La Banca del Salento e il Credito popolare salentino siglarono il 20 febbraio 1997 la lettera d’intenti che definiva i termini generali del progetto di fusione che avrebbe portato all’unione, in tempi brevi, delle due banche. Con 84 punti vendita complessivi (concentrati soprattutto in Puglia, ma con presenze anche in Lazio e Campania), un patrimonio di vigilanza pari a circa 410 miliardi, una raccolta globale di circa 9 mila miliardi e oltre 300 mila clienti, la nuova banca derivante dalla fusione si sarebbe sviluppato ulteriormente un ruolo di banca aggregante.
Nelle intenzioni dei consigli di amministrazione di Banca del Salento con sede nella storica via Templari a Lecce e Credito popolare salentino, presieduti rispettivamente da Giovanni Semeraro ed Enzo Perrone ( padre del futuro sindaco di Lecce Paolo ndr) , la finalità principale del progetto era quella di dar vita a ´un’unica nuova realtà bancaria più forte. Una banca di estrazione locale’, comunicarono all’epoca le società, ´che sapeva modernamente coniugare la comune vocazione territoriale delle due aziende di credito con l’esigenza di conseguire nuovi assetti organizzativi e operativi, capaci di meglio garantire la competitività aziendale anche nei complessi scenari futuri del mercato bancario.
´La nuova banca’, osservavano i vertici dei due istituti, ´doveva avere il pregio di associare specializzazioni operative diverse, che avrebbe consentito di presidiare strategicamente un ampio portafoglio di aree di affari’.
Da diversi anni la Banca del Salento era azionista di maggioranza tramite la fiduciaria di famiglia R&G Semeraro del Lecce calcio. Il ruolo di presidente del club fu affidato nella seduta del CdA giallorosso il 12 dicembre 1994 all’avvocato Mario Moroni. Il 29 aprile del 2000 l’assemblea degli azionisti di Banca del Salento Credito Popolare Salentino S.p.A. deliberò per il cambio della denominazione sociale in “ BANCA 121 PROMOZIONE FINANZIARIA – S.p.a.”, la prima banca telematica per l’epoca.
Per lanciarla furono investiti, in un anno, oltre 120 miliardi e altri 150 vennero spesi per potenziarla.
La prima testimonial del nuovo istituto di credito fu nientemeno l’attrice americana Sharon Stone, volto femminile che imperversava in tv con uno spot girato negli States.
La finanza era ancora connotata da legami territoriali , pian piano in quegli anni entrava nel mondo del calcio; niente a che vedere con la situazione odierna, dove le società calcistiche sono di proprietà e gestite da fondi bancari internazionali di cui non si conoscono i vertici manageriali. Tutta un’altra storia.
Michele Giannotta.