Genova – Il Commissario Tecnico ed il Capitano dell’Italia rispondono alle domande della stampa nel cuore del Ferraris di Genova a mezz’ora dalla sconfitta con gli Springboks che chiude il trittico delle Autumn Nations Series dopo i due successi contro Samoa e Australia. Di seguito le principali considerazioni espresse poco prima che a parlare fossero gli omologhi sudafricani Nienaber e Kolisi.

Kieran Crowley, head coach Italia: “Chiaramente è stata dura prendere la meta di Kolbe sul re-start con il punteggio sul 16 a 18, lui è stato bravissimo nell’occasione e da lì la squadra ha preso un abbrivio molto difficile da gestire per noi. Fino a quel momento avevamo fatto molto bene, poi loro sono stati superiori, questo va ammesso”.

“Cercheremo di imparare il massimo da questa partita, il lavoro del Sudafrica nel secondo tempo sulle nostre fasi statiche e sulla collisione è stato evidentemente superiore. A freddo dovremo ragionare sul perché siamo stati per questa mezz’ora finale quelli di un po’ di tempo fa, una squadra che a volte perde il filo del match. In vista del Sei Nazioni questa sarà la base da cui ripartire, oltre a tutte le cose positive che ci portiamo dietro in questo mese naturalmente”.

“Le prime due partire delle Autumn Nations Series sono state per noi molto positive a di là dei risultati, abbiamo saputo progredire in molti aspetti del nostro gioco, il gruppo è giovane e sta imparando a gestire l’impegno richiesto da questo livello internazionale. Come allenatore non posso che guardare fiducioso al futuro”.

“Edoardo Padovani è cosciente, il colpo che ha ricevuto è stato molto duro, ma il ragazzo è sempre stato cosciente e sono riuscito a parlargli. Edo è sotto osservazione in ospedale, nelle prossime ore si avrà il quadro completo”.

“Gli Springboks non sono Campioni del Mondo a caso, con l’Italia hanno giocato un match di assoluto livello, venivano da due sconfitte di misura strettissima contro la numero uno e la numero tre del mondo, Irlanda e Francia, mai per un secondo abbiamo pensato di affrontare una squadra in crisi”.

“Per quanto riguarda il gioco aereo, credo che abbiamo fatto complessivamente un buon lavoro in tutti e tre i match, ma è chiaro che c’è ancora del lavoro da fare per migliorare ulteriormente. Sulla meta di Kolbe è ovvio che siamo stati troppo “leggeri”, ma nel complesso su questo aspetto del gioco possiamo dirci soddisfatti”.

“Nella scelta della formazione iniziale ho valutato tutti i fattori possibili sulla base delle prime due partite e del lavoro fatto dai ragazzi in settimana. Non c’è dubbio che ora come ora rifarei le stesse scelte”.

Michele Lamaro, Capitano Italia “Nel secondo tempo non siamo stati bravi a trasferire la pressione su di loro come avevamo fatto nel primo. La squadra era preparata per gestire tre partite, non credo che il fatto che fosse la terza abbia influito sul nostro rendimento, nemmeno nell’ultima mezz’ora.

“Non è una partita a fare la differenza in un percorso, né quando vinci, né quando perdi. Abbiamo chiaro quel sia il nostro percorso, e dopo questo mese continueremo a lavorare in quella direzione: ogni singola partita è del resto un pezzo di esperienza in più, un’occasione per tutti noi di vivere sensazioni ed esperienze che contribuiscono a costruirci come squadra giorno dopo giorno. La strada da fare è ancora lunga, lo sappiamo, ma abbiamo totale fiducia nel modo in cui la stiamo affrontando”.

A seguire, il turno degli Springboks, impegnati anche la prossima settimana contro l’Inghilterra a Twickenham.

Jacques Nienaber, head coach Sudafrica: “Contro l’Italia ieri i nostri trequarti sono stati bravissimi a porre costantemente dubbi alla difesa, sfruttando al meglio gli spazi prima creati e poi esplorati. Rispetto a Irlanda e Francia abbiamo creato più occasioni lavorando in profondità, ma del resto ogni match ha la sua storia e oggi siamo stati capaci di influenzarne l’andamento come non ci era finora riuscito”.

Siya Kolisi, capitano Sudafrica: “Abbiamo lavorato bene sulla linea del vantaggio, cercando di fare il miglior lavoro possibile davanti per consentire ai nostri trequarti di sviluppare il loro gioco. L’Italia è molto diversa rispetto ad un paio di anni fa, un team pieno di talento che andava affrontato con la massima attenzione da parte nostra: ce lo siamo detti in settimana, contro questa Italia bisognava spingere dal primo all’ultimo minuto, ed è esattamente quello che abbiamo cercato di fare, pensando anche all’impegno della prossima settimana contro l’Inghilterra”.

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