“Ciao Marco, è una cosa bellissima e penso proprio che verrò a trovarti”, più o meno sarà andata così la breve telefonata con cui Tiziano Polenghi ha risposto ‘presente!’ alla richiesta di Marco Lezzi di presenziare alla mostra “Uomini e Calciatori”.
La maglia del Lecce l’ha indossata in 93 occasioni tra Serie A, Serie B e Coppa Italia, totalizzando anche 5 reti, lui che in carriera è andato a segno diverse volte ma non tantissime.
Parlare con l’ex difensore, ormai uomo, ci ha catapultati indietro di quasi quindici anni, quelli in cui persino un anno in serie B sembrava stare stretto ai tifosi del Lecce. Quegli anni che fanno emozionare e che possono tornare in testa, come un refrain, passeggiando nel cortile dei Teatini dove sono esposte le tele che hanno fermato gli attimi e li hanno trasformati in miti.
Tiziano c’è stato. E’ sceso da Milano solo per questo motivo: “Non sentivo Marco da diverso tempo ma lo seguivo sui Social. E’ lì che lui mi ha contattato un mese e mezzo fa. Ha avuto questa meravigliosa idea che io ho accolto con entusiasmo. Ho fatto di tutto per esserci, non sono riuscito ad arrivare per la conferenza stampa ma alla fine sono arrivato giusto in tempo anche per vedere la partita (Lecce-Matera, ndr), sono tornato al Via del Mare”.
Quello tra calciatore e fotografo ufficiale del club è un rapporto quasi simbiotico, molto simile a quello tra compagni: “Marco è sempre stato molto presente e abbiamo vissuto insieme la quotidianità. Poi stiamo parlando di una persona sempre molto gentile ed rimasta una delle persone alla quale mi sento più legato qui a Lecce. Ho pensato che avrei dovuto rendergli qualcosa”.
Tornare al Via del Mare non è stato come uscire dal tunnel degli spogliatoi ma ci è andato molto vicino. “Mi ha fatto un effetto particolare tornare qui. Come sempre ho trovato uno stadio in festa. Certo, c’erano pochi spettatori, ma considerando il valore dle match posso assicurarvi che in altre piazze lo stadio sarebbe stato vuoto”.
Il Lecce di oggi vissuto da ex calciatore che vive e lavora a Milano è un colpo al cuore: “Purtroppo sono successe un po’ di cose che i giallorossi stanno pagando a caro prezzo. Sono passati tanti anni ormai ma oggi ho visto una squadra bella che gioca a calcio e che lotta tanto. Credo che i tifosi apprezzino”.
Tornato in città sembra che il tempo non sia mai passato. Il ‘Pole’ è stato riconosciuto da tutti: “I tifosi sono stati molto gentili a riconoscermi e a chiedermi come stessi, a chiedermi di fare delle foto. Magari si ricordavano un Polenghi diverso, oggi sono cambiato”. Si rende conto di tempo trascorso proprio quando la gente gli ha ricordato che “quando c’eri tu, che Lecce!”.
Oggi il ‘Pole’ è grande e sa già cosa vuole fare “ho smesso un anno e mezzo fa di giocare e oggi voglio allenare. Sono fortunato perché ho potuto cominciare il mio percorso facendo la gavetta all’Inter dove ci sono grandi tecnici come Stefano Vecchi”. Il suo è un futuro già scritto: “Credo che abbiano in testa l’idea di darmi una squadra giovanile il prossimo anno o l’altro ancora. Io intanto posso solo ringraziare”.
Tra tante anche l’idea di sedere sulla panchina del Lecce un giorno. Glielo abbiamo chiesto ma in lui prevale l’umiltà che lo ha contraddistinto anche da atleta: “Magari!”. “E’ una delle idee che ho per la testa. E’ una cosa che mi piacerebbe fare un giorno. Mi rendo conto che per allenare il Lecce bisogna essere bravi bravi e io ancora non lo sono”.
Poi ha aggiunto che “è anche vero che le persone che passano dal Salento e allenano bene hanno avuto tutte una carriera luminosa”.
Fonte: PianetaLecce.it