NARDÒ MAI IN PARTITA, PESANTISSIMO KO A TORINO
Reale Mutua passeggia (81-48) su una HDL inerte sin dai primi possessi
Un momentaccio. Serviva azzerare le tare emotive del girone d’andata e ripartire, ma da stasera le tare emotive (e non solo quelle) sono molte di più. Una prestazione orribile quella di HDL Nardò Basket in casa di Reale Mutua Torino, inaccettabile da tutti i punti di vista. Il Toro non fa nulla per risolvere la crisi (in compenso, aggiorna qualche record negativo), mostrandosi inerte sin dai primi possessi e regalando all’avversario due punti preziosi per la classifica e per il morale. È l’aspetto che preoccupa di più a questo punto, perché sulla carta d’identità di una squadra che insegue la salvezza non possono esserci mai i connotati dell’arrendevolezza e della paura. Quella di Mecacci è una compagine a cui adesso non riesce più nulla, atterrita dagli eventi, imprecisa, indolente.
Zugno, Nikolic, Mouaha, Stewart jr. e Iannuzzi scendono in campo per primi al Pala Asti. Woodson è assente per un problema al ginocchio. I nuovi, Giuri e Pagani, partono in panca. Avvio gialloblu con due canestri di Ajayi, il Toro invece fallisce i tre tentativi dal perimetro di Stewart jr., Nikolic e Mouaha. È un indizio. Torino va sul 10-0, Mecacci è costretto al primo time-out dopo 4 minuti di gioco e zero punti nel sacco. Entra Giuri, gli fa posto Mouaha. Schina in contropiede ne mette altri due, poi finalmente dopo quasi sei minuti rompe il ghiaccio Stewart jr. con una tripla. Entrano anche Donadio e Pagani, l’altro debuttante di giornata, poi Ebeling. Nardò sbaglia di tutto e di più, ma Torino non fa cose memorabili. Tecnicamente è un primo quarto molto modesto. Che siano due squadre in crisi, si vede. La prima pausa arriva sul 14-3, HDL ha 0/4 da due e 1/12 da tre.
Mouaha infila due liberi, Montano fa altrettanto. Poi Ghirlanda e ancora Montano dall’arco. Nikolic che sbaglia l’appoggio più facile di tutti, è la diapositiva del match della squadra ospite. 22-5 Reale Mutua, Mecacci chiama un altro time-out. Al rientro segna Mouaha dalla distanza, ma Montano replica subito. A HDL servirebbero più ordine e più fiducia, quelle che Torino trova con il passare dei minuti. I granata continuano a provarci da tutte le posizioni, ma la palla non entra mai. Fino al doppio colpo di Mouaha che aggiusta un po’ il punteggio (31-16). Un’illusione, il percorso della partita è segnato. Gli uomini di Mecacci sono sotto un treno. 37-16 all’intervallo con numeri da paura: 1/13 da due, 4/18 da tre, 16 rimbalzi contro i 26 di Torino.
Non ci sono novità sostanziali al rientro sul parquet (subito 9-2 il parziale), il Toro non fa nulla per reagire e di fatto rinuncia al match. Presto, troppo presto. La sfida diventa un’agonia lenta e incomprensibile in una serata tra le peggiori della storia granata. Alla fine del terzo quarto il punteggio è 59-30. Ma Mecacci le prova tutte per ridestare una squadra passiva su ogni fronte, sgolandosi a bordo campo, ruotando quintetti inediti, indicando movimenti anche i più elementari. Non succede nulla. Reale Mutua e Boniciolli non potevano trovare di meglio per risolvere la propria crisi e interrompere la striscia di cinque ko consecutivi. Nella parte finale, per la cronaca, arrivano i primi punti granata di Giuri (6) e Pagani (4), ma anche un’altra triste serie di errori al tiro, di palle perse, di imprecisioni assortite e di difficoltà da parte di giocatori da cui aspettarsi quanto meno un pizzico di lucidità nei momenti più cupi. Non può essere stata solo la pur pesante assenza di Avery Woodson a portare a una prestazione molto negativa. L’unico a salvare la faccia probabilmente è Aristide Mouaha (19 punti), in partita e con il coltello tra i denti sino alla fine.
Finisce 81-48, il modo peggiore per iniziare il girone di ritorno. Le statistiche non fanno altro che appesantire ulteriormente il bilancio sotto la Mole: solo tre punti segnati nel primo quarto (quelli di Stewart jr, una bomba e poi l’eclissi totale), 25 errori dall’arco, 12 rimbalzi in meno, 17 palle perse. Una sconfitta semplicemente mortificante.