“Mondiali di Budapest, Europei di Roma e Olimpiadi di Parigi mi stanno stimolando da morire. È iniziata la seconda parte della mia carriera. Non durerà tanto quanto la prima, ma in questi due ultimi anni che mi mancano non vorrò avere nessun rimpianto. Sono molto più concentrato su quello che devo ancora fare, piuttosto che su quello che ho già fatto”. Il campione olimpico Gianmarco Tamberi si racconta, tra passato, presente e futuro, in una lunga intervista su Atletica TV, la piattaforma streaming della Federazione Italiana di Atletica Leggera. Con noi, nella puntata di ieri di AtleticaTalk, anche Andrea Buongiovanni (Gazzetta dello Sport).

Su Sara Simeoni e i suoi 70 anni
“Tantissimi auguri, ha coinvolto emotivamente moltissime persone”
“Sono cresciuto con l’idea di Sara Simeoni e Pietro Mennea come le stelle più grandi che l’atletica abbia mai visto. Chiunque aspira a raggiungerli. Faccio tantissimi auguri a Sara, ho rivisto ieri mattina le immagini del suo oro alle Olimpiadi di Mosca 1980 e pensare che abbia coinvolto emotivamente così tante persone, non solo nel mondo dell’atletica, rende l’idea di quello che sia riuscita a fare”.

Sulla condizione attuale
“Il mio corpo si stava ribellando, Istanbul rinuncia fondamentale e ora sto bene”.

“Ho avuto mesi complicati da ottobre in avanti e dovevo risolvere i tanti problemi fisici che portavo dietro da tempo. Nel 2022 ho fatto una stagione con tantissimi dolori, il mio corpo si stava ribellando a quello che facevo.  Su suggerimento del mio team sanitario ho capito che era fondamentale star bene se volevo saltare alto. Quindi evitare le indoor era la soluzione migliore per mettermi a posto fisicamente, seppur l’Europeo indoor fosse un’opportunità. Ma è stata una rinuncia fondamentale e adesso mi ritrovo a metà aprile ad aver fatto un test a Formia di altissimo livello, che mi ha dato conferme importantissime con ottimi salti che mi fanno ben sperare. Mi sono meravigliato. La condizione è ottima. Ma non ci possiamo sedere o cantare vittoria”.

Sul nuovo team di allenamento (con Giulio Ciotti e Michele Palloni)
“Dovevo avere il coraggio di fare questa scelta, ma a oggi non posso essere più contento”
“Con loro è cambiata la visione, la voglia. Mi sembro tornato a quando ero piccolo, a livello di motivazioni. Come fossi un ragazzo che ha voglia di dimostrare quello che vale. Sono estremamente contento del clima che si è formato e della grandissima sintonia tra noi tre, e con il team sanitario. Tutti lavoriamo nella stessa direzione. C’è confronto, passiamo ore e ore a parlare di preparazione e di aspetti tecnici. Serietà estrema al campo, nemmeno una battuta, io sono un metodico, un matematico, pignolissimo. E poi cene divertenti in cui ci divertiamo come pazzi. Dovevo avere il coraggio di fare questa scelta ma a oggi non posso essere più contento”. 

Sul percorso di avvicinamento ai Mondiali di Budapest
“Massimo 7 gare prima dei Mondiali, probabilmente farò la Coppa Europa”
“Stiamo ragionando sulle date e sui vari impegni. Non posso ancora metterci la mano sul fuoco ma l’idea è quella di partecipare anche alla ‘Coppa Europa’ di Chorzow che stavolta capita in un periodo giusto della mia preparazione (23-25 giugno, ndr): sapete quanto adori gareggiare in Nazionale, quanto ci tenga a portare punteggio alla squadra. Probabilmente farò anche gli Assoluti (Molfetta, 28-30 luglio, ndr), ma dipende anche da come starò e se ci sarà Stefano Sottile: gareggiare contro di lui è un grande stimolo e potrebbe rendere la gara di alto livello. Dovrebbe essere l’ultima prima dei Mondiali. Si tratta di fare 5, 6, massimo 7 gare prima di Budapest, che quest’anno è l’unica vera ossessione. Nel 2022 l’oro agli Europei è stato un ‘contentino’, io volevo vincere il Mondiale e non verrò a raccontare che è stata una stagione positiva”.

Sui Giochi di Parigi 2024
“Non come Tokyo: è un’ossessione positiva, può essere l’epilogo unico di una carriera unica”

“Ossessione è l’unico modo per arrivare a fare qualcosa di veramente grande. Ma Parigi è un’ossessione diversa rispetto a Tokyo, che invece mi buttava tanti pesi sulle spalle. Adesso è un’ossessione positiva, c’è la volontà di fare qualcosa di epico, sarebbe davvero un epilogo unico di una carriera unica. Ho sacrificato tantissimo per la mia carriera di saltatore, ci ho messo l’anima: provare ad emulare Tokyo, sognare di essere l’unico della storia dell’alto con due ori olimpici, è lo stimolo più grande”.

Sul portabandiera di Parigi
“Ne andrei fiero per tutta la vita”
“Sarebbe un onore portare la bandiera italiana in un contesto così importante come le Olimpiadi, mi viene la pelle d’oca solo a pensarci. Se mai mi sarà data la possibilità, cercherò di farlo con tutto il rispetto possibile per la bandiera. Ne andrei fiero per tutta la vita e ne sarei grato. Ma non è qualcosa per cui voglio spingere”.

Sugli aspetti tecnici da migliorare
“Lavoriamo sugli ultimi 3 passi di rincorsa”
“Stiamo lavorando molto sul cercare di essere incisivi negli ultimi 3 passi di rincorsa. Lo facevo molto bene prima dell’infortunio del 2016. Dopo, anche inconsciamente, ho avuto paura di staccare, e questo mi ha portato a rallentare le spalle nell’ultima parte della rincorsa. Guadagnavo velocità ma non acceleravo così tanto negli ultimi tre passi. L’obiettivo è essere incisivo come nei primi 2 passi della curva”. 

Sull’assalto a 2,40
“Torno a pormelo come obiettivo, in pochissimi nella storia ci sono riusciti”
“Finalmente torno a pormi un obiettivo che ho avuto fino al 2016 e che non potuto inseguire dopo: superare i 2,40. In pochissimi nella storia ci sono riusciti. A differenza di altre discipline, l’alto non gode dell’evoluzione delle scarpe quindi saltare 2,40 continua a essere un muro al pari del 1980”.

Sugli Europei di Roma 2024
“Conquistare l’oro davanti al pubblico italiano sarebbe eccezionale”
“Vincere un oro davanti al nostro pubblico sarebbe unico, eccezionale. Lo preferirei a saltare 2,40. A meno che 2,40 non sia fatto alle Olimpiadi…”.

Sulla rivalità social tra Jacobs e Kerley.
“Il trash talking mi diverte, e ho visto che anche Bolt si fa qualche risata. Tra me e Barshim non lo vedrete mai…”
“Sta arrivando il trash talking anche nell’atletica, è divertente, è figo. Kerley si diverte, Jacobs è forte di quello che conta, ovvero la medaglia d’oro alle Olimpiadi. È bello vedere che si punzecchiano. E ho visto che anche Bolt si fa qualche risata nel leggere i loro commenti. Ma è qualcosa che tra me e Barshim non accadrebbe mai: tra noi sarebbero finte, dopo quello che è successo a Tokyo. Lo ritengo il miglior saltatore di tutti i tempi ma cercherò di batterlo in pedana”.