L’ultimo ad arrivare sulla vicenda dello stadio Erasmo Iacovone, in ordine di tempo, è stato Massimiliano Stellato. Il paladino, da sempre, di Rinaldo Melucci. Un intervento, quello di Stellato, incomprensibile per mille e più motivi. Siamo curiosi di sapere a che titolo parla e, se in materia, ne ha, eventualmente, titolo. Infatti, più che rivolgersi alle parti interessate, invocando un dialogo inesistente per volere esclusivo del Sindaco di Taranto, avrebbe dovuto rivolgersi al suo tutore politico chiedendo lumi sul quel comportamento tanto assurdo ed unilaterale.
Allargando la schiera delle ipotesi lo stesso Massimiliano Stellato potrebbe anche delucidarci sui suoi comportamenti, visto l’accorato interesse manifestato nelle sue recenti esternazioni. Come mai tanto improvviso interesse, appunto e come mai, allora, non ha partecipato al recente tavolo di concertazione convocato dal suo tutore politico? Visto come afferma di essere pronto, da consigliere renziano, a una collaborazione. Sarebbe stato infatti interessante, in quella sede, conoscere il suo illuminato parere.
Stellato cita, tra l’altro, un effetto domino che rischierebbe di travolgere la città ed il nostro Club. Allora chiarisca bene, soprattutto a Melucci, anche cosa intende affermare, perché quel rischio riguarda soltanto la parte politica della città, della quale lui stesso fa parte e mai la nostra Società. Il Taranto F.C. 1927 Srl, infatti, nonostante il totale ostracismo del civico Ente ha dimostrato di saper superare autonomamente le mille difficoltà di gestione, logistiche e organizzative conseguenti all’incendio in curva sud dovuto allo stoccaggio, improvvido, di quel materiale infiammabile.
Si chiederà Stellato il perché di questa giustificata reazione da parte nostra. È presto detto. Mai Stellato o per lui qualche consigliere renziano si è proposto a un dialogo. Mai, neppure in quei giorni, una telefonata di conforto e sostegno. In quei giorni in cui non sapevamo neppure dove poterci allenare e giocare le partite ufficiali. Mai un interessamento. Mai nulla in favore dei nostri (dei nostri non dei suoi) colori. E quindi, caro Massimiliano Stellato, si faccia pure sotto. Siamo impazienti. Pendiamo tutti dalle sue sapienti labbra