Bastano due salti a Gianmarco Tamberi per qualificarsi alla finale del salto in alto degli Europei indoor di Torun, in Polonia. Nessuna fatica per il campione in carica che in qualificazione non deve far meglio di 2,21 per accedere al turno decisivo in programma nella mattinata di domenica. La novità è soprattutto nel look: in pedana a sorpresa con i capelli biondo platino, Gimbo supera 2,16 e poi 2,21 in calzamaglia, poco più di un allenamento per lui a queste misure, ed è l’unico insieme al bielorusso Maksim Nedasekau a non commettere errori. Non serve transitare a quote superiori perché soltanto in otto oltrepassano l’asticella a 2,21, completando il cast della finale (domenica alle 11.25). Avanti anche il tedesco campione europeo all’aperto Mateusz Przybylko (un errore a 2,16), l’ucraino Nikitin, il lituano Glebauskas, il tedesco Potye, il belga Carmoy e l’ungherese Jankovics. Il 28enne marchigiano tornerà in pedana nella giornata finale della rassegna continentale, per difendere il titolo europeo conquistato due anni fa a Glasgow. Forte del 2,35 degli Assoluti indoor di Ancona, miglior misura mondiale dell’anno e miglior risultato personale dal 2016, il primatista italiano è pronto a battagliare di nuovo con Nedasekau, capace di 2,34 nel recente meeting del World Indoor Tour proprio a Torun.

TAMBERI: “LIVELLO ALTO PER TRE” – ”È bastato un 2,21 – racconta a caldo – era capitato già a Zurigo nel 2014 di passare con misure non impegnative, in quel caso saltando 2,19. In questo momento vedo un livello molto alto per i primi tre e un livello medio più basso, quindi la qualificazione non è stata difficile. Nedasekau è tra i più forti al mondo, come anche Przybylko, quindi per contendersi le medaglie sarà una bella sfida. Ci divertiremo sicuramente. Spiace non ci sia Protsenko che ha avuto un problema: sarebbe stata una bella prova per le Olimpiadi, in una gara di così alto livello con la maglia della Nazionale, che dà sempre un’energia diversa”. Sulla strada per Tokyo, la finale di Torun è una prima tappa cruciale: “Sì, questa stagione indoor è iniziata bene, le gare inanellate hanno dato fiducia – prosegue Tamberi – abbiamo lavorato tantissimo in questi anni, passando tante notti insonni, ma finalmente è l’anno olimpico e penso di fare belle cose. Restiamo con i piedi per terra e puntiamo sempre più in alto”. Da capitano del team azzurro, Gimbo rivolge anche l’incitamento ai compagni: “Sono contento che ci siano tanti ragazzi giovani, tante matricole, stasera ho fatto il tifo per chi era già in pedana. È ottimo iniziare da un Euroindoor e credo che possiamo ambire a buone posizioni in varie gare”. E sugli inediti capelli biondo platino, ci scherza su: “Difficile trovare una spiegazione, è stata una pazzia, un gioco. Con tutti i sacrifici che facciamo, ogni tanto qualcosa che esca dai binari ci sta. Mi diverte. Mi stanno anche bene, no?”.

PRIMO ROUND – Niente da fare per il debuttante Antonino Trio nel lungo: 7,55 alla terza prova (dopo 7,40 e 7,48) è il miglior salto del siciliano che termina il turno di qualificazione al dodicesimo posto. Per entrare tra i primi otto d’Europa sarebbe servito il 7,74 del britannico Jacob Fincham-Dukes, mentre in due centrano la Q maiuscola della qualificazione diretta fissata a otto metri: lo svedese Thobias Montler (8,18) e il greco campione in carica Miltiadis Tentoglou (8,04). Out (quattordicesima) Chiara Rosa nel peso: la capitana azzurra, alla presenza n. 53 in Nazionale, si ferma a 16,90 nel turno di qualificazione comandato dalla tedesca Christina Schwanitz (18,86). L’ingresso in finale era davvero impegnativo per Ludovica Cavalli e Giulia Aprile nei 3000 metri (la portoghese Machado ultima qualificata a 8:59.39). Nella prima batteria la ventenne ligure Cavalli, al debutto in Nazionale assoluta, chiude all’undicesimo posto con il crono di 9:14.85 (prima la britannica Markovc con 8:56.26). Nella batteria successiva, la più veloce delle due (la britannica Ockenden 8:52.60, dopo la squalifica della slovena Mismas-Zrimsek), la siciliana Aprile è decima con 9:17.66. Eliminato anche il trio azzurro dei 1500 metri, tutti decimi nelle rispettive batterie. La matricola Pietro Arese con 3:43.55 nella batteria del primatista europeo indoor Jakob Ingebrigtsen (3:39.89), Joao Bussotti con 3:44.76, l’altro debuttante Federico Riva con 3:45.85. Pass per la finale, a conti fatti, a 3:40.92, mentre l’ultimo crono di recupero era 3:40.40.

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