È ampiamente dimostrato che l’attività fisica è vitale per la salute e lo sviluppo di bambini e adolescenti. Secondo le attuali linee guida, i ragazzi dovrebbero impegnarsi in almeno 60 minuti di attività motoria al giorno (Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti, 2018). Tuttavia, negli USA, solo il 24% di loro soddisfa tali linee guida (National Physical Activity Plan Alliance, 2018).

All’interno del mondo sportivo, la scuola svolge un ruolo fondamentale per l’attività fisica dei ragazzi, i quali ci trascorrono circa tra le 6 e le 8 ore al giorno durante la settimana, per una media di 180 giorni all’anno (National Center on Education and the Economy, 2018).
Tuttavia, diversi lavori hanno dimostrato che l’attività fisica dei ragazzi diminuisce durante le pause scolastiche (Brazendale et al., 2017; Tovar et al., 2010). Ciò avviene in particolar modo per quelli che abitano nelle comunità urbane che hanno meno accesso alle attività ricreative e sportive, per via di alti livelli di violenza nella comunità, costi eccessivi, mancanza di programmi organizzati e scarsità di spazi verdi e sicuri (Echeverria et al., 2014; Kottyan et al. , 2014).
La scuola rappresenta, quindi, un importante facilitatore dell’attività motoria e fisica.

Ma in che modo sport e scuola possono essere degli alleati perfetti?

Vi è un collegamento diretto tra lo sport e il rendimento scolastico, con evidenze nettamente superiori per chi pratica sport in modo regolare o addirittura agonistico.
Secondo studi clinici eseguiti in Italia, il praticare sport aumenta il rendimento scolastico sia per motivi di ordine fisiologico, in quanto l’afflusso di ossigeno al cervello è maggiore in coloro che praticano attività costante, sia per motivi legati ad una maggiore stimolazione che avviene nel cervello e che migliora le connessioni tra neuroni.

Quando il soggetto si allena, infatti, in questi studi, lo scanning del cervello ha rilevato un ingrossamento di quell’area cerebrale che svolge funzioni di apprendimento e mnemoniche, chiamata ippocampo.
Dal punto di vista attitudinale, invece, i benefici dello sport sono innumerevoli, manifestandosi anche nella vita sociale e nel modo di rapportarsi con gli altri. Lo sport, infatti: previene alcune gravi patologie come il diabete e l’obesità, problemi sempre più frequenti tra i giovani e i bambini collegati in modo diretto ad uno stile di vita sedentario e alla dipendenza dai giochi online. L’impegno dello sport, dunque, aiuterebbe i ragazzi ad allontanarsi da queste attività, incentivandoli a uno stile di vita più equilibrato e sano.
suscita sentimenti di condivisione e appartenenza al gruppo, sia per gli sport individuali che di gruppo. In questo caso il mister svolge un ruolo di primaria importanza perché può aiutare la squadra a diventare una vera e propria famiglia che lavora per raggiungere il medesimo obiettivo;
aiuta l’atleta a lavorare sodo e in modo costante, condividendo gli stessi valori del suo team. Può diventare un importante deterrente sui fenomeni di bullismo, sia come vittima che come autore, evitando anche eventi di isolamento sociale sempre più frequenti tra gli adolescenti;
facilita il fair play, si tratta di un modo di praticare sport basato sulla correttezza e il rispetto delle regole; tali valori, se acquisiti, si applicano anche nella vita quotidiana, a scuola, nel lavoro o tra i compagni;
migliora il benessere fisico e psicologico che si avverte quando si pratica uno sport stimolante. Dal punto di vista biologico, infatti, studi clinici hanno dimostrato che il corpo produce molta più endorfina (l’ormone del benessere e del buonumore).
Nonostante lo sport abbia dei benefici anche in ambito scolastico, uno degli ostacoli maggiori nel percorso formativo degli atleti è proprio l’andamento scolastico.
Infatti, una grande parte dei giovani atleti non riesce ad adempiere nel miglior modo ai propri impegni scolastici, senza riuscire quindi a superare l’anno scolastico.

I genitori, spesso, sono portati a favorire nei figli un maggior investimento scolastico piuttosto che sportivo. E’ importante, tuttavia che l’adolescente o il bambino impari a utilizzare e organizzare il suo tempo, stabilendo priorità e affrontando tutti gli impegni presi.
A prescindere dall’obiettivo sportivo che raggiungerà, è importante seguire con interesse e supportare là dove necessario il percorso accademico di ogni atleta.

Le società sportive richiedono, d’altro canto, un impegno sportivo importante, costante presenza agli allenamenti e partecipazione a campionati che prevedono trasferte lunghe che in alcuni casi impediscono all’atleta di frequentare tutte le ore del curricula scolastico.
Il tempo a disposizione per lo studio, le energie fisiche e mentali per adempiere ai propri doveri scolastici, si riducono, di conseguenza, notevolmente con gravi difficoltà nel conciliare sport e scuola.

Per ogni atleta studente può essere importante:
Trasmettere loro il valore e l’importanza che riveste il percorso di studi per quello che sarà il suo percorso professionale, nello sport o nel mondo lavorativo
Aiutare gli atleti a far coniugare i propri impegni sportivi con i doveri scolastici
Conoscere il rendimento scolastico dell’atleta, monitorandone l’evoluzione durante la stagione
Identificare le problematiche specifiche e offrire sostegno
Orientare gli atleti nelle scelte scolastiche e professionali.

Per fare questo è necessaria la figura dello psicologo dello sport in stretta collaborazione con scuola, società sportiva e famiglia. Lo psicologo può essere di supporto sia ai genitori per gestire al meglio il percorso sportivo del figlio, sia ai bambini e adolescenti per facilitare l’avviamento allo sport nelle diverse fasce d’età, per favorire il mantenimento dell’attività sportiva e per potenziare la performance.

Dott.ssa Brigitte Dell’Anna
Psicologa

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