Splendido pomeriggio per la velocità italiana a Lodz, in Polonia: Marcell Jacobs trionfa con 6.49 nei 60 metri a due centesimi dal record italiano, Zaynab Dosso eguaglia dopo 39 anni il primato nazionale di Marisa Masullo con il crono di 7.19.

MISSILE JACOBS – Un Marcell Jacobs così non ha confini. In batteria il campione olimpico dei 100 e della 4×100 passeggia in 6.51, tirando il freno a mano negli ultimi dieci metri, e trasmettendo la sensazione di estrema facilità di corsa e di assenza di tensione, a differenza della batteria di sette giorni fa a Berlino. Già lontani i rivali, e già in forma l’altro azzurro Chituru Ali (6.64). In finale, nel faccia a faccia con lo statunitense Mike Rodgers che in carriera è stato argento mondiale indoor dei 60, scende di altri due centesimi rispetto a 55 minuti prima e firma il secondo tempo italiano di sempre sotto i 6.50: il primo, come noto, è il 6.47 con cui strabiliò lo scorso anno agli Europei indoor di Torun. È il terzo crono dell’anno nel pianeta, al pari del campione del mondo in carica Christian Coleman (Usa), e leggermente superiore al bahamense Terrence Jones (6.45) e allo statunitense Micah Williams (6.48) a cinque settimane dai Mondiali indoor di Belgrado in programma dal 18 al 20 marzo. Un ghigno al traguardo, emblema della voglia di sfrecciare ancora più veloce, tipico dei campionissimi. Ma nonostante tutto, Rodgers che l’aveva sconfitto un anno fa su questa stessa pista, resta a distanza di ultra-sicurezza (6.62, secondo) e sul podio sale anche il velocista delle Fiamme Gialle Chituru Ali, terzo con 6.63.

JACOBS: “ABBASTANZA SODDISFATTO, SI POTEVA FARE MEGLIO” – “Sto ‘rosicando’ un po’ perché in finale ho voluto strafare – le parole di Marcell Jacobs, al telefono dalla Polonia – ho forzato troppo la partenza, cercando le frequenze di cui non avevo bisogno, e lì purtroppo ho tentennato. Ma la seconda parte di gara mi è piaciuta parecchio. L’obiettivo era avvicinarmi il più possibile a 6.47 e quindi sono abbastanza soddisfatto. Non del tutto. Sapevo di poter fare un pochino meglio. Però è un passo in avanti rispetto a Berlino, non ho avvertito la stessa tensione pre-gara, ero tranquillo, con tanta voglia di gareggiare. Le ragazze che hanno corso prima di me, Dosso e Berton, mi hanno veramente fomentato. Le ho viste dal vivo, seguendole a bordo pista e mi hanno dato carica. È la mia seconda volta sotto i 6.50: per me che sono un diesel e che ci metto un po’ a entrare in condizione, va bene per essere soltanto la seconda gara dell’anno. Tra sei giorni, altra sfida: a Lievin punto a fare ancora meglio”.

BOOM DOSSO – Clamorosa prestazione di Zaynab Dosso alla Orlen Cup di Lodz. La sprinter delle Fiamme Azzurre eguaglia il record italiano dei 60 metri dopo 39 anni: sfreccia in 7.19 nella finale del meeting polacco e pareggia il record stabilito da Marisa Masullo nel 1983. È seconda alle spalle della polacca Ewa Swoboda che con 7.00 firma la migliore prestazione mondiale dell’anno. Cresce anche l’altra sprinter azzurra Aurora Berton (Libertas Friul Palmanova), quinta, con lo standard per i Mondiali indoor di Belgrado (7.29): diventa la settima italiana di sempre, con due centesimi di progresso rispetto al 7.31 di sabato scorso. La nuova era d’oro dello sprint azzurro si alimenta anche del talento della sprinter reggiana, cresciuta a Rubiera con la guida tecnica di Loredana Riccardi e dallo scorso novembre allenata a Roma da Giorgio Frinolli. Eccellente già il 7.24 della batteria, per migliorare già di quattro centesimi il 7.28 di venerdì scorso a Berlino e confermare la nuova dimensione raggiunta. Nonostante una partenza ancora migliorabile (0.209 il tempo di reazione, il peggiore della sua batteria), “Za” si impone nel primo round, sfoderando un’accelerazione potente e un’azione mai così rotonda. Poi in finale replica lo stesso start poco efficace (di nuovo 0.209) ma quando si mette in moto è imprendibile e per batterla serve il miglior tempo al mondo del 2021 della scatenata polacca Swoboda. Via altri cinque centesimi di primato personale e riscritta la storia azzurra, a soli 22 anni: ora è accanto alla regina delle presenze in Nazionale Marisa Masullo (79 caps), che con quello stesso tempo conquistò il bronzo agli Euroindoor di Budapest nel 1983. Superato invece un mito dello sprint azzurro come Manuela Levorato che corse in 7.20 ai Mondiali indoor di Maebashi nel 1999. Soltanto mercoledì, due giorni fa, ospite del talk di Atletica TV, Dosso aveva puntato in alto: “Voglio la finale dei Mondiali indoor di Belgrado”. Ora quell’obiettivo sembra sempre più possibile. 

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