Il massimo dirigente federale intervistato dall’Ansa, ha parlato dei risultati ottenuti ai Campionati Europei di categoria che hanno visto l’Italia prima nel medagliere.

All’indomani dei Campionati Europei di ciclismo su pista Juniores e U23 che hanno visto l’Italia chiudere in testa al medagliere con la conquista di ben 14 titoli continentali (22 medaglie e ben due record del mondo), il presidente Cordiano Dagnoni, intervistato dall’Ansa, ha stilato il bilancio complessivo della manifestazione, allargando lo sguardo a tutto il movimento giovanile.

“I numeri parlano chiaro, l’Italia è stata dominante. Al di là della quantità di medaglie e di aver conquistato 14 titoli su 44 gare totali, il dato positivo è che i nostri atleti hanno performato anche in quei settori dove non pensavamo di poter competere. E’ la dimostrazione che il nostro vivaio è roseo e la Federazione, con i propri commissari tecnici e tutta l’organizzazione, sta lavorando bene in ottica futura”.

“È sbagliato dire che il ciclismo italiano è in crisi solo perché manca il campione per le corse a tappe – sottolinea -. Il problema è circoscritto a quell’ambito.

Continuiamo a raccogliere risultati in tutte le specialità e in tutte le categorie. La spedizione in Portogallo è stata gratificante e dà molto morale non solo alla FCI, ma anche agli atleti e agli staff delle Nazionali. In ottica futura, soprattutto, ci fa ben sperare per i Mondiali di Glasgow, in programma ad agosto.”

“I risultati agonistici fanno sempre piacere – conclude Dagnoni -, alla Federazione come a tutti gli appassionati di ciclismo; a livello promozionale sono uno stimolo per chi vuole iniziare a vivere questo sport. Un atleta che raggiunge un traguardo importante come un titolo europeo diventa un punto di riferimento per i giovani che si avvicinano al ciclismo. I risultati sono una bella vetrina ed anche uno stimolo a proseguire nel nostro lavoro, intensificando gli interventi a favore della promozione giovanile, della sicurezza sulle strade e dell’impiantistica

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