Lunga intervista concessa dal presidente FIGC Carlo Tavecchio, anche commissario straordinario della Lega Calcio: diversi i temi toccati, dalla salute del movimento giovanile alla questione dei diritti tv, passando per la questione della riduzione del numero di squadre in serie A.

“Un’estate importante per i giovani azzurri, soprattutto nel Mondiale under 20 in cui diversi giovani si sono messi in luce”, esordisce Carlo Tavecchio nell’intervista a RadioSportiva.

Nell’under 21 raggiunto l’obiettivo minimo della semifinale: “Partita onorevole con la Spagna, poi sappiamo com’è andata ma anche le esperienze negative aiuteranno a crescere”.

“Stiamo contribuendo alla crescita del movimento con la creazione dei 30 nuovi centri federali: anche quelli saranno trampolino di lancio per le nazionali azzurre.

“Da non sottovalutare poi l’importanza della nuova regola sulle rose“, cioè l’obbligo per le squadre di serie A di presentare rose di 25 in cui 4 elementi siano di formazione del vivaio nazionale, 4 del vivaio della società.

“Già 3 anni fa, quando le introducemmo, spiegammo che ci sarebbe voluto un paio d’anni per vedere i risultati, che puntualmente sono arrivati”.

Non è invece riuscito a convincere le società ad anticipare il campionato 2017/18 per concedere più spazio alla nazionale in vista del Mondiale di Russia: “Quasi nessuno in Europa c’è riuscito, ci sono un sacco di impegni estivi che fruttano importanti incassi. Nel frattempo ci concentriamo sulla partita con la Spagna del 3 settembre, che può essere decisiva”.

Per via della differenza reti a favore delle Furie Rosse, agli azzurri servirà strappare una vittoria a Madrid per sopravanzare gli avversari in classifica.

I recenti casi controversi, l’ultimo quello del Palermo, inducono l’intervistatore a chiedere se sia prevista qualche forma di controllo sui cambi di proprietà.

“Non tocca a noi”, risponde il presidente FIGC: “Gli investimenti dall’estero sono soggetti ad una legge sul riciclaggio che compete al sistema bancario: noi siamo soggetti terzi in questo, tocca alla Banca d’Italia esprimersi sulla liceità degli investimenti”.

Il caso del Como, che dovrà ripartire dai dilettanti come appariva chiaro già qualche giorno fa, è però davvero scottante: “Operazione difficile da capire, gli azionisti hanno coperto l’operazione e investito almeno 400 mila euro, soldi che hanno perduto. La città ha una storia calcistica importante ma non ha saputo produrre figure locali in grado di farsene carico”.

Riguardo al solito stillicidio di squadre che ad inizio stagione non riescono ad iscriversi, specie in serie C (come tornerà a chiamarsi dalla prossima stagione): si può arrivare ad una riduzione delle squadre professionistiche?

Così Tavecchio: “I nuovi criteri rispettano le normative UEFA sulla licenza e sono più stringenti. Bisognerà vedere se sul mercato c’è gente in grado di adeguarsi a queste normative”.

Tradotto: meno fallimenti perché i controlli sono maggiori, ma questo potrebbe effettivamente portare ad una riduzione delle squadre, per il minor numero di soggetti in grado di rispettare i nuovi criteri.

Rispetto allo strapotere dei procuratori: il calcio non dovrebbe dotarsi di nuove regole? “Con la deregulation di Blatter”, spiega Tavecchio, “s’è aperta una voragine di pressapochisti: bastano la licenza media e 500 euro. Non c’è più un albo, si viene semplicemente iscritti in un registro, ci si muove senza direttive nazionali o internazionali.

“Chi chiede provvedimenti alla FIGC si dimentica che siamo in Europa. Le società hanno lanciato un grido d’allarme, abbiamo chiesto al presidente UEFA Čeferin un regolamento europeo per queste situazioni”.

Si potrà mai arrivare alla riduzione delle squadre della serie A? “La vedo dura. Ci sono due fronti di 10 squadre in Lega, ne servono 15. Sì, una ripartizione dei diritti tv più equa potrebbe far cambiare idea a molti, ma anche qui è problematica la questione.

“Può darsi che vi si possa arrivare con un provvedimento legale al di sopra delle società, ma non spetta a me discutere di questo perché in Lega sono solo un commissario straordinario e non credo a lungo”.

A proposito dei diritti tv, la prima asta è andata quasi deserta: “Faremo di tutto per arrivare al massimo della raccolta dei diritti televisivi, stiamo andando anche all’estero a cercare sponsor”.

Alcuni presidenti di squadre di serie A sono come prigionieri della loro squadra, nel senso che se vogliono vendere come i Della Valle non è facile trovare soggetti, specie in Italia: “Le società di calcio producono debito: chi vuole si faccia avanti in questo sistema, almeno fra gli italiani?

“Interventi esterni leciti ben vengano, in Francia e Spagna ci sono 3 o 4 soggetti stranieri, in Inghilterra 10. È finita la classe dirigente dei magnati come Moratti e Berlusconi”.

Sulla limitazione delle scommesse: “Abbiamo chiesto di abolire le scommesse sulla serie D, ma tutto è in mano al Monopolio. La sponsorizzazione con la agenzia di scommesse Intralot non sarà rinnovata e daremo in beneficenza quanto ne abbiamo ricavato”.

Le ultime battute sono sugli aspetti che più stanno a cuore a Tavecchio e che considera risultati positivi della sua gestione: “Sul VAR, di cui si occuperà il nuovo designatore Rizzoli, siamo stati fra i pochi cui la FIFA ha concesso la sperimentazione”.

“Il calcio femminile sta crescendo. Nel prossimo campionato 4 squadre saranno affiliate a quella maschile: Sassuolo, Empoli, Fiorentina e la novità Juventus. Puntiamo ad arrivare a 10 affiliazioni su 12 squadre. Il calcio femminile ha grande seguito in Nord Europa, Estremo Oriente, USA: vogliamo che anche in italia diventi foriero di interessi e ascolti.

“L’Europeo under 21 del 2019 sarà in Italia e gli stadi che lo ospiteranno sono tutti all’altezza: Reggio Emilia, Bologna, Udine, Trieste e San Marino”.
fonte: www.todaysport.it

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