Odette Giuffrida ha conquistato la medaglia di bronzo nei 52 kg a Doha, in occasione della seconda giornata dei campionati del mondo.
Ed è una medaglia speciale per diversi motivi. Perché dopo quella di Assunta Scutto è la seconda per l’Italia in questo mondiale, ma anche perché è stata conquistata in maniera entusiasmante ed appena più avanti è proprio il coach Francesco Bruyere che lo descrive che meglio non si può. Ma è speciale soprattutto perché per Odette Giuffrida è la prima medaglia ai mondiali.
“Questa per me è senza dubbio la sua medaglia più bella, quella che mi ha emozionato più di tutte. È una medaglia simbolica fatta con la sabbia del Qatar: a guardarla da lontano si vede una bellissima spiaggia, ma a guardarla da vicino si vede che è composta da tantissimi granelli che rappresentano i sacrifici, i pianti, le gioie, i successi, i dubbi, le certezze, le paure e il coraggio di questa grande campionessa. Quel Seoi Nage in finale per me racconta tutta questa storia e vi assicuro che è una storia fantastica. Di quello che è successo tecnicamente iero non voglio parlarne, vorrei solo invitarvi a vedere la gara e a gioire insieme a noi. Grazie Ody”.
Quattro le vittorie ottenute da Odette Giuffrida, nell’ordine sull’azera Valiyeva, sulla marocchina Iraoui e, dopo la sconfitta ai quarti con Reka Pupp (Hun), sull’israeliana Primo e, per il terzo posto, sulla kossovara Krasniqi. Tutte diverse le tecniche con le quali Odette ha messo a segno i punti, sempre intuizioni da campionessa vera, che sa colpire duro anche dopo lunghissimi golden score. Ed il morote seoi nage che le ha messo il bronzo al collo, su Distria Krasniqi, è da incorniciare. L’intervista a caldo a Odette Giuffrida: “Che il primo mondiale l’abbia fatto dieci anni fa non me lo ricordo, ma so per certo che questa è la prima medaglia al mondiale che è sempre stato stregato per questioni personali. Ci tenevo talmente tanto, che mi bloccavo sempre. Ieri ero qua per una medaglia di un altro colore, però sono veramente orgogliosa per come ho reagito all’incontro perso e sono felice perché in finale ho battuto un’atleta molto forte con la quale ultimamente non riuscivo a trovare soluzioni. Adesso sono ancora in un altro modo, ma avrò il tempo per realizzare tutto, sono davvero felice e orgogliosa di me. È stata una giornata dura, soprattutto a livello psicologico dopo aver perso a un passo dalla semifinale con un’atleta con la quale avevo sempre vinto. Ed è stato difficile l’incontro di recupero perché fino poco prima di salire ero ancora con la testa sull’incontro precedente, ma poi sono salita sul tatami e ho buttato il cuore là sopra ed è quello che poi ho fatto anche in finale. A chi dedico questa medaglia? A mia nonna ed a me stessa”.
Dietro le quinte…
“Dio solo sa.” Tre parole fanno la sintesi di quanto pesa la medaglia di ieri. Tre parole ripetute tra le lacrime lungo il tragitto che l’ha portata fuori dal tatami. “Dio solo sa cosa significa questa medaglia per me”, la medaglia arrivata a 28 anni, dieci anni dopo il primo mondiale seniores. “Dio solo sa cosa c’è dentro” – cosa c’è dietro: il dietro le quinte di questa medaglia è una lunga storia fatta di resistenza e resilienza. Ieri Odette non era al top, dopo l’incontro con Pupp men che meno, eppure…. donna cocciutaggine – lo sanno bene i suoi coach, Romano lunedì, Bruyere ieri – poco prima del ripescaggio si è come risvegliata ed ha risposto coi fatti a sé stessa: perché il mondiale per lei è sempre stato una gara contro se stessa, nonostante le due medaglie olimpiche, un titolo europeo e molto, molto altro. Quella di ieri non è solo una medaglia: è un enorme passo avanti, un salto umano e sportivo che forse come dice lei “Dio solo sa”.
Gran bella gara anche quella di Elios Manzi che, nei 66 kg, ha meritato un settimo posto che vale molto per il ranking ed evidenzia lo spessore di un atleta che in quest’occasione ha sconfitto il bulgaro Yanislav Gerchev, ha schiantato l’azero Orkhan Safarov, ottavo nel ranking, per arrendersi poi nei quarti con il mongolo Baskhuu Yondonperenlei e, nel recupero, con An Baul (Kor). Dal canto suo, Matteo Piras ha fatto il possibile nei 66 kg e dopo aver vinto bene con il nigeriano Ismael Alhassane, si è trovato subito con Hifumi Abe che gli ha sbarrato la strada andando poi a conquistare il suo quarto titolo mondiale.
Oggi è la terza giornata e l’Italia schiera un poker di atleti con Giovanni Esposito e Manuel Lombardo nei 73 kg, Thauany Capanni e Veronica Toniolo nei 57 kg.