HDL cade pesantemente a Cremona, durissimo coach Mecacci nel dopo gara
Le parole di Matteo Mecacci del dopo gara del Palaradi attestano quello che tutti hanno visto in campo. Il Toro, al cospetto di una rivale diretta per la salvezza, non si è presentato. Dopo aver esordito discretamente nel match, accendendo subito uno Stewart jr. decisamente in palla, poi HDL dal match è uscita in fretta, lasciando spazio a una Cremona quasi perfetta in difesa e nel gioco veloce in attacco. Eppure le premesse di questo “spareggio” per la permanenza erano intriganti: la vittoria di Forlì, la crisi della Juvi, le assenze di Tortù e Almeida. Ma il parquet ha scritto una storia diversa, inattesa, spietata. Che è sale sulla ferita di una serata che ha registrato le vittorie contestuali di Cento, Livorno e Orzinuovi.
“Complimenti a Cremona, che ha giocato la partita – ha sottolineato il coach granata – mentre noi non l’abbiamo giocata e se non l’abbiamo giocata è anche per merito degli avversari. Ma c’è stata anche una compartecipazione da parte nostra, soprattutto a livello di energia. Come ho detto alla squadra, si possono sbagliare le scelte, si possono sbagliare certe situazioni della pallacanestro, ma non si può sbagliare l’atteggiamento. O il fatto di non avere un po’ di amor proprio e di dignità. Sapevamo che la caratteristica di Cremona, specialmente in casa, è quella di tirare nei primi secondi del possesso, con Bertetti o con Polanco, andare subito al ferro a prendersi i falli, e abbiamo fatto fare a loro tutto questo. Pur non essendo mai stata una partita in cui potevamo riavvicinarci concretamente nel punteggio, sulle palle vaganti e sui rimbalzi arrivavano sempre prima loro. Ricordo anche un paio di rimbalzi di Cremona da tiro libero sbagliato, quindi una partita indegna dal punto di vista mentale. Chiaramente il responsabile principale sono io, perché se la squadra si presenta così dopo una prova importante come quella di Forlì, c’è qualcosa che non va. A volte quando giochi fuori casa con un certo tipo di avversari sei più leggero di testa, oggi che invece era uno scontro diretto non ci siamo presentati. Perché Cremona potrebbe essere sempre un’avversaria ai playout e se questo è lo spirito con cui ci presentiamo, sono molto preoccupato. Abbiamo fatto un bel passo indietro”.
Mecacci non salva nulla, ha l’umore nerissimo ed è spaventato dal terreno perso a Cremona in termini di capacità mentale della squadra. Le cose che aveva chiesto non sono arrivate e anche le positive prove personali di Stewart jr. o Donadio non fanno testo nella eredità che lascia questo match. È stato un Toro insufficiente e nervoso. “Senza sminuire la prova di Stewart jr. – ha aggiunto, affondando il colpo – per me il giocatore che ha giocato meglio è Giuri, che non è proprio entrato in campo. Ovviamente è una battuta per dire che salvarne uno dei miei stasera è molto difficile. Smith ha avuto problemi come li hanno avuti gli altri, perché la difesa di Cremona ci ha messi in difficoltà. Abbiamo perso più tempo a parlare con gli arbitri che a giocare”.
Ora il lavoro da fare è più che altro psicologico. Cancellare le scorie emotive tossiche di questa sberla e ritrovare tutto quello che a Forlì ha magicamente funzionato (ma anche in partite precedenti come a Cividale o in casa con Milano, pur avendole perse). Domenica a Lecce c’è il derby con il Brindisi. “Non conosco altra medicina diversa da quella del lavoro – chiude il tecnico di Siena – così non va assolutamente bene. Domenica c’è il derby, mi aspetto di presentare un’altra versione della squadra. Giochiamo in casa, è una partita importante, avremo il palazzetto pieno. Ma qui c’è da fare punti, mi aspetto che la squadra ritrovi l’amor proprio e abbia una faccia diversa”.