Un Campionato di calcio di Serie C interamente dedicato ai diversamente abili, che veda il coinvolgimento di tutte le 60 squadre della Lega Pro. È l’idea lanciata dal Presidente Francesco Ghirelli durante il convegno organizzato dalla Lega Pro in collaborazione con la Reggiana e la Feralpisalò, che si è tenuto oggi nell’Aula Magna dell’Università UNIMORE di Reggio Emilia. Il convegno è stata l’occasione per riflettere sul ruolo del calcio come strumento di crescita non solo per l’atleta disabile ma per l’intera società che si arricchisce superando barriere e pregiudizi.
“Questa iniziativa riconosce la forte valenza del binomio sport e disabilità. Lo sport è infatti una grande scuola di vita per tutti, poiché insegna anche con la vivacità e la competizione a confrontarsi con gli altri nel rispetto delle regole” ha detto il Ministro per le Disabilità Erika Stefani intervenendo ai lavori. “Ed è ancora più una scuola di vita quando lo sport diventa davvero accessibile a tutti: le persone con disabilità, attraverso lo sport, non solo imparano a vivere la società, il gruppo e le relazioni, ma lo fanno con divertimento e con gioia, sentendosi parte della comunità. Proprio come dovrebbe essere nella vita. Dobbiamo dunque lavorare tutti affinché il futuro della nostra società sia pienamente inclusivo, permettendo alle persone con disabilità di sentirsi nella squadra della vita, della scuola, del lavoro” ha concluso il Ministro.
Non è un caso che l’idea del Campionato di Serie C per i diversamente abili sia stata presentata a Reggio Emilia, trattandosi di un territorio particolarmente avanzato in tema di politiche di inclusione. “Lo sport è uno straordinario motore di aggregazione e inclusione sociale, in grado di annullare le distanze e le differenze” ha dichiarato Stefano Bonaccini, Presidente dell’Emilia-Romagna. “La nostra Regione sta investendo risorse senza precedenti per aiutare e incentivare lo sport di base, pesantemente penalizzato dalle chiusure dovute alla pandemia. Le disabilità sono al centro di questo piano di investimenti, a cominciare dal nuovo Centro nazionale paralimpico del Nord Italia che sta sorgendo a Villanova d’Arda, nel piacentino, un’infrastruttura dedicata alla riabilitazione e alla promozione sportiva sia di atleti affermati, sia dei tantissimi appassionati”.
Da tempo Lega Pro sta lavorando per sensibilizzare le proprie squadre sulla responsabilità sociale, con percorsi di accompagnamento dedicati ai club. “I progetti della Feralpisalò e della Reggiana dedicati ai diversamente abili devono essere di stimolo anche alle altre squadre della Serie C perché portano valore al territorio in termini di crescita sociale” ha detto il Presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli. “La mia massima aspirazione sarebbe quella di avere un campionato con 60 squadre di quarta categoria, lavoreremo perché ciò accada. Il nostro è un calcio di territorio, la Serie C può avere un ruolo importante nello sviluppo sociale e nell’educazione dei giovani soprattutto dopo la ferita causata dal maledetto virus. Inoltre ce lo chiede anche il PNRR, ripartire dai giovani e promuovere progetti di coesione e integrazione”.
Tra le esperienze presentate al convegno c’è quella di Francesco Messori, Capitano della Nazionale di Calcio Amputati, che ha raccontato la sua storia di coraggio e di tenacia, dai campetti di periferia all’incontro con il grande Messi fino all’ingresso al Palazzo di Vetro dell’ONU per parlare ai ragazzi.
Anche la Reggiana e la Feralpisalò hanno testimoniato il loro impegno nel sociale. La squadra di quarta categoria del club granata ha grande seguito sul territorio. Ha inoltre all’attivo una collaborazione con l’UNIMORE che ha dato vita a progetti importanti, come “il progetto rieducativo di strada”, che vuole salvare i ragazzi dal mondo della delinquenza attraverso l’istruzione e la partecipazione alla vita sportiva.
“Nel DNA del club e di tutti noi soci è da sempre presente una forte attenzione verso il sociale” ha affermato Carmelo Salerno, Presidente della Reggiana Calcio. “Il nostro è un progetto che portiamo avanti insieme alle istituzioni, all’università e alle aziende partner, una filosofia di lavoro che vede il calcio come uno strumento per insegnare ai giovani i valori sani dello sport, la correttezza, l’onestà, il rispetto degli altri, la meritocrazia. Valori dello sport che sono anche alla base della vita di tutti i giorni”. Prosegue Nicola Simonelli, Segretario Generale della Reggiana e membro del Consiglio DCPS: “Siamo orgogliosi che la Reggiana sia una delle esperienze più avanzate sui temi della disabilità all’interno della Lega Pro. Attualmente il club granata conta 30 atleti tesserati, tra AC Reggiana Quarta Categoria Livello I e Livello II, tutti di età compresa tra i 20 e i 45 anni. Abbiamo anche realizzato un allenamento tra i ragazzi con disabilità e l’under 16 della Reggiana, i nostri sono tutti progetti orientati agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030”.
Anche la Feralpisalò dà massima priorità al sociale. È stata sua l’idea di creare, per la prima volta in Italia, una scuola calcio dedicata al benessere emozionale di ragazzi con disabilità cognitiva, che utilizza i benefici della pet therapy. Il club ha anche lanciato un telegiornale condotto da ragazzi disabili. “La forza di un’azienda la si misura soprattutto dalla capacità di restituire al territorio valore e benessere non solo economico” ha detto il Presidente della Feralpisalò Giuseppe Pasini. “Nel bresciano abbiamo vissuto la pandemia nella sua espressione più cruda, anche i nostri ragazzi hanno subìto le conseguenze di questo periodo storico. Tuttavia, non abbiamo mai abbassato la testa, anzi è emersa tutta la generosità e la solidarietà bresciana ed una commovente capacità di stringersi insieme nelle difficoltà. Non possiamo abbassare la guardia, questo è il momento dell’antifragilità”.