“Ai ragazzi dico: essere arrivati a Tokyo non è un traguardo. Il traguardo è fare un passo in avanti rispetto a ciò che si è fatto finora”. Parola del Direttore tecnico delle squadre nazionali Antonio La Torre, a pochi giorni dall’ufficializzazione dei 76 convocati per le Olimpiadi di Tokyo, maggior numero di sempre per la spedizione azzurra dell’atletica. Il Giappone è sempre più vicino (il programma dell’atletica scatta il 30 luglio) e il DT inquadra i temi dell’avventura azzurra ai Giochi Olimpici, l’appuntamento più atteso e di conseguenza quello con il maggior tasso tecnico e la più alta competitività a livello globale. Dove non basta il 100% ma serve qualcosa in più: “Non andiamo a fare shopping al villaggio olimpico – è l’espressione usata da La Torre – Ognuno dovrà andare a Tokyo sapendo di aver meritato la convocazione, con fatica e impegno, in questo periodo difficile caratterizzato dalla pandemia. Ma bisogna andarci con la giusta concentrazione, senza sentirsi appagati. Senza accontentarsi. E senza farsi bruciare dal contesto. Da tutta la spedizione mi aspetto che ci si esprima a testa alta, consapevoli che l’élite del mondo è ancora parecchio avanti ma che nel frattempo siamo cresciuti anche noi, ed è cresciuta la consapevolezza nelle nostre potenzialità”.

Numeri alti, gruppo ampio e squadra che guarda al futuro, non soltanto al presente: “Oltre il 60% dei convocati (47 su 76) a Parigi 2024 avrà meno di trent’anni, quindi da Tokyo può cominciare un triennio decisamente interessante – continua La Torre -. In questi anni abbiamo lavorato per far crescere il valore complessivo dell’atletica italiana e far sì che il maggior numero di atleti e atlete potesse guadagnare lo standard di qualificazione. E il numero così importante è anche figlio della scelta di puntare forte sulle staffette, che da sole aggiungono venti atleti. Il Consiglio Federale ha deciso all’unanimità di portare ai Giochi tutti gli atleti che ne hanno maturato il diritto: la direzione tecnica ha preso atto e recepito questa scelta, e cercherà di fare tutto il possibile, in questi giorni che mancano, per accompagnare i 76 alle Olimpiadi al meglio della loro condizione. Questo è il nostro mestiere. Però bisogna fare i conti con il contesto internazionale e abbiamo sempre raccomandato molto realismo e prudenza. Basti guardare non soltanto i risultati dei Trials americani ma anche quanto sta accadendo in Diamond League. Servirà equilibrio nel valutare e contestualizzare le prestazioni di ognuno”. 

Gli azzurri decollano per Tokyo con l’intento di dimostrare il proprio valore e di aver meritato il posto in squadra. Alcuni, le punte azzurre, per ambire al vertice mondiale o a posizioni da finale: “Gimbo Tamberi leader indiscusso della nostra squadra, Marcell Jacobs vuole – e può – fare a spallate con gli sprinter americani, e non dimentichiamo la classe di Filippo Tortu finalista mondiale a Doha. La staffetta maschile 4×100 ha grandi potenzialità e con tutti i quartetti lotteremo. Dal Molin è l’esempio di chi non si è mai arreso, Yeman Crippa sogna il capolavoro di una doppia finale, Fabbri l’ha mancata per un solo centimetro a Doha. Per quanto riguarda la strada, Giorgi e Palmisano hanno saputo regalarci il meglio negli ultimi anni a livello internazionale. Mi aspetto una prova caparbia da Stano e un Faniel protagonista in maratona pur in un contesto difficilissimo. Ma al di là delle punte, vorrei che l’energia mostrata in questi due anni dagli azzurri si manifesti con forza a Tokyo, da parte di tutti, e attendo grandi prove di carattere da un nutrito contingente di giovani, già a buoni livelli, da Dallavalle a Battocletti, da Sibilio a Scotti, fino a Sabbatini, tutti in partenza per gli Europei under 23 in funzione olimpica. Che non sia soltanto un’Olimpiade dove fare esperienza, ma qualcosa in più: questo è l’auspicio”.

A 17 giorni dalla cerimonia inaugurale, il DT entra nel merito di alcune posizioni individuali, a partire dall’astista Claudio Stecchi, finalista mondiale a Doha, frenato di recente da guai muscolari: “Entro il 15 luglio verificheremo con tranquillità e lealtà se può far parte dell’avventura di Tokyo. Sta facendo di tutto per arrivare in condizione ed essere performante: lo aspettiamo. Rachik? Per la Federazione è convocato. Sottile? Spero che a Tokyo si riaccenda il suo talento. Per quanto concerne alcune scelte sulle staffette, in accordo con le Fiamme Gialle si è preferito far disputare al giovane Melluzzo gli Europei e i Mondiali under 20; nella 4×400 femminile ci siamo basati sulla media dei migliori tre tempi stagionali tra indoor e outdoor, e sui risultati degli Assoluti, premiando anche l’esperienza internazionale maturata in staffetta da Ayo Folorunso e contando nel ritorno in piena efficenza di Rebecca Borga; nella 4×400 maschile una frazione ‘alla Galvan’ potrà sempre tornare utile e ne verificheremo la condizione nel raduno di Formia”.

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