Lo avevamo lasciato raggiante e orgoglioso con la medaglia di bronzo al collo conquistata dalla sua Nazionale Universitaria all’Universiade di Napoli la scorsa estate. Daniele Arrigoni, ct delle Rappresentative di Lega Pro, ha ripreso il suo lavoro di selezionatore con la discrezione che lo contraddistingue. Ma l’esperienza che ha vissuto nel campus universitario di Fisciano, vicino Salerno, dove alloggiavano e si preparavano gli azzurrini, e le emozioni vissute sul campo sono ben presenti nel suo cuore e in quello di chiunque l’ha vissuta.
Eravamo rimasti a Salerno alla premiazione degli azzurrini per il terzo posto alle spalle di Giappone e Brasile. Un ottimo bilancio quello italiano: Italia mai sconfitta se non ai calci di rigore, bel gioco e grande carattere.
“Per me resterà un ricordo indelebile dal punto di vista umano e professionale. Il momento in cui abbiamo sfilato in campo al San Paolo di Napoli nella cerimonia d’apertura con gli atleti di tutto il mondo è qualcosa di straordinario. Sono immagini che ti porti dentro per tutta la vita. Con alcuni dei ragazzi mi sento ancora, ci scambiamo messaggi. Abbiamo condiviso un’esperienza fantastica. Tutti dovrebbero avere il privilegio di vivere un’esperienza così. Dal punto di vista calcistico la differenza l’hanno fatta le motivazioni dei ragazzi oltreché le loro qualità tecniche. C’erano stati solo 3 stage prima del ritiro, pochi per lavorare insieme. Ma poi si è costruito un gruppo: il modo in cui i giocatori hanno vissuto e affrontato la competizione ha fatto la differenza e quella medaglia è il risultato più bello. Negli ultimi 4 anni è la sola vittoria arrivata dalle Nazionali italiane e per noi è un grande motivo d’orgoglio”.
E’ un punto di partenza per il lavoro con le Rappresentative di Lega Pro, ripreso a fine settembre.
“Sicuramente è stimolante come lo è stato il progetto nato 4 anni fa col Presidente Ghirelli. Ora si cominciano a raccogliere i frutti della formazione: a 15 anni ci sono ragazzi che vanno già nelle grandi squadre. E questo li responsabilizza e li aiuta a crescere perché permette loro di fare un percorso qualificante in un club. Poi ovviamente dipende dal carattere di ciascuno. Come è prezioso il discorso sulle nuove regole che riguardano il minutaggio dei giovani. Lo scorso anno negli Under 17 avevamo 2 ragazzi del 2002: Tommaso Barbieri e Alessandro Carosso, poi andati in prima squadra. Sono esempi che parlano da soli”.
Come organizza il lavoro durante l’anno?
“Ora stiamo facendo degli stage itineranti per gli Under 15,16 e 17: in questo caso sono le società a mandarci i ragazzi e poi noi li selezioniamo per arrivare a delle rose di 30,35 ragazzi anche se poi quando ci sono le convocazioni il numero diminuisce. Abbiamo in programma un ultimo stage itinerante la prossima settimana a Città di Castello”.
Lei e il suo staff vedete molte partite?
“Si, ci dividiamo in zone geografiche per comodità. Gigi Corino prevalentemente va nel sud, Oriano Renzi e io nel centro-nord. Quando posso il venerdì vado anche a vedere delle sedute di allenamento. Siamo sempre in giro per cercare di monitorare più ragazzi possibili”.