione del Decreto Balduzzi relativa alla tutela sanitaria per l’ attività ludico motoria che crea disparità di trattamento tra associazioni per il solo fatto di far parte o meno dell’ ordinamento sportivo. C’è materia sufficiente quindi per chiedere al Governo, Parlamento e Coni di fermarsi e di aprire una stagione, come è stato fatto per altri settori, per una vera e propria riforma del sistema dello sport italiano, auspicata ancora una volta non solo dagli enti, ma dal Presidente stesso del Coni, Giovanni Malagò, in occasione dell’ ultimo Consiglio Nazionale.
Michele Giannotta