L’evoluzione prevedibile: imprenditori made in Puglia. Molti dei quali con certificato di nascita a Bari. Di provato dna pallonaro biancorosso. Ma, soprattutto, con asset societari così robusti da registrare un portafoglio di attività e un ventaglio di volumi di cassa noti fuori dai confini di regione. Insomma, gente che, la sabbia dagli ingranaggi dei bilanci, sa toglierla eccome. E che non ha bisogno né di una società di calcio per spostare capitali né di visibilità.
Antonio Decaro quasi certamente ha già scelto chi sponsorizzare in questa fase in cui tocca a lui, in qualità di sindaco, indicare alla Figc la nuova società-bandiera del calcio di città, per ripartire dalla serie D, con vista «C».
DALL’EDILIZIA, ALLE AUTO, ALLA RISTORAZIONE AI SERVIZI…- Venti nomi dell’economia. Forse più. DiDomenico Di Paola, attuale consigliere comunale (sfidò lo stesso Decaro nella corsa a sindaco) ed ex socio della «Svim Service», si sa da tempo. Con lui, Nicola Bonerba, imprenditore edile (sotto la sua egida i cantieri per la riqualificazione integrata di Japigia). E ancora:Domenico De Bartolomeo, anche lui costruttore da generazioni e soprattutto presidente di Confindustria Puglia; Sebastiano eVito Ladisa, titolari di un impero nella ristorazione collettiva che li colloca tra i principali player nazionali del settore; Angelo Disabato, ex consigliere regionale di area vendoliana, ora uomo faro della cooperativa di produzione «Ariete» con la quale vince appalti ovunque;Francesco Maldarizzi, titolare di concessionarie d’auto («Millennia» per Fca, «Motoria» per Mercedes, esclusivo Bmw nella Bari-Bat) e uomo chiave in molte delle relazioni che si sviluppano attorno all’automotive.
…AI FARMACI, AI RESTAURI ALLA CHIMICA, ALL’ORTOFRUTTA – Non si esaurisce qui la cordata della rinascita. Fanno parte anche Sergio Fontana, amministratore unico della «Farmalabor» ( 53% di dipendenti donne) leader in Italia e in Europa della distribuzione di materie prime a uso farmaceutico, cosmetico e alimentare (due siti di produzione a Canosa, un ufficio commerciale a Milano); e Donato D’Agostino, numero uno della «Chimica D’agostino», anch’essa azienda leader nella produzione di prodotti chimici per agricoltura, depurazione acque, detergenti industriali e non solo.
La lista è lunga.Il resto della hit parade della nuova alba annovera imprenditori altrettanto conosciuti, come i fratelli Volpe («La Lucente); i fratelli Bernard (società di lavandolo);Beppe Fragasso(«Impresa Garibaldi»); Nico Pastore(dell’omonima azienda casamassimese della ristorazione); eLilla e Giuliani di Polignano (attivi nella trasformazione e commericializzazione dei prodotti agricoli).
Tanti nomi. E questo non solo perché il far west calcio fagocita gli uomini soli, quanto piuttosto perché il pallone che non è un affare ha bisogno di rischi calcolati per non sbagliare.
UN CDA SNELLO CON PROFESSIONISTI ESTERNI – La verità è che sono anche altri i motivi per i quali Decaro, domani pomeriggio farà cadere con ogni probabilità la scelta sulla cordata pugliese. Nella lettera d’intenti – che il sindaco Decaro ha chiesto a chiunque avesse mostrato interesse a metterele mani sulla faccenda – la cordata ha indicato nomi e traiettorie precise. Si chimerà SS (società sportiva) Bari, i fondatori rinunciano a ogni incarico interno di ogni tipo. Il consiglio d’amministrazione sarà snello e dunque ridotto a tre teste: presidente, Gianvito Giannelli (che presiede anche il cda della Figc);Gianni Di Cagno ( (nel cda Figc), avvocato, avrà delega tecnica;Marcello Danisi (consigliere delegato della Fgic) sarà il collo dell’imbuto amministrativo. Uomini che il mondo del pallone lo conoscono da tempo e con il quale si misurano ogni giorno, per giunta con sponde qualificate e vicine. Danisi è il cognato di Antonello Valentini, ex dg della Figc e sarà affiancato da un nome da lui scelto ma che non riceverà compenso. Della Ss Bari, sarà remunerato solo il direttore generale, scelto da una cinquina di nomi dei quali quattro saranno estratti a sorte dai soci o da chi per loro. Soci che martedì 24 pomeriggio, quando sarà costituita la società davanti a un notaio, verseranno ciascuno centomila euro.
Ombrello societario largo, raggi di rischio ristretti. Ma tanta voglia di imboccare il bivio giusto per l’urlo dei gol, dopo quello del grido di dolore.