ROMA – Le tragiche notizie di questi giorni, che hanno visto coinvolti ancora una volta giovani utenti della bicicletta, rendono attuale, con ancora più forza e drammaticità, il tema della sicurezza. La Federazione ciclistica da tempo spinge con convinzione perché si realizzino quegli interventi necessari, a livello legislativo, per una modifica del codice della strada, in grado di garantire maggiormente gli utenti ‘deboli’.

Sono diverse le azioni messe in atto dalla stessa FCI in questi anni per contribuire alla formazione di una cultura del rispetto. La prima delle quali parte dall’educazione dei più piccoli con il progetto ‘Sicuri in Bicicletta’ che ogni anno coinvolge circa 15.000 bambini delle scuole primarie. Inoltre, da tempo la Federazione è impegnata a promuovere, presso enti locali, la realizzazione di spazi sicuri per la pratica, mettendo a disposizione degli stessi il proprio know how legato all’impiantistica.

Si ricorda inoltre che a febbraio di quest’anno il presidente Dagnoni ha partecipato alla presentazione, presso il Senato, di un progetto di legge con primo firmatario il senatore Perosino denominato ‘Disposizioni in materia di tutela della sicurezza dei ciclisti’ che prevedeva alcuni interventi al codice della strada tra cui l’inserimento di domande legate alla mobilità ciclistica nei quiz per il rilascio della patente e l’obbligo della distanza minima di 1,5 metri in fase di sorpasso. Progetto che, come è stato ricordato in quell’occasione, si aggiunge ad altri presentati negli anni passati; altri sono seguiti dopo. La Federazione guarda con favore a tutti queste iniziative e si augura che il nuovo Parlamento possa finalmente trovare il modo per fare una sintesi delle proposte e dare attuazione a richieste sempre più urgenti.

“Non possiamo rimanere indifferenti a queste tragedie – ha detto il presidente Dagnoni – che ci colpiscono come cittadini e come rappresentanti di uno sport che vive sulla strada. La battaglia sulla sicurezza è per la nostra Federazione una battaglia campale, ma per il nostro Paese una più importante questione di civiltà. Auspico quanto prima di uniformarci ad altri Paesi da questo punto di vista più virtuosi”.

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