La storia della Italgest della famiglia dei De Masi, si intreccia inevitabilmente tra il calcio,pallamano e politica casaranese.

Nel giugno 2006 l’imprenditore locale Paride De Masi, presidente del Gruppo Italgest, costituì una nuova società, denominata S.S.D. Virtus Casarano 1927 S.r.l. iscritta in Promozione. Nel corso della stagione 2006-2007, lasciò la presidenza a Biagio Maci. La squadra ottenne il salto di categoria in seguito alla vittoria dei play-off. Nel seguente campionato di Eccellenza, da neopromossa, arrivò in finale play-off, perdendo contro il Bisceglie.

Agli inizi del campionato 2008-2009 il presidente De Masi passò il testimone al fratello Ivan che in futuro sarebbe divenuto primo cittadino di Casarano, portando Salvatore Bianchetti in panchina e calciatori del calibro di Antonio Calabro, Alberto Villa, Alessandro Leopizzi, il 12 febbraio 2009 la Virtus vinse la finale regionale della Coppa Italia Dilettanti contro il Liberty. Il 15 marzo seguente ottenne la matematica promozione in Serie D ed il 13 maggio si aggiudicandosi la Coppa Italia Dilettanti.

Per esempio nel solo anno 2009 l’A.H. Italgest Casarano contava ben 120 giovani atleti che praticavano regolarmente attività agonistica nelle diverse categorie: Under18, Under14 e Under 12.

Nel 2007 arrivò il primo dei tre scudetti di ” Campione d’Italia ” di pallamano firmati dalla famiglia De Masi.

Infatti la Italgest Salento d’Amare squadra di Casarano salì sul podio più alto della pallamano battendo il 16 maggio 2007 34 a 33 il Bologna United, i tempi regolamentari si erano conclusi sul 29 pari. Nella finale d’andata i casaranesi si erano imposti per 29 a 27.

Nella stagione 2007-2008 Casarano si aggiudicò per il secondo anno consecutivo scudetto e Coppa Italia e vinse per la prima volta la Supercoppa italiana; partecipò inoltre per la prima volta alla EHF Champions League, dove fu eliminato al turno preliminare dalla squadra austriaca del Bregenz Handball.

Nella stagione 2008-2009 Casarano vinse per il terzo anno consecutivo lo scudetto e per la seconda volta la Supercoppa italiana, ma perse la finale di Coppa Italia contro l’Handball Club Conversano; partecipò per la seconda volta alla EHF Champions League, dove fu ancora eliminato al turno preliminare, dalla Stella Rossa Belgrado.

Il 5 luglio del 2009 viene eletto Sindaco, per la coalizione di Centro-sinistra Ivan De Masi fratello di Paride.

DE MASI IVANO TOMMASO IPPAZIO DETTO IVAN – 61,4%
ListaVoti%Seggi PARTITO DEMOCRATICO–4 LISTA CIVICA CON IVAN DE MASI SINDACO–3 LISTA CIVICA CASARANO SEMPRE–2 IO SUD–1 LISTA CIVICA INSIEME PER CASARANO–1 UNIONE DI CENTRO–1 LISTA CIVICA CASARANO CITTA’ DI VALORI— PARTITO SOCIALISTA—

Il giorno del suo insediamento disse: ” Lavoreremo con passione ed impegno per offrire risposte concrete alle aspettative dei cittadini”. Con una cerimonia sobria, ma intensa e partecipata, il neo eletto sindaco della città si insediò ufficialmente in Palazzo dei Domenicani, divenendo così il 55esimo primo cittadino di Casarano dall’Unità d’Italia. Come promesso in campagna elettorale costituì i sei staff di giovani (uno per ciascun assessorato) che affiancarono i componenti della Giunta comunale. Si trattò di un “laboratorio nel laboratorio”, che permise alle giovani generazioni di frequentare una palestra politica e di formazione che divenne utile nel governo della città . Il gruppo di lavoro “affidato” al vicesindaco ed assessore agli Investimenti pubblici e privati Marcello Torsello si compose coi i nomi di Emanuele Cataldo, Paola Cavallo, Andrea Sarcinella e Federico Legittimo; mentre Paolo Ditano, Antonella Ferrari, Paolo Memmi e Marcello Scarpino affiancarono Francesca Fersino nel settore delle Attività produttive e della Sicurezza della città. L’assessore alla Pianificazione e Sostenibilità ambientale del territorio Attilio De Marco collaborò a stretto contatto con Davide De Lentinis, Francesco Orsini ed Ilario Toma; così come la delegata alla Semplificazione amministrativa Loredana Torsello fece da “tutor” ad Alessandra Arcera, Lucia De Matteis ed a Marco Nuzzo. L’assessore alla Gestione economico-finanziaria Massimo Toma lavorò con Andrea De Marco, Armando De Marco, Gianluca Martina e Sara Placì; a Giulia Tenuzzo, assessore ai Servizi alla persona, alla famiglia e alle associazioni, furono invece “assegnati” Francesca Bartolomeo, Maria Assunta De Marco, Chiara Falcone, Cristian Fattizzo. Si occuparono invece insieme al sindaco Ivan De Masi di Promozione culturale e sviluppo economico del territorio Davide Barletta, Paola De Luca, Luciana Margari e Marcella Venneri. Referente per il sindaco con i sei staff così composti fu nominato Fernando Rizzello. Nella stessa seduta dell’assise del 1° agosto 2009 si poi procedette all’elezione del presidente del consiglio comunale, ruolo riconfermato a Paolo Zompì, mentre suo vice fu Antonio Torsello.

Fu un’amministrazione che tentò un vero ricambio generazionale, l’età media era di 40 anni, che portò una ventata nuova di idee e progetti innovativi per Casarano.

La storia cade su una data precisa: il 5 aprile 2011 il Sindaco Ivan De Masi viene sfiduciato con le dimissioni di 11 consiglieri di cui quattro della sua stessa maggioranza a guida Partito Democratico in primis (Remigio Venuti, Sergio Abbruzzese, Luigi Crudo e Rocco Greco,ndr), tre del Pdl (Giampiero Marrella, Luigino Bartolomeo e Antonio Gatto,ndr), due del gruppo Casciaro (Claudio Casciaro e Adamo Fracasso,ndr).

A mandare letteralmente a casa l’amministrazione De Masi furono con la loro firma posta sui titoli di coda, i consiglieri Giuseppe Panico di Io Sud e Massimo Del Genio di Insieme per Casarano.

Il più giovane sindaco casaranese della storia, il 25 giugno di quell’anno annunciò l’addio alla politica nonostante un ritorno di fiamma nel 2012 con l’associazione politico-culturale “Ivan De Masi” non andato a buon fine.

L’avvisaglie di scricchioli di un rapporto che si stava consumando tra la famiglia De Masi e la città fu già riscontrata nel dicembre del 2010, quando Paride De Masi cedette il ramo di azienda sul fotovoltaico alla multinazionale «Gsf Capital» legata ad investitori cinesi. Quest’ultima, forte del miliardo e 800 milioni di euro messi a disposizione dalla China Development Bank da investire in Europa nelle rinnovabili, aveva a disposizione circa 600 milioni per realizzare buoni affari in Italia. Uno di questi era la joint venture paritaria con De Masi che vide nascere Italgest Photovoltaic. La Gsf acquistò il 50 per cento in possesso dal socio salentino è divenne unico proprietario dell’azienda. Top secret la cifra pagata.

L’inizio del ” The End” sul connubio tra questa importante e rinomata famiglia e la città che è sempre stata ricondotta per vari motivi nel corso dei decenni passati a Antonio Filograna e la sua Filanto.

Ci avevano provato gli imprenditori di nuova generazione; Paride De Masi nel 2007 fu anche Presidente nazionale per l’Energia da fonti rinnovabili di Confindustria. Un astro nascente in quegli anni.

Quello che restava di un impero, valutato solo pochi anni prima oltre 2 miliardi di euro, passò di mano per appena un euro nel dicembre 2015. Un solo euro per acquistare le ceneri del gruppo Italgest di Casarano, che nel decennio 2000-2010 era il simbolo del boom delle rinnovabili e poi fu travolto da debiti per oltre 100 milioni di euro. A salvarlo avrebbe dovuto essere un gruppo giordano, ma i soldi per perfezionare il concordato preventivo non sono mai arrivati). E così nella primavera del 2015 al fondatore, Paride De Masi, non rimase altro che chiedere il fallimento delle sue stesse società. Tutte, tranne una: la holding di famiglia, che nel nome scimmiottava l’accomandita degli Agnelli, e che all’epoca era tutto quel che ne restava . Ed il suo destino rimane un mistero.

La Antonio Paride De Masi&C Sapa non era più, come ai bei tempi, una società per azioni da 5 milioni di capitale. A gennaio del 2015 fu trasformata in una srl, prese il nome Sapa è messa in liquidazione ma – a differenza del resto del gruppo – non ne fu mai richiesto il fallimento. Capitale sociale: un euro. Nonostante aveva in pancia immobili, per oltre 2 milioni e mezzo di euro, in tutto il Salento: una masseria a Casarano, più volte fotografata su giornali di architettura, un palazzotto in piazzetta Panzera a Lecce, un appartamento a Gallipoli, diversi ettari di suoli tra Casarano, Ruffano e Supersano.

” The End”.

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