Taranto-Savoia, in programma domenica 10 febbraio 2019 con inizio alle ore 14:30 presso lo stadio “Erasmo Iacovone”, valevole per la 23° giornata del Campionato Nazionale Serie D girone H stagione 2018/2019 è in sostanza la partita della vita.

La partita che può dare una svolta al campionato che sino adesso ha visto la compagine jonica protagonista con ottimi risultati sul campo contornati da belle prestazioni dei ragazzi guidati magistralmente da mister Luigi Panarelli.

Taranto ha una storia calcistica gloriosa che qui di seguito riportiamo fedelmente, una città dalle mille potenzialità che per troppo tempo è stata etichettata ed accostata ingiustamente “all’Ilva.

Città di mare, di grandi narratori,politici,scrittori,attori,cantanti, calciatori, sportivi, artisti ed intellettuali in genere.

Taranto ha bisogno di uno scatto di reni, di rialzarsi, di riappropriarsi della propria storia e del suo posto che gli compete tra le grandi città italiane.

Purtroppo i problemi dovuti all’inquinamento ha mietuto e sta ancora mietendo giovani ed innocenti vittime, frutto di scelte sbagliate del passato.

L’attuale amministrazione guidata da Rinaldo Melucci sta facendo tutto il necessario affinchè la città ed il suo hinterland venga bonificato e l’aria ritorni respirabile.

E’ un percorso che si sta rilevando molto tortuoso per via della burocrazia , ma è avviato ed indietro non si torna più.

Taranto ed i taranti meritano il meglio possibile affinchè possano ritornare protagonisti sulla scena nazionale ed europea.

Il Taranto calcio presieduto da Massimo Giove e coadiuvato dall’Avvocato Gino Montella quest’anno hanno apportato numerose novità a livello organizzativo, anche in sinergia con l’amministrazione comunale come abbiamo descritto lungo tutti questi mesi; lavoro che sta dando i primi frutti.

Taranto domenica prossima contro il Savoia disputerà la partita che molto probabilmente deciderà le sorti del proprio campionato, partita propedeutica alla rinascita calcistica ma anche sociale e culturale per la città.

Il Taranto Football Club 1927 s.p.a., noto più semplicemente come Taranto, è una società calcistica italiana con sede nella città di Taranto. Oggi milita nel campionato di Serie D. La nuova società è stata fondata opportunamente dalla A.p.s.Fondazione Taras 706 a.C., nata pochi mesi prima, in seguito alla mancata iscrizione in Lega Pro Prima Divisione dell’Associazione Sportiva Taranto Calcio al termine della stagione 2011-2012. L’iscrizione alla Serie D è stata accettata per merito delle 76 stagioni professionistiche giocate dal Taranto e riconosciute sulla base delle NOIF della FIGC.

Nel corso della sua storia ha disputato 32 campionati di Serie B, 44 di Serie C e 8 di Serie D, ed annovera le vittorie dei campionati di Serie C del 1936-1937 e del 1953-1954, di Serie C1 1989-1990 e di Serie C2 2000-2001, mentre nella stagione 1994-1995 si è laureato Campione d’Italia Dilettanti vincendo lo Scudetto Dilettanti. Nella stagione di Lega Pro Prima Divisione 2011-2012 ha ottenuto la migliore prestazione stagionale italiana per aver subito solo 16 gol rispetto a tutte le altre squadre italiane.

Disputa le sue gare interne presso lo Stadio Erasmo Iacovone.

Dagli esordi del calcio tarantino alla nascita all’A.S. Taranto

La storia calcistica tarantina inizia nel 1904. La prima società a giocare ufficiosamente a football fu il Circolo Studentesco Mario Rapisardi (di natura podistica), entro il quale si cominciò a praticare lo sport seguendo l’esempio delle squadre inglesi. Nello stesso anno nacque il primo vero club calcistico tarantino denominato Società Sportiva Pro Italia, fondato da Luigi Ascanelli, con i colori sociali bianco e verde, che e disputava le partite alla piazza d’armi, nei pressi dell’arsenale.

Dalla nascita dell’Associazione Sportiva Taranto agli anni settanta

L’11 luglio 1927, dalla fusione tra U.S. Pro Italia e Audace F.C., nacque la A.S. Taranto che nell’estate del 1928 assorbì anche l’U.S. Nettuno.

La neonata formazione rossoblu venne ammessa al campionato di Prima Divisione, corrispondente all’attuale serie B. La prima partita fu disputata e vinta per 2-0 contro l’Ideale Bari nello stadio Corvisea, nonostante il buon inizio però la stagione terminò con un quinto posto finale. Nel campionato successivo il Taranto disputò un torneo di vertice arrivando alla finale per il titolo di Campione del Sud valida anche per l’accesso nella costituenda serie B. La sfida con il Lecce terminò 2-2, la ripetizione disputata a Bari, fu vinta dai salentini 3-1.

Dopo la riforma dei campionati decisa con la Carta di Viareggio venne creata la serie B a girone unico mentre la Prima Divisione in cui militava il Taranto venne declassata a terza serie. Ci vollero sei anni per raggiungere la promozione, nella stagione 1934-35 infatti l’A.S.Taranto prima vinse il girone di competenza e poi dominò gli spareggi promozione.

La prima serie B della storia non fu però fortunata, l’impatto con il girone unico fu difficile e la squadra chiuse all’ultimo posto in classifica e l’inevitabile retrocessione. Il riscatto avvenne l’anno dopo con un campionato dominato e vinto con sei punti di vantaggio sulla Salernitana, seconda in classifica.

La seconda stagione in serie B ricalcò la falsa riga della prima e anche stavolta il Taranto retrocede chiudendo la stagione con il penultimo posto.

Dopo una stagione di transizione, nella stagione 1939-40 il Taranto vinse il girone davanti a Siracusa e Salernitana ma perse poi gli spareggi promozione con le formazioni del nord che si rivelarono nettamente superiori. Fu un decennio tribolato a causa della seconda guerra mondiale e un periodo confuso per il calcio ionico, nacquero nuove realtà calcistiche e per una stagione ben due formazioni ioniche parteciparono alla serie B. Nel 1940 nacque la S.S. Pietro Resta dedicata al primo storico presidente del Taranto mentre nella stagione l’A.S. Taranto e l’U.S. Pro Italia si fusero costituendo l’U.S. Taranto che concluse il campionato al 4º posto. Nel 1944 cessarono tutte le attività agonistiche a causa della guerra, l’U.S. Taranto tornò a chiamarsi Audace Taranto, rinacque la U.S. Pro Italia mentre la S.S. Pietro Resta diventò U.S. Arsenale Taranto, squadra composta per lo più da militari della Marina Militare.

Le tre squadre tarantine parteciparono al campionato pugliese del 1945 e poi al successivo campionato Centro-Sud di Serie C. l’Arsenale e l’Audace si piazzano rispettivamente al 2º e 3º posto venendo ammesse entrambe al successivo campionato di Serie B mentre la S.S. Pro Italia nel maggio del 1946 si fuse per la seconda volta con la Audace Taranto costituendo nuovamente la società A.S. Taranto.

La Serie B 1946-47 vide dunque due squadre tarantine al via, in campionato l’Arsenale giunse ottavo mentre l’A.S. Taranto retrocesse in Serie C, nei due derby prevalse l’Arsenale che impattò 2-2, è proprio il caso di dirlo, tra le mura amiche della Marina e vinse 1-0 in “trasferta”.

Il 9 settembre 1947 venne sottoscritto l’accordo tra i dirigenti della U.S. Arsenale Taranto e della A.S. Taranto che sancì la nascita della U.S. Arsenaltaranto.

Alla fine della stagione di Serie B 1947/48 l’Arsenaltaranto arriva 3º nel proprio girone, sfiorando per soli 3 punti la promozione in serie A. Nella stagione 1949/50, dopo la cessione di alcuni dei giocatori migliori, la squadra terminò al terzultimo posto retrocedendo in serie C. Mario Tortul passa nell’estate 1951 all’Arsenaltaranto, che milita in Serie C. Schierato come centravanti, in riva allo Jonio si mette in luce realizzando ben 39 reti in due stagioni e portando la squadra a sfiorare per due volte la promozione, venduto, finirà in A ed alla Nazionale.

Dopo tre anni il Taranto nella stagione 1953/54 tornò in Serie B vincendo il campionato a pari merito con il Parma.

L’11 agosto 1955 i marinai della Marina Militare lasciarono la squadra di calcio, e la società assunse nuovamente la denominazione di A.S. Taranto. Nei cinque campionati seguenti la squadra riuscì a mantenere la categoria ma a causa delle difficoltà societarie e delle cessioni nella stagione 1959/60 la squadra retrocesse dopo aver perso gli spareggi con la Simmenthal-Monza e il Venezia. Le difficoltà economiche della società non permisero progetti ambiziosi di risalita e in più di un’occasione dovette intervenire il Comune di Taranto con importanti sovvenzioni, Pignatelli rassegnò le dimissioni e Michele Di Maggio divenne il nuovo presidente all’inizio del 1964 ma i problemi economici persistettero. Urgeva la necessità di aumentare gli introiti e così fu decisa la costruzione di un nuovo stadio più capiente.

L’impianto fu realizzato dalla ditta costruttrice dello stesso Di Maggio e fu realizzato in soli 100 giorni utilizzando 130 km di tubi innocenti e 900 metri cubi di gradoni di legno. L’inaugurazione dello Stadio Salinella avvenne l’8 dicembre 1965 alla 14ª giornata contro la Sambenedettese, aveva una capienza di oltre 25.000 posti.

La situazione economica migliorò e con essa anche le prestazioni, il Taranto disputò campionati di vertice ma senza riuscire a ottenere la sospirata promozione finché nel campionato 1968/69 dopo una partenza difficile i rossoblu cominciarono una rimonta che li portò a contendere il primato alla capolista Casertana.

I campani alla fine giunsero primi con due punti sugli ionici ma durante l’estate scoppiò uno scandalo corruzione che coinvolgeva proprio la Casertana sospettata di aver comprato alcune partite. Tutta la città si mobilitò per protesta e dopo le indagini della FIGC il 6 settembre giunge il verdetto: la Casertana venne penalizzata di 6 punti per illecito sportivo. Il Taranto era promosso in B.

Dagli anni settanta al duemila

Negli anni ’70 il Taranto disputò dei campionati di Serie B.Nel 1974 Michele Di Maggio lasciò, dopo aver ceduto i pezzi migliori, al nuovo presidente Giovanni Fico, che investi svariati milioni per rinforzare la squadra. Nell’autunno del 1976 comprò dal Mantova Erasmo Iacovone per 400 milioni di lire, il bomber di Capracotta (IS) debuttò il 31 ottobre 1976 a Novara e bagnò l’esordio con la rete del pareggio che fissò il punteggio sull’1-1. La prima stagione si chiuse molto positivamente per lui con un bottino di 8 reti in 28 gare, il Taranto terminò la stagione al 9º posto.Durante il campionato di Serie B 1977/78, la città cominciò a sognare la Serie A. La squadra infatti, sospinta dal suo centravanti Erasmo Iacovone, totalizzò nel girone di andata 20 punti. Il calciatore mise a segno 9 reti in 20 partite giocate e, grazie ai suoi gol, tutta la città incominciò a sperare nella promozione nella massima serie in quello che sembrava diventare il Campionato di serie B più memorabile della storia del Taranto. Un beffardo destino stava però per spezzare i sogni dei tifosi tarantini, il 6 febbraio 1978, Erasmo Iacovone morì a causa di un incidente stradale, gettando un’intera città nello sconforto e facendo svanire i sogni di promozione in serie A. Lo stadio fu intitolato alla memoria dell’indimenticato calciatore scomparso e di una squadra che annoverò, tra gli altri, anche un calciatore lucano come Franco Selvaggi, divenuto nel 1982 con la Nazionale campione del mondo in Spagna e che dedicherà tale vittoria al compianto compagno rossoblu.Con la morte del calciatore, la squadra perse il suo trascinatore, totalizzando nel girone di ritorno 18 punti, chiudendo il campionato a quota 38 e mancando così la promozione.La squadra di quel campionato era così composta:Portieri: Petrovic, Angi, Buso
Difensori: Cimenti, Giovannone, Nardello, Dradi, Capra, Campidonico
Centrocampisti: Caputi, Panizza, Fanti, Selvaggi, Castagnini, Intagliata
Attaccanti: Gori, Iacovone, Turini, Serato, Dellisanti, Scalcon
Allenatore: Tom Rosati
La stagione successiva fu l’ultima di Giovanni Fico presidente, dopo il sogno della promozione il Taranto tornò a lottare per la salvezza, la squadra pur con ancora ottimi elementi in squadra come Selvaggi e Gori, si salvò non senza qualche patema di troppo. Nella stagione 1979/80 Donato Carelli rilevò la società. Sevaggi e Gori andarono via mentre arrivarono Legnari, Quadri e Roccotelli. In campionato la squadra ottenne l’ennesima salvezza ma lo scandalo del calcio scommesse, scoppiato in primavera toccò anche il Taranto, a causa del coinvolgimento di alcuni tesserati. La società fu assolta in prima istanza ma il 31 luglio 1980, la Commissione di Appello Federale condannò l’A.S. Taranto a 5 punti di penalizzazione da scontare nel successivo campionato. Il decennio si apri con le sirene della polizia e le manette ai calciatori, il primo grande scandalo del calcio italiano travolse squadre blasonate come Milan e Lazio ma anche “piccole” ma storiche realtà come Palermo e Taranto. Furono dieci anni di saliscendi tra la Serie B e la Serie C.Nel campionato 1980/81 la squadra fece il massimo ma i gravi problemi societari e la penalizzazione furono un fardello troppo pesante. Dopo dodici anni in Serie B, il Taranto retrocesse. Di quel campionato resta memorabile la vittoria per 3-0 sul Milan il 7 dicembre 1980. Dopo un campionato anonimo, i rossoblu tornarono a lottare per la promozione nella stagione 1982/83 ma il sogno si infranse a Salerno all’ultima giornata. Il Taranto pareggiò 0-0 mentre Empoli e Pescara, che erano a pari punti con gli ionici, vinsero e andarono in B. Nel 1983 la società passò a Luigi Pignatelli che allestì una rosa forte per il salto di categoria, in campionato la squadra lottò per il secondo posto alle spalle del Bari ma ottenne la promozione all’ultima giornata ai danni di Virtus Casarano e Francavilla. Il campionato di Serie B 1984/85, fu uno dei più travagliati della storia rossoblu. La squadra, nonostante gli ingenti investimenti di Pignatelli, andò male mentre lo stadio Iacovone venne dichiarato inagibile per le nuove norme sulla sicurezza e il Taranto, in attesa dei lavori di rifacimento, giocò in campo neutro. L’11 aprile 1985 la società, piena di debiti, fu dichiarata fallita, Vito Fasano divenne il nuovo proprietario e cambiò denominazione in Taranto Football Club S.p.A.

Lo Stadio Erasmo Iacovone venne rimodernato in più riprese, sostituendo la struttura fatta di tubi e gradoni con una nuova struttura in cemento armato, che ne aumentò la capienza a 27.584 posti. Sul campo però la squadra non riuscì ad evitare una nuova retrocessione. La risalita fu immediata, per la stagione 1985-1986 il nuovo patron cambiò quasi tutta la squadra, il Taranto arrivò secondo alle spalle del Messina tornando prontamente nella serie cadetta. Il campionato di Serie B 1986-1987 cominciò male, alla fine del girone d’andata il Magico era all’ultimo posto; poi, con un girone di ritorno con altri ritmi, la truppa guidata da mister Veneranda tornò in corsa per la salvezza e vincendo l’ultima partita 3-0 contro il Genoa sul neutro di Lecce nell’ultima giornata di campionato terminò quartultimo a pari punti con Lazio e Campobasso. Gli spareggi furono organizzati a Napoli, la Lazio di Eugenio Fascetti era la logica favorita e la salvezza si riteneva fosse una lotta tra pugliesi e molisani con il vantaggio per i secondi di giocare l’ultima sfida conoscendo già i risultati degli ionici. Il primo incontro tra Lazio e Taranto fu però risolto da un gol del bomber Toto De Vitis per la gioia dei novemila tifosi venuti da Taranto, il successivo pareggio con il Campobasso per 1-1 sancì la salvezza dei rossoblu.

Dopo la salvezza della stagione passata nel campionato 1987-1988, il presidente Fasano vendette Maiellaro al Bari per più di 2 miliardi e l’anno dopo cedette il bomber De Vitis all’Udinese. La squadra nel giro di due stagioni retrocesse di nuovo in Serie C. Nel giugno del 1989 Donato Carelli riacquistò il Taranto dopo nove anni e rinforzò la squadra puntando alla promozione. Fu una stagione trionfale, la squadra allenata da Roberto Clagluna fu quasi sempre nei primi due posti della classifica e alla fine vinse il campionato con 48 punti, record per il girone B della Serie C1. Per il campionato di Serie B 1990-1991, la panchina venne affidata a Walter Nicoletti, ex-Giarre, e Coppola venne sostituito da Zannoni. La squadra restò in zona promozione per quasi tutto il girone d’andata, calando dopo il derby perso in casa con il Foggia di Zeman e la squalifica dello Iacovone per 2 turni a seguito di incidenti in quella partita. A fine stagione fu 9º posto. La stagione successiva si classificò al 16º posto dopo aver battuto 2-1 la Casertana nello spareggio-salvezza.

Il 3 agosto 1993, dopo un nuovo fallimento che condannò la squadra (che già era retrocessa sul campo per essersi piazzata penultima) al Campionato Nazionale Dilettanti, un gruppo di imprenditori locali fece nascere la A.S. Taranto 1906, e nella stagione 1994/95 vinse lo Scudetto Nazionale Dilettanti superando Catania, Viterbese e Tolentino.

Il 15 luglio 1998, dopo la messa in liquidazione di quest’ultima, nacque la U.S. Arsenaltaranto.

Anni duemila (Era Pieroni)

Il 29 giugno 2000 la società fu ceduta ad una nuova cordata di imprenditori e si costituì la Taranto Calcio S.r.l..Le quote azionarie andarono al 60% a Ermanno Pieroni, ex direttore sportivo ai tempi dell’ultima promozione in serie B nonché proprietario dell’Ancona, e al 40% tra gli imprenditori Fiore, Tagarelli e Giove, con quest’ultimo che assume la carica di presidente. Pertanto dopo il secondo posto nel precedente Campionato Nazionale Dilettanti e il fallimento del Marsala, si crearono i presupposti al Taranto per essere ripescato in serie C2 e tornare tra i professionisti dopo tre anni.L’ossatura della squadra viene rinforzata tra gli altri con l’acquisto di Bertuccelli e lo sconosciuto Riganò dall’Igea Virtus. In campionato riprende il duello con il Campobasso della precedente stagione ma questa volta a spuntarla sono gli ionici che vincono il campionato con una giornata di anticipo pareggiando a reti bianche a Castellammare con la Juve Stabia. Dopo dodici anni, nella stagione 2001-2002, il Taranto torna a disputare il campionato di serie C1, il doppio salto di categoria e i proclami della società risvegliano la passione dei tifosi che dopo anni di tribolazioni tornano a sognare la serie B. Una società che vede in questa stagione come presidente Massimo Giove, socio di maggioranza Ermanno Pieroni, soci di minoranza Antonio Palma, Cosimo Simonetti, Massimo Giove, Massimo Tagarelli, amministratore delegato Vincenzo Fogliamanzillo, general manager nonché uomo di fiducia e coordinatore del Taranto calcio (data l’assenza fisica di Ermanno Pieroni impegnato a gestire l’altra sua squadra l’Ancona Calcio) l’avvocato ex presidente della Cavese Gino Montella, team manager Domenico Di Napoli e medico sociale William Uzzi. In campionato l’inizio sotto la guida di Ezio Capuano è balbettante e così la proprietà decide la sua sostituzione dopo un mese con Gianni Simonelli. Con il nuovo allenatore i neopromossi rossoblu si insediano in zona play-off. Christian Riganò è capocannoniere del girone con 28 reti, record per la categoria e contribuisce al secondo posto finale che permette il vantaggio del fattore campo nei play-off promozione.La semifinale con il sorprendente Lanciano è una battaglia agonistica che si risolve nella partita d’andata quando sul 3-1 per i padroni di casa il difensore Galeoto segna un gol fondamentale in pieno recupero dopo una serpentina tra gli avversari. Il 3-2 finale viene ribaltato allo Iacovone nella gara di ritorno e spalanca le porte della finale promozione con il Catania di Gaucci. La finale di andata al Cibali, blindata dalle forze dell’ordine e disputata in un clima surreale, termina 1-0 per gli etnei con un gol di Fini dalla distanza, ma nell’intervallo succede praticamente di tutto, Gaucci insegue l’arbitro inveendogli contro mentre un giocatore del Taranto viene aggredito da un addetto del Catania. Il ritorno a Taranto termina 0-0, una partita strana che quasi non viene giocata dai padroni di casa, e il Catania viene promosso. I sospetti di combine su quella sfida non sono mai stati diradati, sia per i legami tra i due patron quando Pieroni era direttore sportivo del Perugia di Gaucci sia per i trascorsi del patron etneo per il Caso Siracusa-Perugia, ma anzi lo stesso Pieroni 8 anni dopo ha parzialmente confermato quei sospetti in una intervista.Nel campionato 2002-2003 inizia la parabola discendente dell’era Pieroni, l’allenatore lascia, la squadra viene smantellata e i pezzi migliori ceduti. Dopo il girone d’andata il Taranto si ritrova ultimo, i soci di minoranza entrano in contrasto con Pieroni che è sempre più assente per curare l’altra sua proprietà, l’Ancona di cui di fatto il Taranto diventa società satellite. A gennaio le cose si ricompongono e Pieroni rafforza la squadra che raggiunge alla fine una sofferta salvezza. Il campionato sofferto è solo la premessa per il disastro del successivo anno, la stagione 2003-2004, la società si spacca nuovamente tra i soci di minoranza che ricorrono alle vie legali e il patron. La società viene iscritta per il rotto della cuffia. Per tutta la stagione la squadra resta in piena zona play-out e i migliori giocatori vengono ceduti nel mercato di gennaio per fare cassa. Agli spareggi salvezza il Taranto affronta la Fermana ma il doppio pareggio condanna gli ionici per la peggiore classifica. Il Taranto retrocede in Serie C2. Nell’annata 2004-2005, la società è ormai alla deriva, l’iscrizione viene effettuata ma la squadra è ridotta a soli 4 elementi. La stagione comincia con la formazione Berretti in campo. L’ombra del fallimento si allunga sempre di più e ad accelerare il processo giunge la notizia dell’arresto di Pieroni per truffa aggravata allo stato. Lo società viene messa in liquidazione e la FIGC revoca il titolo sportivo. Il tribunale fallimentare di Taranto indice una prima asta che va deserta, la seconda invece porta all’acquisizione da parte dell’imprenditore manduriano Luigi Blasi che diventa il nuovo proprietario.

Era Blasi

Il 16 dicembre 2004 viene costituita la Taranto Sport S.r.l., con conseguente restituzione del titolo sportivo da parte della FIGC.Il nuovo proprietario interviene pesantemente sul mercato per rafforzare l’organico, la panchina viene affidata a Carlo Florimbi e negli ultimi due mesi la squadra riesce a risalire la china dall’ultimo posto e agguanta gli spareggi salvezza con il Ragusa. La gara di andata allo Iacovone viene vinta dai rossoblu per 2-1, nella gara di ritorno è obbligatorio non perdere per mantenere la categoria, un massiccio esodo di tifosi parte alla volta della sicilia per incitare la squadra che li ripagherà con una vittoria per 2-1, eroe della giornata Malagnino che sigla una doppietta. Il Taranto è salvo. Nell’anno 2005-2006, dopo i problemi degli ultimi anni il Taranto può finalmente programmare la stagione senza patemi economici, la nuova proprietà si propone di fare un campionato di vertice, la squadra termina il campionato al secondo posto, dove accede ai playoff per la serie C1.Gli ionici nella semifinale dei playoff affrontano il Melfi. All’Arturo Valerio di Melfi sono i lucani a vincere 3-1. La squadra ionica, però, crede ancora nella promozione e una settimana dopo i rossoblù battono i lucani per 2-0 grazie alle reti di Emanuele Catania e Andrea Deflorio che fanno esplodere di gioia lo Iacovone. In finale i rossoblù trovano i calabresi del Rende, che hanno superato nell’altra semifinale la Pro Vasto, l’andata viene disputata al San Vito di Cosenza e la gara termina 1-1. Nella gara di ritorno il Taranto supera 1-0 il Rende grazie alla rete siglata nel secondo tempo di recupero da Vincenzo Deliguori. Il Taranto vince i playoff e viene promosso in C1.Nella stagione 2006-2007, la società si prefigge l’obiettivo di disputare un campionato di vertice in Serie C1.Il 27 agosto 2006, si aggiudica il “Memorial Michele Blasi”, dedicato al figlio prematuramente scomparso del presidente Luigi, superando sia il Potenza che il Brindisi.
Durante la Coppa Italia, supera al primo turno il Catania (formazione militante in Serie A), mentre è eliminato dal Brescia al turno successivo. In campionato, la Taranto Sport si classifica al quinto posto, totalizzando 15 vittorie, 11 pareggi, 8 sconfitte, 45 gol fatti e 31 subiti, e meritando l’accesso ai play-off per la serie B. In semifinale incontra l’Avellino piazzatosi secondo. La squadra ionica vince la gara di andata per 1-0 con un gol di Antonio Zito, ma la gara di ritorno è vinta per 1-0 dall’Avellino con un gol di Vincenzo Moretti su calcio di punizione a pochi minuti dalla fine, risultato che consente ai campani di accedere alla finale play-off in virtù del migliore piazzamento in classifica.Nella stagione 2007/08, la società si prefigge l’obiettivo di puntare alla promozione diretta in Serie B. La stagione non parte nel migliore dei modi: in un mercato estivo caratterizzato da più ombre che luci[9] il Taranto ingaggia in sostituzione di Aldo Papagni il tecnico Adriano Cadregari, che nella precedente stagione ha guidato la squadra primavera della Fiorentina, ma questi si dimette per motivi personali il 18 agosto 2007. Il nuovo tecnico chiamato in sua sostituzione è Marco Cari, nella precedente stagione al Perugia. In campionato, la Taranto Sport si classifica in terza posizione accedendo ai play-off. Dopo aver battuto in semifinale il Crotone, è sconfitta in finale dall’Ancona (andata 0-0; ritorno 2-1).Nel campionato 2008-2009, il Taranto si prefigge subito l’obbiettivo della promozione, cercando di riconquistare i play-off in campionato. Ma questa stagione fu meno brillante del previsto, anzi, il Taranto ha dovuto lottare per evitare i play-out per lungo tempo. I deferimenti della Procura Federale a seguito delle molteplici inadempienze finanziarie nei confronti di ex tesserati, inducono il Presidente Luigi Blasi a nominare Direttore Generale della società Giuseppe Iodice ex Napoli e Salernitana. Giunto al capezzale della società nel mese di marzo del 2009, grazie all’esperienza accumulata negli anni e alla sapiente opera professionale, Iodice evita alla squadra gravi penalizzazioni in classifica che avrebbero costretto gli jonici alla lotteria dei play-out. Nell’ultima giornata, vincendo 3-2 in trasferta contro il Sorrento, il Taranto evita i play-out e si classifica al 9º posto. A fine stagione lasceranno la società sia l’allenatore Paolo Stringara, che verrà sostituito da Giuseppe Brucato, sia il presidente Luigi Blasi, il quale verrà sostituito successivamente da Vincenzo D’Addario.

Anni duemiladieci (Era D’Addario)

Il 6 settembre 2009, Vincenzo D’Addario, imprenditore tarantino operante nella commercializzazione online di automobili, rileva il 100% della società da Luigi Blasi, dopo una brevissima parentesi di co-presidenza. Divergenze di programmi fanno sì che ad inizio Campionato vengono consensualmente rescissi prima il contratto del Direttore Sportivo Danilo Pagni e poi quello del Direttore Generale Giuseppe Iodice. Dopo la fine del torneo di Prima Divisione, concluso con il settimo posto, la società rossoblù ha modificato la denominazione ufficiale in A.S. Taranto Calcio.Nella stagione 2010-2011 il Taranto parte con l’obiettivo Play-Off, che riesce a raggiungere, arrivando quarto in classifica. Nei Play-Off però perde con l’Atletico Roma in semifinale (Taranto – Atletico Roma: 0-1 Atletico Roma – Taranto: 2-3) per il miglior piazzamento in classifica di quest’ultima.Nel campionato 2011-2012, inserito nel girone adriatico della Lega Pro Prima Divisione, il Taranto lotta per la promozione diretta ma nuovi problemi di natura economica minano il cammino dei rossoblù che comunque trascorrono, dopo l’inizio del campionato, due settimane in testa alla classifica. In seguito, il Taranto si vede impegnato in un testa a testa con la Ternana, la quale resta al primo posto per la maggior parte del campionato ed infine conquista la promozione diretta con 65 punti. I problemi finanziari restano e non sempre gli stipendi possono essere pagati in tempo. Malgrado i 7 punti di penalizzazione, i rossoblù concludono al secondo posto con 63 punti ed accedono ai play-off per la serie B, che perdono a causa della sconfitta con la Pro Vercelli.Il 30 giugno il presidente Vincenzo D’Addario rinuncia a presentare la domanda di iscrizione alla Lega Pro Prima Divisione sancendo la fine della società.

Taranto F.C. 1927, la società fondata e partecipata dai tifosi

Il 20 luglio 2012, presso lo studio del notaio Riccardo Frascolla, è stata costituita tra l’Aps Fondazione Taras 706 a.C. (un Supporters’ trust composto dai tifosi del Taranto) e Gianluca Sostegno la società sportiva “Taranto Football Club 1927 s.r.l“. Claudio Andriani, rappresentante della Aps Fondazione Taras 706 a.C. viene nominato presidente. Il 6 agosto 2012, una cordata di imprenditori tarantini entra nel capitale sociale e il Taranto F.C. 1927 viene iscritto, come previsto dal Lodo Petrucci, nel Campionato Nazionale Dilettanti e assegnato al girone H. Per la prima volta nella storia del Taranto, è prevista la partecipazione attiva dei tifosi con una quota nel capitale sociale e dei diritti particolari sanciti dallo Statuto del club[10] a tutela degli stessi tifosi. Il 9 agosto 2012 viene ufficializzato il nuovo organigramma societario con Elisabetta Zelatore presidente. È la prima donna a ricoprire la massima carica nella storia del calcio tarantino.Il 18 agosto 2012 viene ufficializzato l’ingaggio dell’allenatore Tommaso Napoli. L’allenatore in seconda sarà Gilberto D’Ignazio. L’ex-capitano dell’AS Taranto Fabio Prosperi decide di restare a Taranto, pur scendendo di due categorie.L’esordio del “nuovo” Taranto in campionato avviene il 2 settembre a Trani, con al seguito dei rossoblù circa 500 tifosi (gara che poi sarà sospesa sullo 0-1 per un malore all’arbitro e ripetuta il 12 settembre con vittoria tarantina per 2-0). Le sconfitte contro Gladiator, Foggia e Bisceglie lasciano perplessa la nuova società che il 2 ottobre solleva dall’incarico l’allenatore Tommaso Napoli. Il 4 ottobre la conduzione tecnica della squadra viene affidata a mister Giacomo Pettinicchio, allenatore della Berretti con ottimi risultati nell’annata precedente. Il 4 febbraio 2013 l’incarico di presidente passa a Fabrizio Nardoni[11][12], che sostituisce la presidente Zelatore. Conclude il campionato al 7º posto in classifica.La stagione 2013/2014 parte con il nuovo tecnico Enzo Maiuri. Due vittorie, tre pareggi e due sconfitte sono il bilancio delle prime sette giornate di campionato. Il 13 ottobre 2013, dopo un pareggio in casa con il san Severo (1-1), Maiuri viene esonerato e con lui anche il DS Alessandro De Solda.Il 16 ottobre 2013 il Taranto FC ufficializza Aldo Papagni nuovo allenatore della prima squadra. Confermato, come vice-allenatore, Gilberto D’Ignazio e il preparatore dei portieri Antonio Bruno. Il nuovo preparatore atletico sarà il Prof. Sergio Musa. I rossoblù concludono la stagione al secondo posto, a sole 2 lunghezze dal Matera capolista, assicurandosi un piazzamento nella griglia play-off.

Era Campitiello

Il 29 luglio 2014 in seguito a lunghe trattative fortemente volute dalla Fondazione Taras e da Francesco Montervino, Domenico Campitiello, imprenditore campano coproprietario della Jomi s.p.a., rileva il 51% della società dalla cordata tarantina presieduta da Nardoni e diventa così azionista di maggioranza. La nuova proprietà tenta l’immediata risalita presentando domanda di ripescaggio nel campionato di Lega Pro 2014-2015 nel cui organico era rimasto vacante un posto ma la F.I.G.C. il 5 settembre delibera il ripescaggio dell’Arezzo posizionato meglio dei rossoblù nella griglia play-off.

Il Taranto riparte quindi per la terza stagione consecutiva dalla serie D, inserito nel girone H. La nuova compagine societaria viene ulteriormente rafforzata con la ricapitalizzazone operata da Campitiello che al 31 ottobre 2014 lo porta a detenere il 92% delle quote mentre alla Fondazione Taras rimane il 5%[59], nel nuovo organigramma Montervino viene designato come Direttore Sportivo mentre la prima squadra viene affidata a Massimiliano Favo, quest’ultimo viene esonerato il 19 gennaio per i risultati non in linea con le ambizioni di promozione della società e dopo la sconfitta del Taranto a Cava dei Tirreni.

Al suo posto viene chiamato Pierfrancesco Battistini che dal 20 gennaio assume la guida della prima squadra e subito inverte la tendenza ottenendo buoni risultati e rilanciando la squadra nei piani alti della classifica, tuttavia nella settimana più importante della stagione che precede la sfida alla capolista Fidelis Andria, si verificano un vero e proprio terremoto societario che azzera quasi tutte le cariche, il 23 marzo il D.S. Montervino lascia il suo incarico a causa di lunghe incomprensioni con la presidenza e per solidarietà nel giro di pochi giorni si dimettono anche l’allenatore, tutto lo staff tecnico e il Direttore Generale Domenico Napoli. In piena emergenza il 24 marzo Campitiello nomina allenatore il tarantino Michele Cazzarò, già vice di Battistini, incontra la squadra e rassicura i tifosi circa la sua intenzione di proseguire la sua esperienza in riva allo Ionio. I rossoblù concludono la stagione al secondo posto, a 5 lunghezze dall’Andria capolista dopo un girone di ritorno grandioso dove ha recuperato 15 punti e 5 posizioni, assicurandosi un piazzamento nella griglia play-off che terminano con l’eliminazione nella semifinale della fase nazionale dopo la sconfitta per 3-1 a Sestri Levante.

Il 16 giugno 2015 attraverso un comunicato ufficiale Domenico Campitiello improvvisamente decide di lasciare la carica di presidente rossoblu e mette in vendita la società. La breve stagione di Campitiello si conclude con l’ennesima delusione sportiva per i colori rossoblù a cui segue un nuovo travaglio societario con conseguente rischio di fallimento. Un boccone reso ancora più amaro e poco comprensibile alla luce della fiducia accordata dai tifosi rossoblù al presidente come dimostrato dall’alto numero di supporters portati sia in casa che in trasferta (il cui apice è stato toccato nella gara casalinga di campionato contro il Potenza dove c’erano più di 11.000 spettatori) nel campionato di Serie D.

A seguito delle decisioni prese dalla vecchia proprietà le quote vengono cedute alla A.p.s. Fondazione Taras 706 a.c. che in questo modo diviene titolare del 97% delle quote del club.[62]) Il consiglio di amministrazione del club nomina presidente l’avvocato Gianluca Mongelli già presidente della fondazione Taras e già socio del Taranto personalmente e come fiduciario di altro socio(M.Gold.B.Ta-Rm-Al) e della cordata di miriade di imprenditori non ufficialmente intestatari di quote, che si occupera’ di trovare acquirenti interessati al club anche in vista di un eventuale ripescaggio in Lega Pro.

Il ritorno del duo Zelatore-Buongiovanni

Il 29 luglio 2015 Elisabetta Zelatore e Tonio Bongiovanni acquistano il 90% delle quote della società tornando al timone degli ionici dopo due stagioni di assenza. La nuova società tenta immediatamente la carta del ripescaggio in Lega Pro ma senza successo cosicché nella stagione 2015-16 il Taranto riparte dalla serie D per il quarto anno di fila.

La squadra guidata da Michele Cazzarò vive di alti e bassi, il girone di andata è abbastanza deludente e si chiude al quinto posto a 6 punti dalla vetta, l’allenatore viene esonerato all’undicesima giornata dopo la sconfitta ad Aprilia e al suo posto viene chiamato l’esperto Salvatore Campilongo a cui viene data carta bianca sul mercato di riparazione. La squadra viene rinforzata con l’arrivo di tanti nuovi elementi soprattutto in attacco, tuttavia il rendimento non migliora e la sconfitta a Francavilla contro la capolista fa sprofondare i rossoblù a 10 punti dalla vetta. La dirigenza, insoddisfatta dei risultati, raggiunge un accordo con Campilongo per la risoluzione consensuale del contratto e alla guida degli ionici viene richiamato Cazzarò. Il Taranto cambia marcia e inizia una rimonta che lo porta a chiudere al secondo posto a tre punti dalla vetta e ad accedere ai play-off, che si concludono con la sconfitta in casa ad opera del Fondi nei tempi supplementari.

Per la stagione successiva viene ingaggiato il tecnico Aldo Papagni, già due volte alla guida del Taranto, con all’attivo una promozione in C1, un play-off promozione in B e un secondo posto in D.

Per la stagione 2016-2017 il duo Bongiovanni-Zelatore ha presentato la seconda domanda di ripescaggio in Lega Pro della loro gestione, questa volta andata a buon fine, sancendo ufficialmente il ritorno in Lega Pro dei rossoblu dopo ben 4 anni di assenza.

DI NUOVO AL TIMONE MASSIMO GIOVE.

All’inizio della s.s. 2017/18 Massimo Giove ritorna alla guida del Taranto F.C. 1927, il resto è storia di oggi.

Le partite memorabili del Taranto

Taranto – Real Madrid 0-4 (1968/69 – Amichevole)

Novara – Taranto 1-1 (1976/77 – Serie B – Prima partita e primo gol di Erasmo Iacovone)

Taranto – Cremonese 0-0 (1977/78 – Serie B – Ultima partita giocata da Erasmo Iacovone)

Taranto – Milan 3-0 (1980/81 – Serie B)

Taranto – Lazio 1-0 (1986/87 – Serie B – 1° partita spareggio per la permanenza in serie B)

Taranto – Inter 2-2 (7-5 d.c.r.) (1987/88 – Coppa Italia)

Triestina – Taranto 4-6 (1987/88 – Serie B)

Taranto – Juventus 2-1 (1990/91 – Coppa Italia)

Cesena – Taranto 0-2 (1992/93 – Ultima partita del campionato di Serie B)

Tolentino – Taranto 1-4 (1994/95 – Finale di Ritorno Scudetto Dilettanti).

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