Brillante rientro di Eyob Faniel in maratona. L’azzurro chiude in 2h07:53 sulle strade di Osaka, in Giappone, e firma un risultato di notevole spessore. Al ritorno sulla distanza dei 42,195 chilometri, il primatista italiano arriva a poco più di mezzo minuto dal suo record nazionale (2h07:19 tre anni fa a Siviglia) per ritrovare il sorriso, oltre 15 mesi dopo lo splendido terzo posto di New York. Con questo crono il veneto delle Fiamme Oro timbra ampiamente il minimo per i Mondiali di Budapest (2h09:40) e anche lo standard World Athletics per le Olimpiadi di Parigi (2h08:10) lasciandosi alle spalle una stagione condizionata dai problemi fisici, in cui aveva disputato tre mezze prima di rinunciare agli eventi internazionali. Soltanto altri due azzurri hanno corso in meno di 2h08 nella loro carriera, l’olimpionico Stefano Baldini (in quattro maratone) e Giacomo Leone. Adesso scende sotto quella barriera per la seconda volta il trentenne vicentino, in una gara condotta sul ritmo del record italiano per almeno 35 chilometri nonostante il freddo, con cinque gradi di temperatura alla partenza, e conclusa al 14° posto. Il successo in 2h06:01 va all’etiope Hailemaryam Kiros che stacca nel finale l’ugandese Victor Kiplangat (2h06:03), terzo il tanzaniano Alphonce Simbu (2h06:19).
“UN CRONO CHE FA BEN SPERARE” – “Dovevo rientrare in gara – il commento di Eyob Faniel – e ce l’ho fatta. Sapevo di non essere al massimo della forma, anche per questo sono soddisfatto di com’è andata. Mi sono sentito bene fino al 29° chilometro, senza però riuscire a rispondere subito agli attacchi quando si sono fermate le lepri e ho un po’ sofferto, con le gambe dure anche a causa del freddo. Più avanti mi sono sbloccato, intorno al 36esimo, ricominciando a correre meglio. Non pensavo al record italiano, ma solo a finirla con buone sensazioni e sono contento di averla portata a termine così, per ricordarmi che sono un maratoneta. Mi fa ben sperare per le prossime gare”. Lo sguardo è proiettato verso il futuro: “Ora devo lavorare su quello che mi è mancato. Nell’ultimo periodo in Eritrea mi sono allenato bene, ma con qualche stop per il fastidio al medio gluteo che non è facile da gestire. L’infortunio della scorsa stagione mi ha insegnato tanto e un grande aiuto l’ho avuto dal coach Claudio Berardelli. Sono stato lontano dall’Italia per tre mesi, ci voleva concentrazione, ma alla fine il lavoro ha pagato. Torno a casa felice, con il cuore in pace, per riabbracciare la mia famiglia”.
LA GARA – Nella prima parte, il folto gruppo di una cinquantina di atleti segue il passo dei “pacer” che svolgono il compito alla perfezione, sul piede dei 3 minuti al chilometro. L’azzurro Eyob Faniel viaggia al centro del plotone con parziali di 15:00 (5 km), 29:57 (10 km), 45:02 (15 km) e 1h00:00 (20 km). Alla mezza l’intermedio è di 1h03:19 per una tabella di marcia che è quindi di una ventina di secondi meglio del record italiano. Si continua a un’andatura regolare (25 km in 1h15:03 e al trentesimo 1h30:17) ma i saliscendi tra il 29° e il 35° chilometro fanno selezione: per Faniel il crono di 1h45:27 dopo 35 km a undici secondi dai leader, ancora in linea per il primato, e 2h01:02 al quarantesimo.