Leggiamo tutti i giorni ricostruzioni fantasiose sul percorso dei XX Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026. Gente poco seria e poco informata coltiva sempre questa passione morbosa per il disfattismo e i complotti, perché non ha chiari gli iter e le difficoltà oggettive di una così grande impresa, o forse perché rende più popolari urlare ai quattro venti, invece che sostenere concretamente la città e le sue istituzioni, che sono al lavoro per restituire una immagine positiva, buone pratiche ed opportunità economiche alla comunità ionica. Se, poi, queste persone abbiano obiettivi nascosti non lo sappiamo, ma se ne facessero una ragione, noi amiamo Taranto sopra ogni altra cosa e certe polemiche non ci condizionano minimamente. 

Il contratto, si perché di un documento formale con validità giuridica si tratta, lo ho firmato io a Patrasso nel 2019 ed è il Comune di Taranto che versa ogni anno diritti finanziari al Comitato Internazionale dei Giochi del Mediterraneo, sulla base di un Masterplan operativo che tutto può revisionare, fino all’ultimo giorno prima della grande manifestazione sportiva dell’estate 2026, tranne che l’entitling city, cioè la città ufficialmente ospitante, che è Taranto.

Nessuno ha negato che siamo in ritardo sul cronoprogramma e bisogna ora essere particolarmente attenti ed uniti a tutti i livelli istituzionali, ma in mezzo, come noto, ci sono stati 17 consiglieri comunali che hanno fermato per quasi otto mesi preziosissimi la corsa dell’Amministrazione comunale, un cambio di Governo, le priorità impreviste dei bilanci regionale e nazionale in relazione ai rincari energetici e dei materiali, una pandemia. Quindi, ostacoli che in molti casi hanno investito il mondo intero, non Taranto soltanto, e nemmeno solo i Giochi del Mediterraneo, a vedere le complicazioni attuali delle stesse Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026.

È stato così per la candidatura a capitale italiana della cultura, che pure ci ha visti arrivare in finale e gemmare progetti importantissimi come la street art di Trust e la Biennale del Mediterraneo di Architettura e Arte Contemporanea. È stato così per l’Italy Sail Grand Prix, che ha sbancato in termini di visite in città e di ascolti televisivi in tutto il mondo e ritorna a Taranto nel 2023 e nel 2024. È stato così per i grandi progetti di rigenerazione urbana, su tutti i quasi 60 Km di BRT elettriche, che proprio da questa settimana sono a gara. E potrei proseguire con numerosi altri casi simbolici. Insomma, ci abbiamo fatto l’abitudine a questi noiosi uccellacci del malaugurio, se solo avessimo tutti, anche da posizioni contrastanti, una maggiore premura per la nostra meravigliosa città, tante cose sarebbero più agevoli per i nostri giovani e il sistema di imprese ioniche. 

Il Direttore Generale e la neonata struttura del Comitato Mediterraneo – Taranto 2026, con il supporto di Asset Puglia, stanno svolgendo un lavoro egregio, almeno per il capoluogo ionico i progetti progrediscono settimana dopo settimana, anche in questo periodo festivo: dai progetti di finanza relativi al nuovo stadio Iacovone e al PalaMazzola, al concorso internazionale per la piscina olimpionica di Torre d’Ayala, dalle opere per la mitigazione del rischio idraulico alla Salinella, alla nuova stazione centrale di RFI, dalla ormai prossima procedura pubblica per il centro tecnico-nautico presso l’ex stazione topediniere, alla cantierizzazione della bretella stradale e della nuova aerostazione dell’aeroporto di Taranto-Grottaglie, fino ad arrivare al nuovo stadio di atletica Valente, già previsto in consegna nel corso del 2023. Insomma, queste azioni andrebbero supportate, non criticate di continuo senza che vi sia un fondamento logico, per il solo gusto di tifare contro il sindaco, un partito politico o l’intera città. 

E se anche i 150 milioni già garantiti dal Governo e i 50 milioni promessi dalla Regione Puglia, insieme con le partnership private a cui stiamo lavorando, non dovessero risultare del tutto sufficienti, siamo già in intesa con tutti gli stakeholder istituzionali che non verranno limitati in alcun modo i progetti dell’entitling city e si interverrà eventualmente sulla lista di impianti sussidiari, localizzati altrove nel piano originale. 

Dunque, noi lavoriamo e facciamo il tifo per Taranto 2026, le cose belle e importanti richiedono sforzi e pazienza. E siamo certi, e li ringraziamo sin d’ora, che avremo con noi i consiglieri regionali e i parlamentari ionici di ogni schieramento, perché la sfida è dirimente per il futuro del nostro territorio e perché se vince Taranto vinciamo tutti, non è una questione di campanile.

error: Contenuto Protetto