Cape Town. Si cantava forte nello spogliatoio italiano, dopo il fischio finale di Australia-Italia di giovedì sera: sul terreno dell’Athlone Stadium pioveva ancora a dirotto, ma il meteo era l’ultimo dei pensieri nelle parole del Capitano di giornata, un Nicola Bozzo radioso alla sua prima da skipper degli Azzurrini: “Sono troppo orgoglioso dei miei compagni, abbiamo vinto una gara difficilissima, per le condizioni generali e per l’avversario. Contro l’Australia l’avevamo preparata bene, studiandoli al video e lavorando duro sulle contromisure al loro gioco. In partita abbiamo tenuto tanto il possesso, sicuramente il tempo pesante ci ha un po’ favorito perché è una condizione cui sappiamo adattarci bene, ma come abbiamo costruito la nostra difesa sui loro portatori è davvero un motivo di grande soddisfazione per tutti, assieme all’atteggiamento mentale dal primo all’ultimo minuto, dove comunque non sono mancati alcuni nostri errori.
Ha proseguito poi il centro genovese in forza al Perpignan: “Ora testa subito alla Georgia, squadra molto fisica che anche contro l’Irlanda ha dimostrato tutto il suo valore. Sappiamo che sarà durissima, per loro quello con l’Italia è sempre una sfida speciale e senza dubbio entreranno in campo volendo dimostrare di esserci superiori. Noi pensiamo a fare il nostro, ora un po’ di riposo e poi subito a lavorare per arrivare pronti alla partita”.
Nella testa di Roberto Santamaria, al primo successo in un match ufficiale alla guida dell’Under 20, poco spazio per le celebrazioni malgrado la prima vittoria in assoluto contro l’Australia a livello giovanile: “Credo i ragazzi abbiano voluto dimostrare a loro stessi, prima ancora che all’esterno, che l’Italia vista contro l’Irlanda non era la vera Italia. Chiaro che ogni match ha le sue dinamiche, e di sicuro le condizioni meteo hanno avuto il loro peso, ma resta il fatto che il piano di gioco era per noi molto chiaro, nel primo tempo abbiamo sfruttato bene anche il fattore-vento, poi nel secondo con gli avanti siamo stati bravissimi a mantenere alta la pressione come volevamo, specie nella fase finale, quando li abbiamo tenuto dentro la loro metà campo perché con il vento contrario sarebbe stato molto difficile risalire in attacco”.
“Le consegne erano di restare nei loro 22 il più a lungo possibile ogni volta che ci si entrava, e questo valeva anche in caso di punti più o meno facili da penalty eventualmente guadagnato”, prosegue il tecnico degli Azzurrini. “Col punteggio così stretto, prendere tre punti per poi doverli sfidare in campo nostro con gli ultimi dieci minuti da giocare non ci sembrava la strategia migliore, abbiamo rischiato prendendoci le nostre responsabilità, noi staff e i giocatori in campo, e questa fiducia nel nostro gioco è uno degli aspetti maggiormente significativi emersi dal match. Voglio ringraziarli tutti, dal primo all’ultimo, anche e soprattutto quelli che non sono entrati il lista gara, la vittoria è da condividere con l’intero gruppo”.
“Ora la Georgia, squadra che sappiamo aspettarci per una gara durissima: del resto, questo è un Mondiale e qui ci sono le migliori dodici squadre al mondo, il che significa che ogni centimetro di terreno, ogni singolo punto, sono una conquista difficilissima. Questa è una competizione tremenda, giocando ogni cinque giorni i tempi di recupero fisico e mentale sono la chiave vera per scendere in campo sempre competitivi, e proprio sul recupero lavoreremo in questi giorni. Vorrei dedicare questo successo al rugby italiano, a chi ogni giorno si impegna nel proprio club facendo la sua parte per costruire quei giocatori che anche in questo Mondiale vestono poi la maglia Azzurra, ma un pensiero speciale voglio spenderlo per Massimo Brunello e Mattia Dolcetto, perché con Alessandro Lodi e Andrea Marcato qui stiamo proseguendo il lavoro cominciato assieme”.