Roma, 10 aprile 2024 – Si è svolto al Palazzetto Olimpico Beyond limits: exploring adapted judo, il primo convegno tecnico-scientifico sul judo adattato, organizzato dalla FIJLKAM in collaborazione con l’European Judo Union e con l’Università degli Studi di Roma ‘Foro Italico’.

La disabilità intellettiva-relazionale è una condizione diffusa e la ricerca scientifica ha dimostrato che la partecipazione ad attività sportive e a programmi di judo comporta benefici sociali, salutogenici e di benessere. L’obiettivo del convegno era mettere a confronto i risultati scientifici delle attività di ricerca insieme alle esperienze pratiche dei tecnici di judo per delineare delle best practices che possano favorire l’accessibilità sportiva e l’inclusione sociale delle persone con disabilità intellettivo-relazionale.

La manifestazione si è distesa su due giornate: lunedì 8 c’è stato il convegno tecnico-scientifico rivolto agli Insegnanti Tecnici FIJLKAM (e FIJLKAM/FISDIR), trasmesso anche in streaming sul sito federale e sulla piattaforma EJU. Dopo i saluti istituzionali, sono intervenuti molti esperti del tema, apportando i propri studi e le proprie esperienze. Tra gli altri, Emanuela Pierantozzi, argento olimpico ad Atlanta 1996 e bronzo a Sidney 2004, ha raccontato le esperienze di successo di judo adattato: “L’esercizio fisico è come una medicina. È importante per la popolazione in generale e quindi anche per le categorie con difficoltà intellettive. Sono molti gli studi che raccolgono dati positivi sulla pratica del judo nella popolazione. Ma è da sottolineare quanto la pratica delle arti marziali sia incredibilmente utile anche per le persone con queste disabilità, soprattutto in età evolutiva.”

Durante la giornata sono intervenuti:

Calvani Menotti, Paola Sbriccoli, Lorenzo Cioni, Anna Magnanini, Emanuela Pierantozzi, Josè Morales, Nicole Maussier, Maria Rosa Muroni, Marina Draskovic e Kerry Transey.

Vai alla registrazione del convegno tecnico-scientifico.

Beyond the limits Judo adattato 1

Martedì 9 è stato invece il turno delle dimostrazioni e delle attività pratiche. Si è iniziato con il progetto Katautism, ideato e gestito da Nicole Maussier e vincitore del premio “Inclusione 3.0” istituito dalla cattedra di Pedagogia e Didattica Speciale dell’Università degli Studi di Macerata.

“L’obiettivo del progetto è l’inclusione dei bambini autistici nelle attività di judo e karate nelle scuole – ha detto Maussier – È iniziato coinvolgendo bambini tra i 6 e gli 11 anni nelle classi scolastiche con la presenza di bambini autistici. In questo progetto sono stati inclusi professori e psicologi. È stato tutto organizzato tramite la collaborazione tra insegnanti tecnici e psicologi, in maniera scientifica.”

Si è poi proseguito con il programma L’Avventura di Simone, che mira a diffondere la cultura dell’inclusione e racconta la storia di Simone, il primo insegnante di judo con sindrome di down riconosciuto dal CONI. Ecco le parole di Fabio La Malfa, responsabile del progetto: “Sono state due giornate meravigliose. Abbiamo sentito prima la parte scientifica e poi noi insegnanti abbiamo tentato di tradurre in didattica tutto quello che la scienza ci dà come dati. La parte più bella è stato il confronto a 360°, sia sulla parte relativa alle gare e al nuovo regolamento, sia, in generale, sull’idea del judo come mezzo per l’autonomia dei ragazzi con disabilità”

Infine, ha chiuso la giornata una dimostrazione di una competizione di judo adattato con il nuovo regolamento dell’European Judo Union.

Clicca qui per la gallery fotografica.

Ecco, infine, le parole del Presidente Domenico Falcone“Giornata importante! È stata una festa con i bambini che hanno realizzato il programma L’Avventura di Simone e il progetto Katautism. Abbiamo presentato inoltre la nuova classificazione degli atleti con disabilità, non più attraverso le patologie ma attraverso le abilità tecniche. Un importante passaggio a livello culturale. E proprio per quanto riguarda gli aspetti culturali, il convegno è stato molto importante, con interventi di alto valore dei relatori. Ci darà modo di poter veicolare questi documenti affinché i nostri tecnici possano avere ulteriori strumenti.

Solo allargando la base degli insegnanti che hanno voglia di cimentarsi in questo delicato compito, possiamo offrire su tutto il territorio un aiuto e un sostegno ai ragazzi e alle famiglie.”.

error: Contenuto Protetto