Traendo spunto dal film ” Santo Calcio” un film del 2017 diretto da Curro Velázquez con Karra Elejalde e Alain Hernández in cui si narra di una squadra di monaci allenata da un giovane prete cerca di vincere un torneo di calcio per impedire che il monastero venga trasformato in un hotel.
Un monastero sta rischiando la chiusura a causa della sua precaria situazione finanziaria, e potrebbe essere trasformato in un hotel. I monaci del monastero però vedono una speranza nel Champion Clerum, un torneo di calcio a cui possono partecipare solo religiosi e che offre un cospicuo premio di denaro finale. Il problema è che all’interno del monastero nessuno sa giocare bene a calcio. Un giovane prete li allenerà cercando di dare un miracolo.
Ecco appunto, la trama richiama le piccole realtà calcistiche locali, quelle associazioni sportive che tengono vive una comunità, che raccolgono tanti giovani dalla strada tenendoli impegnati in un’attività sportiva, che va oltre lo sport stesso. Socializzazione, amicizie,conoscenze,condivisione di un ideale e di un obiettivo.
Questo è il potere del calcio, dello sport ma anche di tutte le arti in generale.
Ebbene per vari motivi, che vanno dagli spopolamenti delle cittadine meridionali a problemi di natura prettamente economica, queste organizzazioni (la stragrande maggioranza) soffrono tremendamente. Fanno fatica a programmare e avviare le proprie attività. Scarse risorse umane ed economiche rischiano di far divenire cattedrali nel deserto le tante strutture adibite a fare sport, con la paura che queste un giorno se non vengono giustamente valorizzate potrebbero cambiare destinazione d’uso, come parchi divertimento a trazione turistica e derivati vari.
Lo stesso dicasi per le strutture scolastiche, in cui comuni sono semi vuote.
Se manca il ricambio generazionale, con nuove nascite, nuovi nuclei famigliari, un indotto economico florido, lo sport,la scuola,la cultura nel Sud sarà destinato ad un lento declino. Che fare? Esperti in materia suggeriscono la fusione tra Comuni per attuare la normativa prevista dall’art. 15 del T.U.E.L.: «a norma degli articoli 117 e 133 della Costituzione, le Regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei Comuni sentite le popolazioni interessate, nelle forme previste dalla legge regionale». Ovvero Le fusioni di Comuni consistono nell’accorpamento di più enti in un unico nuovo Comune di maggiori dimensioni. Con la fusione dunque si ha l’istituzione di un nuovo Comune quale risultato della soppressione di più Comuni preesistenti. Entriamo nello specifico dei vantaggi economici per le popolazioni rientranti in questi tipi di procedure.
Ora ritornando alle organizzazioni sportive, urge la creazione di un Fondo strutturale per il finanziamento della parte ordinaria delle proprie utenze quali rimborso spese personale tecnico e dirigenziale, affitti di gestione impianti e contributi verso gli atleti. Se viene meno questo mondo rischia di crollare l’intero sistema. Nel 2016 il Partito Democratico presentò un emendamento a firma Fanucci per modificare la ” Legge Melandri” (decreto legislativo 9 del 2008) affidando alla FIGC la gestione del 10% dei diritti tv derivanti dalla cessione collettiva con i relativi riparti della mutualità tra le varie leghe calcistiche inoltre si prevedeva l’abolizione della “Fondazione per mutualità generale dello sport”.
La Legge Melandri stabiliva che la Lega di Serie A doveva devolvere “una quota delle risorse economiche e finanziarie derivanti dalla commercializzazione dei diritti tv allo sviluppo dei settori giovanili delle società professionistiche, al sostegno degli investimenti per la sicurezza, anche infrastrutturale, degli impianti sportivi, e al finanziamento di almeno due progetti per anno finalizzati a sostenere discipline sportive diverse da quelle calcistiche” tramite appunto la citata Fondazione in origine creata per gestire parte dei soldi derivanti dalla vendita dai diritti televisivi per la trasmissione degli eventi sportivi.
Con un decreto della camera, termina la c.d. “Fondazione per mutualità generale per gli sport” (finita nell’occhio del ciclone in quegli anni per aver utilizzato quei soldi per acquistare consenso tra i presidenti delle altre leghe del calcio), prevedeva un “riconoscimento” che il calcio italiano dava alla federbasket e al CONI dal 2008. In teoria la Fondazione doveva ricevere attraverso un “ente veicolo” (Lega B, Lega Pro, Lega Dilettanti, Federazione basket e Coni) i progetti delle singole società, valutarli, scegliere i più utili o i più importanti e poi finanziarli. In sostanza il casus belli è stato che i progetti, che venivano valutati, ovviamente su base esclusivamente politica ,e favorire i “veicoli” e cioè i presidenti delle leghe. Questi ultimi gli spartivano tra i club a seconda delle convenienze. Il tutto indipendentemente dai progetti (che non venivamo mai controllati).
Un emendamento al decreto fiscale collegato alla legge di bilancio, approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera nel novembre del 2016, ha infatti abrogato l’articolo della legge Melandri che istituiva la “Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre”
L’emendamento portava così la quota del 4% derivanti dai diritti tv al 10%, la quale veniva distribuita nel seguente modo:
– 6% alla Lega B;
– 2% alla Lega Pro;
– 1% alla Lega Dilettanti;
– 1% alla FIGC, che prima di questa decreto non percepiva nulla;
Queste risorse servivano esclusivamente per lo sviluppo dei settori giovanili, per la formazione e utilizzo di calciatori convocabili per le nazionali giovanili italiane maschili e femminili, per il sostegno agli investimenti per gli impianti sportivi, per lo sviluppo dei Centri federali territoriali e delle attività giovanili della FIGC.
La situazione dal 2016 è migliorata nonostante le modifiche apportate alla “Legge Melandri”?
No assolutamente, anzi per certi versi è pure peggiorata.
In conclusione non sono il problema gli strumenti giuridici come la menzionata Fondazione, ma gli attori preposti a fare rispettare le leggi e controllarne la corretta applicazione delle stesse.