È stata la prima vera fabbrica dei sogni per milioni di italiani dal dopoguerra ad oggi.

Dal piccolo borghese sino all’operaio e disoccupato.  Tutti hanno sognato almeno una volta nella propria vita di fare il mitico “13” con una schedina di carta che raccoglieva le tredici partite di calcio domenicali più importanti tra la serie A e la vecchia C2.

Da quest’anno andrà definitivamente in pensione lasciando spazio ad un nuovo sistema di pronostici a concorso.

Finisce un’epoca anche nel mitizzare i sogni e le speranze da parte delle persone che aspirano ad avere una qualità della vita migliore. 

Ideata nel 1946 dal giornalista sportivo Massimo Della Pergola (triestino, licenziato dal Popolo di Trieste perché di origine ebrea, rifugiatosi in Svizzera e poi rientrato a Milano), viene ribattezzata due anni dopo (con la gestione diretta del Coni) Totocalcio. Luigi Einaudi la nazionalizza con un decreto. Della Pergola protesta, chiede un indennizzo, fa causa, senza alcun risultato. La schedina entra nel cuore degli italiani, che al bar e nelle case inseguono un sogno di riscatto: in fondo, la giocata minima costava 30 lire, il prezzo di un Vermouth come recitava lo slogan ideato ad hoc.

«Tentate la fortuna al prezzo di un vermouth».

L’obiettivo è indovinare se in ciascuna delle dodici partite della serie A vincerà la squadra di casa (1), quella ospite (2) oppure sarà pareggio (X).

Dirà Della Pergola:

«Nessuno ci credeva alla mia Sisal. Quando andavo al Coni dicendo che con quei soldi si sarebbero ricostruite le piste di atletica, le palestre, gli stadi, mi sfottevano: è arrivato quello dei regali milionari, ecco a voi babbo Natale. Ma io ero deciso, ero un idealista».

Massimo Della Pergola

Massimo Della Pergola

Il primo vincitore della storia fu Emilio Blasetti, che il 21 luglio 1946 incassò 463.846 lire, con una successione di sei X di fila. Una curiosità? L’anno dei record fu il 1993 con la vincita più alta di sempre. Il 7 novembre tre schedine con un 13 e cinque 12 regalano ai loro possessori 5.549.756.245 lire. Pochi mesi più tardi si ha il montepremi più ricco di sempre, con ben 34.475.852.492 lire. I vincitori,  intervistati nei cinegiornali, diventano delle vere e proprie star. Il detto «Fare 13» entrò nella lingua italiana come sinonimo di fortuna e riscatto (settimanale). Un mito che tramonta solamente nell’agosto 2003 quando sulla schedina debutta il “Tredicissimo”, il quattordicesimo risultato. La “domenica nera” è datata 24 agosto 2003: complice anche lo sciopero del calcio si registra il premio più basso di sempre con 55mila “14” e due euro di premio ciascuno.

 

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