Dal comignolo del caminetto convocato per oggi esce solo fumo nero. Nessun accordo, anche se per il momento, tra Governo, Coni, Regione e Comune sulla costituzione del Comitato Organizzatore dei Giochi del Mediterraneo. Questa mattina c’è stato l’incontro a Roma, che si riteneva potesse essere decisivo, convocato dal ministro dello sport, Andrea Abodi. All’incontro, oltre appunto al Ministro per lo Sport e Giovani Abodi, hanno partecipato il ministro per il Sud Raffaele Fitto, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il presidente del Comitato Internazionale, Davide Tizzano, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, il commissario straordinario Massimo Ferrarese, collegato da remoto era il presidente della Regione, Michele Emiliano.
Le parti sono rimaste distanti. Da una parte Governo e Coni che vorrebbero riformare totalmente il Comitato Organizzatore con l’emissione di un nuovo Statuto; dall’altra Comune e Regione che vorrebbero sostanzialmente mantenere lo status quo. Nel Comitato Organizzatore fanno parte Il Governo e Coni entrambi con un solo rappresentante ( anche se ambedue le istituzioni si sono tirate fuori) la Regione Puglia con cinque membri con il Presidente Emiliano in qualità presidente dell’assemblea, il Comune di Taranto con un solo membro il sindaco Melucci con il ruolo di vice presidente e la Provincia di Taranto con un solo rappresentante sempre Melucci Il problema è nato perché dal Comitato si sono sfilati prima il Coni e poi lo stesso Governo, entrambi con motivazioni uguali: i ritardi che si sono accumulati in questi anni e che mettono seriamente a rischio la manifestazione del 2026. Ma sia il Governo che il Coni vuole contare di più all’interno del Comitato Organizzatore, dovrebbero avere la maggioranza e questo potrebbe passare anche da un ampliamento del numero dei componenti. Nel risiko potrebbe cambiare anche il Direttore Generale attualmente Elio Sannicandro dirigente di Asset agenzia Strategica partecipata dalla Regione Puglia incaricata della gestione per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio. Da gennaio 2018 sostituisce l’Arem (Agenzia Regionale per la Mobilità della Regione Puglia) ampliandone le funzioni. Da parte sua, il commissario Ferrarese ha pronto il nuovo masterplan, che però deve prima passare dal Comitato Organizzatore e poi essere approvato dal Governo. È chiaro che in questa situazione di stagnazione è bloccato anche il nuovo masterplan preparato ex novo. Le parti si sono comunque aggiornate a venerdì, sempre a Roma. Senza un compromesso, Taranto rischia a questo punto di perdere concretamente i Giochi del Mediterraneo.
E che non si trattino solo di humor che girano tra i palazzi del potere lo dimostrano alcune dichiarazioni che arrivano dalle formazioni politiche, sia di destra che da sinistra. Ad esprimere via preoccupazione sono in primis i parlamentari di Forza Italia, Mauro D’Attis, Vito De Palma e Andrea Caroppo: «I Giochi del Mediterraneo sono una bellissima immagine del nostro Paese. Per questo, è fondamentale un chiarimento all’interno della stessa maggioranza, sulle eventuali difficoltà che abbiamo appreso soltanto dai giornali. Forza Italia non sarà, dunque, una ignara corresponsabile di un possibile fallimento, considerato che è stato proprio il nostro Gruppo al Senato, nella scorsa legislatura, a ottenere – con un proprio emendamento – lo stanziamento dei 150 milioni destinato alla loro realizzazione. Il richiamo alla responsabilità è rivolto a tutti, compresi i ministri competenti dai quali ci aspettiamo in tempi brevissimi il chiarimento auspicato».
A quest’ultimi si è immediatamente accodato il deputato del Pd, Ubaldo Pagano: «Ogni nostro grido d’allarme lanciato negli ultimi mesi è stato ignorato o sbeffeggiato ma oggi sono gli stessi parlamentari della maggioranza a darci ragione. I Giochi del Mediterraneo di Taranto sono in pericolo e a certificarlo è proprio la richiesta di chiarimenti dei parlamentari forzisti indirizzata ai ministri del Governo Meloni. Quando dicevamo che si stava perdendo inutilmente tempo, che il commissariamento era una forma di rivendicazione e vendetta tutta politica e nulla centrava con l’accelerazione delle opere, siamo stati sommersi da critiche e insulti. Oggi a fare le spese di questi errori e quelle bugie potrebbero essere i tarantini e un intero territorio, che potrebbe vedersi togliere un evento importantissimo per il suo sviluppo che insieme alla regione Puglia e al sindaco Melucci eravamo riusciti a conquistare. Il Ministro Fitto dovrebbe avere il coraggio di assumersi le responsabilità di questo fallimento».