Nessun infingimento, nessuna diplomazia. Con la consueta schiettezza Matteo Mecacci va dritto ai punti salienti della questione playout, dopo la seconda sconfitta di HDL Nardò Basket con JuVi Ferraroni Cremona. Il primo tema è l’energia, Cremona ne mette di più e oggi si sta dimostrando migliore. Il secondo è che gioca chi si suda la maglia, che il coach di Siena snocciola facendo riferimento al ridotto minutaggio concesso a Russ Smith, non mancando di sottolineare che l’americano serve come il pane (a patto che sia subito sul pezzo). Il terzo è che il Toro adesso è spalle al muro: o vince venerdì e allunga la serie oppure dovrà dire addio alla serie A2 dopo quattro stagioni.
“Una partita abbastanza simile a quella di sabato – ha spiegato al Palaradi ieri sera – con una brutta partenza nostra e poi con tre quarti che abbiamo vinto come punteggio. Non vale assolutamente niente, ma è per farvi capire che si è trattato dello stesso tipo di partita. Cremona che parte più forte e noi che facciamo delle grosse ingenuità dando loro una grossa mano nel prendere un vantaggio, l’altro giorno era di 18 punti, oggi di 20. Anche se siamo rientrati sino a -7. Cercando di adattarci ai loro quintetti atipici e cercando anche noi di giocare con i piccoli per fare delle situazioni diverse dal solito. È chiaro che Cremona in questo momento si sta dimostrando una squadra migliore di noi, innanzitutto perché ci sta mettendo più energia all’inizio. Non credo che una squadra che gioca i playout come la nostra possa permettersi di far entrare in fiducia l’avversario, che gioca in casa. Cremona vive anche su queste folate di entusiasmo, come di blackout, ma fa parte del gioco. E quindi è chiaro che noi dobbiamo avere molta più attenzione da questo punto di vista. Adesso siamo spalle al muro, ci è rimasta solamente la chance di gara 3 per allungare la serie e quindi mi aspetto sicuramente un altro tipo di vitalità sin dall’inizio. Altrimenti poi dopo è giusto che giochi chi la maglia se la suda sin dall’inizio”.
In gara 2 Mecacci ha trovato soluzioni inedite con uomini che di solito giocano meno, da Ebeling a Pagani. Ha fatto di necessità virtù, cercando di recuperare un primo quarto scellerato, incredibilmente uguale a quello di due notti prima. Così la spiega. “Non va bene ridurre le rotazioni e giocare con quintetti insoliti. Però, è evidente che in questo momento gioca chi è più significativo o più produttivo. Ma noi abbiamo bisogno di tutti, è inutile prendersi in giro. Con un americano che gioca 11 minuti per scelta dell’allenatore perché anche oggi è entrato ed era subito fuori partita, come la scorsa volta. Noi di Russ Smith abbiamo bisogno. Non c’è nessun tipo di problema e non c’è alcuna punizione, è semplicemente che è giusto che giochi chi in questo momento è produttivo. Ma, ripeto, noi abbiamo bisogno di lui, perché è impensabile giocare senza un americano”.
Dunque, 0-2. Il peggior scenario immaginabile alla vigilia. Non tanto per il punteggio, che rende comunque la difesa della serie A una cosa ai confini dell’epica sportiva, quanto per quello che si è visto sin qui. Con due partite compromesse nel primo quarto, con un avversario che nella regular season ha vinto solo una partita in più, ma che sembra creato in laboratorio per infierire su tutti i difetti della squadra granata, tecnici e forse soprattutto caratteriali. Con una palese difficoltà a limitare Washington (in due partite sono andati a difenderlo, a turno, almeno in quattro) e a scardinare la difesa cremonese. Eppure anche in questo secondo atto della serie, i ragazzi di Mecacci hanno reagito rimettendo il match quasi in pieno equilibrio, per poi perdersi di nuovo onorando con puntualità e precisione la maledetta discontinuità di questa stagione. Una reazione orgogliosa e confusa, che finisce sempre presto.
Raschiare il fondo del barile e ripartire. Recuperare energie, intensità, voglia. Difendere alla morte. Non c’è altro modo venerdì per tenere in piedi la serie e per non tradire un’altra volta il popolo granata. Provarci sino alla sirena. La serie A2 vale tutti i tentativi del mondo.