La Cina che possa piacere o no in questo momento rappresenta il futuro del calcio e questa cosa a noi Europei, visti i trascorsi dei Cinesi in questo sport, non va giù o ci rende comunque scettici. Gli ultimi investimenti hanno dato la definitiva svolta al progetto del calcio cinese che si appresta a vivere un’ennesima rivoluzione che coinvolge tutto il sistema a partire dalla chinese super league (ovvero il calcio professionistico), fino ad arrivare allo sviluppo del calcio giovanile e del calcio di provincia che chiamiamo “grassroot”.

La Cina si è posta pertanto l’ambizioso obiettivo di entrare sia a livello di club che a livello di nazionale nel calcio d’élite in un tempo di programmazione relativamente breve visto il livello attuale del calcio in Cina. Attualmente è l’unico paese al mondo ad avere una riforma sul calcio e tale programma prevede l’entrata nel calcio che conta entro il 2050. In Europa tale fenomeno viene visto con preoccupazione nei confronti di questi nuovi investitori disposti a spendere qualsiasi cifra per poter entrare nel giro d’affari Europeo, non solo calcistico. Anche l’Italia sta aprendo la porta d’Oriente ed in questa direzione va il progetto dell’attivissimo neo vicepresidente dell’Ac Cinisellese, Rong Yi Lu (imprenditore), già noto alle cronache sportive per essere stato qualche anno fa, il primo presidente cinese di una squadra italiana di calcio: la Football Sesto 2012.

Ed è così che Renzo Ulivieri presidente dell’Aiac ha investito con il ruolo di “Aiac Ambassador” proprio Yi Lu che ha lanciato a Cinisello il progetto di esportare in Cina, partendo dalla propria città di origine, Wenzhou, il modello italiano di calcio attraverso la creazione di scuole calcio e scuole allenatori. Viceversa nel lombardo verranno organizzati campi estivi per i ragazzi cinesi, mentre allenatori italiani andranno in Cina a gestire i campus.

Per i più meritevoli ragazzi di casa nostra la possibilità di imparare il cinese e partecipare ad uno stage calcistico a Wenzhou, al fine di costruire un ponte culturale attraverso un mezzo semplice, immediato e di grande attrazione come il calcio, che in questo caso può assumere la valenza di un potente strumento educativo. L’Aiac ha firmato un importante accordo di amicizia con la città di Haimen (un distretto molto popoloso), a nord di Shanghai, nello Jiangsu, per lo sviluppo di corsi per allenatori, mentre la Cinisellese ha stretto un patto di collaborazione con il distretto di Lucheng, il più importante della città di Wenzhou, 7 milioni di abitanti, nello Zhejiang. Questo previsto scambio di esperienze e di know how tecnico con la Cina servirà per far crescere il calcio giovanile cinese. In numerose scuole, infatti, sono stati realizzati campi di calcio a 5, a 7 e a11, ma mancano ancora buoni istruttori, arbitri, preparatori atletici, campionati e tornei. Il tentativo è quello di poter rendere sempre più il calcio cinese un fenomeno di massa, con l’aiuto e l’esperienza del football italiano; è quello di poter aiutare i bambini cinesi a giocare a calcio, per divertimento oppure come futura professione.

Nel 2002 la Cina ha partecipato ai Mondiali senza segnare nemmeno un goal: da allora cerca in tutte le maniere di migliorarsi; magari grazie all’esperienza e alle capacità tecniche dell’Italia, il colosso asiatico cercherà in futuro di uniformarsi ai vincenti standard europei.

 

fonte: www.ivg.it

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