È stato Marcell Jacobs l’ospite della puntata di ieri del talk di Atletica TV. Lo sprinter azzurro delle Fiamme Oro si racconta a pochi giorni dal debutto stagionale nei 100 metri, in programma sulla pista di Rieti nel pomeriggio di sabato: “Correrò per due volte, in batteria e poi in finale – spiega – Ho preferito iniziare con due gare ravvicinate, in circa un’ora e mezza, per scaldare subito il motore e trovare feeling con la pista. È una stagione strana, i grandi eventi non si possono disputare, ma dal mio punto di vista è anche un vantaggio avere i Giochi il prossimo anno. Avevo bisogno di un po’ più tempo per resettare alcuni sistemi tecnici e un anno in più fa decisamente comodo. È stata una preparazione tutta dedicata alla velocità, abbiamo lavorato molto sulla partenza, anche tre volte a settimana, per cercare di non sbagliare come invece è successo ai Mondiali di Doha. Ci siamo concentrati per essere sempre precisi: anche quando qualche appoggio viene male, bisogna ritrovare subito l’assetto di corsa”.
“È stata una preparazione dura – continua Jacobs – ma io ho bisogno di tenere sempre livelli alti di intensità: come dice il mio allenatore Paolo Camossi, quando corro controllato sono un ‘atleta scarso’. È stato un lavoro molto invasivo, sono stato spesso male in allenamento, ma credo che stia pagando, perché in questo momento mi sento molto leggero, molto fluido. Prima del virus, c’era l’idea di fare qualche 200 in questa stagione, poi è emerso qualche fastidio al bicipite femorale destro ma dopo ultima visita fatta a Monaco di Baviera siamo riusciti a ristabilizzare. Negli ultimi tempi abbiamo fatto anche qualche corsa in curva senza alcun problema, ad alta intensità. Quindi non mi dispiacerebbe, prima della fine della stagione, correre qualche 200”.
Dalla scorsa stagione, l’orizzonte di ogni suo sprint è scendere sotto il muro dei 10 secondi. “Ho lanciato un sondaggio su Instagram – sottolinea Jacobs – su quale sarà il mio tempo a Rieti: le persone si aspettano già tanto, hanno molta fiducia in me e hanno sparato subito tempi impegnativi, 9.90, 9.92, 9.94. Tempi che comunque io penso si possano fare, ma non subito, con molta calma. Abbiamo iniziato un percorso che vedrà il massimo del risultato il prossimo anno all’Olimpiade. Intanto bisogna cominciare a ritrovare le sensazioni. Ci sono sempre grandi aspettative quando si inizia a gareggiare. Lo scorso anno, per esempio, sono partito da 10.31 e sono arrivato a 10.03 a Padova”.
16 luglio, Savona: lo attende il derby con Filippo Tortu nei 100 metri, a due anni dalla super sfida da 10.03 (Filippo) e 10.08 (Marcell): “È ovvio che io voglia arrivare davanti a Filippo. Sarà sicuramente una bella gara: bisogna intanto vedere come andrà il mio esordio a Rieti, io so di stare abbastanza bene, le sensazioni in allenamento sono molto positive. Il confronto tra me e Filippo è di stimolo per entrambi, porta a spingerci sempre più in là: non diamo il 100% ma il 110%, e questo fa bene a tutto il movimento. Quando abbiamo corso insieme siamo sempre andati forte. Dopo l’annuncio della sfida non ci siamo sentiti, ma ci incontreremo direttamente a Savona. E vedremo come andrà”.
E il salto in lungo? “Ultimamente nella mia testa ci sono soltanto i 100 metri – chiarisce l’atleta da 8,48 ventoso – Non voglio escluderlo totalmente, lascio un piccolo spiraglio aperto, ma dopo le Olimpiadi. A quel punto capiremo se ci sono le possibilità di tornare a fare qualche salto, senza avere problemi fisici. E soprattutto se ne vale la pena. Non voglio far l’errore di preparare troppe specialità, con il rischio di non farne bene neanche una”.