La Showy Boys Galatina ha presentato e avviato, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Polvere di Stelle ARL Onlus, un interessante progetto sociale denominato Volley Inside e diretto allintegrazione e alla partecipazione allattività sportiva dei ragazzi che fuggono da situazioni di guerra e povertà verso il nostro paese.
Il club galatinese ha aperto le porte delle sue palestre ad alcuni ragazzi provenienti dal Pakistan che sono stati aggregati al gruppo di atleti under 18 allenato dal tecnico federale Marco Corina.
“Quando la società ha presentato il progetto Volley Inside, ho accettato con grande entusiasmo proprio perché è una bellissima sfida personale quella di confrontarsi con culture e con giovani che arrivano dall’altra parte del mondo – dichiara il coach Marco Corina – il fatto di tenere le lezioni in lingua inglese e di coordinare un team di lavoro composto da allievi italiani, che avevano già intrapreso questo percorso, e da allievi stranieri, è un fattore di crescita professionale anche per noi allenatori federali.
Attraverso il progetto Volley Inside, la Showy Boys offre unopportunità di integrazione sociale e di pratica dell’attività sportiva a quei ragazzi che non hanno mai praticato prima lo sport della pallavolo.
“I ragazzi si inseriscono in un contesto finalizzato all’inclusione sociale che vogliamo offrire attraverso il gioco – aggiunge lallenatore Corina – la pallavolo, nella sua filosofia, è lo sport per eccellenza che, grazie alle sue regole, mette la squadra al di sopra del singolo. L’esaltazione del noi e mai dell’io sono i capisaldi su cui si basa questo sport ed è grazie a questi valori che abbiamo aperto il nostro progetto ai ragazzi provenienti dal Pakistan”.
Sulla pianificazione dellattività da svolgere e sulla metodologia da applicare, il tecnico della Showy Boys ha le idee molto chiare: “Con questo gruppo bisogna semplicemente programmare uno sviluppo tecnico, in quanto siamo di fronte a dei ragazzi con esperienze motorie già ben definite, nonché capacità di apprendimento e coordinative fuori dal comune. Il fatto di provenire da posti del mondo dove la cultura del gioco in strada è ancora viva, permette a questi ragazzi di trarre vantaggio nel lavoro didattico e di preparazione motoria che proponiamo. Oltre a questi parametri, ciò che mi ha colpito è anche la disciplina che questi allievi dimostrano durante gli allenamenti”.

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