Roma, 23 marzo 2021 – A Tokyo non ci saranno spettatori stranieri. La decisione è stata presa nei giorni scorsi dal tavolo composto dalle parti giapponesi responsabili della manifestazione: il presidente del comitato organizzatore, Seiko Hashimoto, la ministra dello Sport in rappresentanza del governo, Tamayo Marukawa, e la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike. La decisione, che vieta qualsiasi tipo di turismo in Giappone nel periodo dei Giochi, è stata poi valutata insieme al presidente del CIO, Thomas Bach, e al presidente del’IPC (Comitato Paralimpico Internazionale), Andrew Parsons, che hanno totalmente accettato e rispettato la decisione giapponese.
“Il primo principio è la sicurezza – ha detto Thomas Bach – So che i nostri partner e amici giapponesi non sono giunti alla leggera a questa conclusione. La massima priorità del CIO è organizzare i Giochi Olimpici e Paralimpici in sicurezza per tutti: i partecipanti e, naturalmente, i nostri gentili ospiti, il popolo giapponese. Siamo al fianco dei nostri partner giapponesi, senza alcun tipo di riserva, per rendere i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020 un grande successo.
Insieme alle nostre emittenti che detengono i diritti – ha continuato – faremo ogni sforzo affinché i fan di tutto il mondo possano vivere lo spirito olimpico. In questo modo, i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020 saranno la luce alla fine del tunnel e una sicura manifestazione di pace, solidarietà e resilienza dell’umanità nel superare la pandemia.”.
Anche il presidente della FIJLKAM, Domenico Falcone, ha commentato la notizia: “Le Olimpiadi senza pubblico costituiscono un’eccezione sorprendente, ma stiamo vivendo un periodo eccezionale. Anche rimandare di un anno l’appuntamento olimpico è un’eccezione dato che in oltre un secolo di olimpismo moderno non era mai successo. Pertanto, a mio parere l’assenza di pubblico è il prezzo da pagare per poter svolgere i Giochi. Invito tutti ad avere un punto di vista positivo sulla questione: saltare un’edizione dei Giochi Olimpici sarebbe stato un disastro di cui avrebbero risentito per primi gli atleti. Quindi viene chiesto un sacrificio agli spettatori che, nell’era della iperconnessione e dell’abbondanza di informazione in tempo reale, possiamo giudicare piccolo.”.