Elisa Balsamo regina delle Fiandre. La predestinata del ciclismo azzurro, dal sorriso coinvolgente e una determinazione ferrea, vince la volata della vita e regala all’Italia del ciclismo il terzo titolo iridato di un mondiale che assume sempre più i contorni di una cavalcata trionfale.

 

“Sono totalmente senza parole” dice la nuova campionessa del mondo dopo aver tagliato il traguardo di Leuven. E ancora: “Non posso crederci, è un sogno che si realizza dopo una stagione lunga come questa. Tutta la squadra è stata fantastica, mi ha permesso di battere una del livello di Marianne Vos. All’ultima curva ho soltanto pensato ad andare a tutta… mi sono presa questa maglia e indossarla per tutto il prossimo anno sarà un sogno. Ringrazio le mie compagne e tutto lo staff, è anche grazie a loro che sono arrivata fino a qui”.

 

Il pianto di Elisa subito dopo aver tagliato il traguardo, il suo ripetere incredula “che ho fatto… ma ho vinto?” consegnano agli annali una campionessa in grado di stupire per la forza delle sue volate e la semplicità con cui affronta la vita di tutti i giorni, tra allenamento e studio.

 

“A due chilometri si è formato il nostro treno, direi così, per caso. Ci siamo organizzate quelle che c’erano. La Longo mi ha detto, mettiti alla mia ruota e stammi dietro…”. Ai 200 metri la Longo Borghini fa per spostarsi; la cuneese la guarda e fa segno di no, non è ancora il momento. Sa che dietro ha Marianne Vos, campionessa di mille batteglie in solitaria come in volata. “Avevo paura di partire troppo presto. Poi, alla fine, di essere rimontata. Per non sbagliare ho dato anche il colpo di reni.” Nella descrizione c’è tutto il carattere di questa ragazza di 23 anni, che dimostra come i successi non nascono per caso, ma sono frutto di tanto lavoro. Sotto lo striscione ha ancora mezza bicicletta sulla Vos in rimonta. Più dietro, sul terzo gradino del podio, sale la Niewiadoma, un’altra che non fa sconti a nessuno su nessun terreno.

Elisa Balsamo entra così nell’aristocrazia del nostro sport completando un palmares anch’esso regale: campionessa del mondo juniores nel 2016, campionessa d’Europa a Plouay nel 2020 oltre ad una manciata di titoli europei e mondiali su pista.

 

Dino Salvoldi, con la voce rotta dall’emozione, esalta la prova di tutta la squadra: “E’ accaduto tutto quello che avevamo previsto. Non per questo si può dire che sia stato un successo scontato. L’Olanda si è dimostrata una formazione ricca di talento, ma oggi le azzurre si sono dimostrate superiori. Propongo di cambiare il protocollo delle premiazioni, invece di far indossare la maglia iridata solo al vincitore sarebbe giusto, mai come in questo caso, che la indossassero tutte”.

 

Anche il presidente della FCI Cordiano Dagnoni è sulla stessa onda: “Vedere gioire, oggi come ieri, tutta la squadra per le vittorie mondiali dimostra che il clima è cambiato: si lotta tutti per uno stesso scopo. Mi auguro che questo 2021 non finisca mai per le tante gioie sportive che ci ha regalato. Il ciclismo corre sulle ali del successo: dal quartetto alle Olimpiadi a questo mondiale… non vogliamo smettere di sognare”.

 

L’Italia porta a casa il titolo iridato assoluto a distanza di 10 anni dalla vittoria di Giorgia Bronzini in Danimarca, nel 2011, ed è il sesto dopo quelli di Alessandra Cappellotto, Marta Bastianelli, Tatiana Guderzo e i due della stessa Bronzini.

 

Vittoria Guazzini, la più giovane di un gruppo ricco di talento: “C’è poco da dire, non ho parole, ho smesso soltanto ora di piangere. Elisa se lo merita veramente, sapevo che avrebbe potuto farcela, ma in una gara così di 160 km tutto si deve mettere bene. Non ho mai avuto dubbi perché siamo una squadra molto forte, chiunque di noi avrebbe potuto giocarsi le sue carte quindi non abbiamo avuto nulla da temere. Io ho dato tutto finché ne avevo, le altre hanno fatto il resto”.

 

Elisa Longo Borghini, che ha lanciato la Balsamo dopo aver chiuso più volte sulla van Vleuten: “E’ stata una bellissima vittoria di squadra, un ultimo km straordinario in cui non è servito nemmeno parlarsi. Ognuna di noi sapeva cosa doveva fare, Maria Giulia mi ha detto di non avere le forze per fare l’ultima tirata. Ho risposto che io invece potevo provare a farla. Poche volte mi capita di fare un lavoro del genere però oggi stavo bene. Elisa ha fatto tutto lei, ha vinto lei la corsa non io, ed è stato bellissimo. Prossimi impegni? La Parigi-Roubaix e poi il Womens Tour”.

 

Marta Bastianelli, che batté la Vos in occasione del mondiale del 2007: “Una gara bellissima, siamo felici che abbia vinto una giovane come Elisa che merita questo ed altro. Abbiamo fatto una gara da vero gruppo, compatte e unite per un unico obiettivo quindi siamo felici che sia andata così”.

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