Si è svolta questa mattina, presso la Sala Stampa dello stadio “Erasmo Iacovone”, la conferenza pre-partita dell’allenatore Luigi Panarelli, in vista dell’ottava giornata di Serie D girone H, in programma domani alle ore 14:30 contro il Fasano. Di seguito sono riportate le sue dichiarazioni: «La sconfitta di domenica scorsa è stata digerita bene, ci siamo allenati con serenità, voglia e determinazione. Credo che si sia vista l’unità di intenti dopo il doppio svantaggio subito con l’Andria. Ripartiremo dalla prestazione e la grinta di domenica scorsa, abbiamo lavorato tanto e dobbiamo pensare a fare ciò che sappiamo, indipendentemente da chi scenderà in campo. Voglio avere dubbi fino alla fine per valutare la formazione di domani. Abbiamo dimostrato che in ogni campo vogliamo imporre il nostro gioco e la nostra identità, lo facciamo per la maglia che indossiamo perché siamo il Taranto e cercheremo sempre di ottenere il bottino pieno. Ci sono tante variabili che condizionano ogni gara ma noi vogliamo sempre vincere. Chi gioca meno deve dare le giuste risposte e ha l’occasione per mettersi in mostra e dire la sua».
Sulle assenze: «Non mi preoccupano, in questa rosa sono tutti potenziali titolari e lo hanno dimostrato i calciatori stessi visto che quasi sempre è cambiata la formazione in queste prime gare di campionato».
Sulla gara con l’Andria: «Domenica scorsa c’è stata disparità di giudizio da parte dell’arbitro ma non significa che abbiamo perso per questo motivo. Ribadisco che il risultato è bugiardo per ciò che abbiamo creato ma l’Andria ha fatto la sua partita e merita i complimenti per aver portato a casa il risultato».
Sul Fasano: «Ha ottimi giocatori, in ogni ruolo ci sono elementi validi ma noi prepariamo le gare sempre allo stesso modo, dando degli input necessari da far conoscere ai nostri giocatori per non essere impreparati».
Il campionato: «È un dato di fatto che in questo girone tutte le rose sono all’altezza, c’è equilibrio e nessun risultato è scontato, questo non vuol dire che sia un torneo scarso, anzi, credo che sia l’opposto».

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