Yeman Crippa parla da Ostrava, ancora emozionato: “Sono contentissimo, dopo tre anni che ci provavo è finalmente arrivato il grande risultato – le prime parole del 23enne trentino delle Fiamme Oro dopo il record italiano dei 5000 metri in Repubblica Ceca, 13:02.26 -. Lo dico con il sorriso, spero che un mito come Totò Antibo non ce l’abbia con me! Gli ho tolto un altro record, ma so che faceva il tifo per me. Era l’obiettivo della mia stagione e averlo ottenuto significa che sono sulla strada giusta, che gli obiettivi prefissati li ho centrati. Nonostante tutto, nonostante lo stop per il lockdown e le difficoltà negli allenamenti. Bisogna crederci, avere il coraggio e provarci. Soffrire e non mollare mai, e spero che questo abbiano capito i giovani atleti che mi hanno seguito stasera da uno schermo. Vorrei aver dato loro tanta motivazione”. La gara-record la racconta lui, dalla sua visuale: “Mi ha dato una grossa mano Kiplimo – spiega – poi lui è andato via e soffrendo ho tenuto duro. Praticamente ho fatto quasi metà gara da solo. Negli ultimi due giri e mezzo ero stremato, ma già dai primi passaggi che vedevo sul display (2:32 al 1000, 5:11 al 2000, 7:45 al 3000) avevo capito di essere in linea con il record italiano e sono riuscito a chiudere in 61 secondi l’ultimo giro. A un certo punto, all’ultimo giro, ho chiuso gli occhi, e mi sono detto che dovevo ‘sparare’ il più possibile. Avrei voluto provare anche il sub-13, è sfumato di poco e ci riproverò”.
DECIMO EUROPEO DI SEMPRE – “Dopo Doha, e il mio record dei 10.000 avevo detto che sì, ero soddisfatto, ma il mondo corre forte ed è ancora lontano: lo confermo – aggiunge -. Non mi accontento, c’è tanto da limare, a partire dalla discesa sotto i tredici secondi nei 5000. Ma intanto me la godo e sono felice di essermi riscattato dal record mancato di sabato sera nel miglio. Ci voleva proprio”. Come prevedibile l’etiope Selemon Barega scappa via con tre lepri, tra cui il connazionale Lamecha Girma a trainarlo fino ai 3000. Crippa segue il proprio ritmo nel gruppo ristretto degli inseguitori che poi diventa un duetto con Jacob Kiplimo, l’ugandese del Casone Noceto. L’azione è rotonda, ma intorno ai 3200 metri il compagno di viaggio si lancia a riprendere Barega e si libera di Crippa che resta tutto solo, contro il cronometro. Non si tratta più di sfidare gli avversari ma la storia, per l’azzurro con le treccine dorate. E quando si materializza il crono da primato sul tabellone, la fatica si trasforma in estasi. Per una prestazione che vanta una rilevanza statistica di un certo spessore, considerato che lo fa sbarcare nella top ten europea di sempre, al decimo posto, con un primato personale ormai vicino a quello del campione europeo Jakob Ingebrigtsen (13:02.03) e con un progresso rispetto ai propri limiti di oltre cinque secondi (era 13:07.84).
CRIPPA, DALL’ETIOPIA AL TRENTINO – La guerra civile in Etiopia lo ha strappato alla sua famiglia, originaria del Nord-Est del Paese, e lo ha portato in un orfanotrofio di Addis Abeba dove nel 2003 è stato adottato con i fratelli da una coppia milanese, Roberto e Luisa Crippa. La nuova famiglia si è stabilita in Trentino, a Montagne (presso Tione), dove Yemaneberhan (il nome in amarico significa “il braccio destro di Dio”) ha prima giocato a calcio e poi è stato avviato alla corsa nell’Atletica Valchiese dal compianto tecnico Marco Borsari. Dopo la scomparsa del suo primo allenatore, “Yeman” è stato seguito da Massimo Pegoretti, ex mezzofondista delle Fiamme Azzurre.
Fin da ragazzino ha primeggiato in tutte le categorie e su tutti i terreni, dalla corsa in montagna alla corsa campestre, collezionando titoli e medaglie europee. Nel 2017 ha stabilito il primato italiano assoluto dei 5000 al coperto con 13:23.99 a Birmingham. Sempre nel 2017 ha vinto l’oro europeo under 23 in volata grazie a un’entusiasmante rimonta. Nel 2018 ha tolto a Francesco Panetta le migliori prestazioni nazionali promesse di 5000 e 10.000 che risalivano al 1985, ma anche quella dei 3000 a Stefano Mei con 7:43.30, prima del bronzo sui 10.000 agli Europei di Berlino, la prima medaglia tra i “grandi”. Nel 2019 è sceso fino a 13:07.84 sui 5000 metri, a un paio di secondi dal record italiano di Salvatore Antibo, dopo il personale anche nei 1500 (3:37.81) e il successo in Coppa Europa dei 10.000. Ai Mondiali di Doha ha battuto dopo trent’anni il primato di Antibo nei 10.000 con 27:10.76, finendo ottavo. E da ieri sera è anche il re dei 5000 metri.