Mentre osserva gli azzurri svolgere un lavoro atletico sul campo di Trebic che li vedrà, loro malgrado, impegnati nei prossimi giorni nella fase 9°-16° posto, incontriamo Mike Piazza, disponibile come sempre, per analizzare la prima, deludente parte dell’Europeo 2023.
“Non si può negare che questa sia una sirena d’allarme forte e chiara – afferma il CT – tutte le altre Nazionali stanno crescendo, essenzialmente con modelli che coinvolgono un mix di giocatori locali e altri che provengono dagli Stati Uniti. Comunque seguendo programmi che vanno indietro 10/15 anni, perché non si costruiscono giocatori del livello necessario oggi in qualche mese. La Repubblica Ceca non è un caso: Bill (Holmberg) veniva qui costantemente dai primi anni 2000.”
Le partite contro Svezia e Gran Bretagna hanno messo di fronte alla squadra essenzialmente gli stessi ostacoli, ovvero lanciatori esperti e lanci lenti e a effetto.
“Gli errori tecnici sono parte del gioco, ma ne abbiamo commessi di strategici, in base, che abbiamo pagato caro. Con GB abbiamo cambiato il lineup e abbiamo segnato 10 punti, senza riuscire però a limitare quelli degli avversari. A volte si riesce a sovvertire logica e probabilità, ma il baseball è giocare sulle percentuali, non sui miracoli e il miracolo non ci è riuscito,questa volta. Lo so che fa male, ma, ripeto, le partite sono fatti e i fatti dimostrano che dobbiamo investire con lucidità su un programma che porti un cambio di passo per il futuro. Si può essere arrabbiati con me o con la Federazione. Io vivo in Italia, vedo le cose. C’è molta passione, ma ci serve aiuto in termini di innovazione, di tecnica, ma soprattutto di cultura. Abbiamo fatto un ottimo lavoro al Classic: dobbiamo cercare di trovare la stessa qualità, ma anche la stessa fame di vincere. Ovviamente in proporzione, perché tutto è scalabile in base alla realtà, altrimenti si chiama sogno, non programma.”
Quale tipo di programma potrebbe essere impostato?
“Penso che nel medio termine – afferma Piazza – dovremo creare un mix equilibrato di giocatori giovani italiani e italo-americani, di scuola superiore e college, ampliare le opportunità affinché i ragazzi nati in Italia possano avere queste stesse esperienze, perché questi ragazzi sono una risorsa preziosa per fare crescere tutto il gruppo. Dobbiamo prenderci cura del gruppo, dargli uno spirito di squadra. Dare a questi giocatori il più possibile occasioni di giocare come squadra ad alto livello, ovunque queste siano disponibili.
Il baseball è cultura e noi dobbiamo coinvolgere tutto il movimento per farla crescere, questa cultura. Creare il nostro modello di sviluppo, con la pazienza, ma anche la passione e la fame necessarie.”