In seguito alla conferenza stampa tenutasi nella giornata di martedì scorso, in cui ha preso parte la cordata Scorrano-Barone, pubblichiamo la risposta di Giorgio Della Ducata, che a titolo personale intende precisare alcuni punti: “Fermo restando che il sottoscritto a marzo scorso ha rassegnato le proprie dimissioni da socio del Gallipoli Football, per formalizzare il tutto ho preferito per questioni strettamente burocratiche attendere la fine della della stagione calcistica, e magari un eventuale cessionedelle quote; in merito a quanto detto nella giornata di ieri, mi preme fare chiarezza su alcune situazioni – esordisce Della Ducata –, poiché sono state proferite molte inesattezze e ciò che sto per dire e facilmente documentabile; in primis dico che ciò che riguarda la fornitura relativa a tutto il materiale utile per la prima squadrae per la Juniores era totalmente qualcosa dipersonale e non legata alla società attuale, quindi personalmente offrivo a costo zero e per tre anni una fornitura del valore di 12 mila all’anno, cercando di contribuire attivamente anche con la nuova cordataprovando ad agevolare il passaggio di consegne, e la cosa che più mi rattrista è legata al fatto che Oreste Scorrano, da oltre una settimana è in possesso di queste proposte contrattuali, basate su contratti scritti e non sulle parole”.
“Il secondo punto – prosegue DellaDucata -, è legato al settore giovanile, poiché noi come società avevamo proposto la gestione a nostre spese del settore gegiovanile e da lì avremmo versato nelle casse societarie un contributo mensile utile a ripianare il fido bancario in maniera tale da facilitare la questione debitoria, ma questa da noi formulata era solo una proposta, non un’imposizione verso la nuova cordata, che probabilmente non ha colto il senso di tutto ciò. Noi quando nel 2016 abbiamo rilevato le quote societarie, non lo abbiamo fatto a costo zero, anzi siamo andati incontro ad una situazione debitoria di circa 150 mila euro, diminuendola poi nel corso degli anni; superato tutto ciò – spiega ancora –, lo scorso settembre in seguito ad unaccertamento fiscale, sono sorte pendenzeper circa 80 mila euro relative a tributi non versati allo Stato, prodotte nelle gestioni 2013, 2014, 2015, annate in cui sappiamo da chi era gestita la società. Grazie al lavoro del nostro legale di fiducia e del nostro commercialista siamo riusciti a portare queste pendenze a 22 mila euro, di cui 7 mila sono state già pagate da questa società, nonostante appartenessero agestioni precedenti; inoltre vorrei sapere come mai qualcuno si vanta di aver lasciato la società senza debiti, quando poi nel 2016 una ditta di autotrasporti ha effettuato unpignoramento sul contributo comunale per fatture non pagate relative alla stagione14/15 e come se non bastasse questa società ha dovuto sostenere un’ulteriore spesa di mille euro, come penale da pagare in seguito a questo pignoramento, il tutto oltre alle ormai note vertenze; chi oggi parla di amore verso il Gallipoli, dimentica quando due anni fa ha negato anche unminimo contributo alla società, mentre durante la sua gestione, l’azienda caseificio Timan del signor Nico Manta che lui ieri ha anche tirato in causa e non capiamo il perché visto che ormai dimissionario, ha versato somme pari a 7.200 euro, dimostrando vero amore per i colori giallorossi, perché l’amore è questo, e non magari mandare al macello dei giovani, come avvenuto nel dicembre 2014 a Cava de’ Tirreni“.
“Oltre a tutto ciò che di negativo – continua l’ex dirigente – è stato detto sul nostro conto, mi preme sottolineare come questo sodalizio oltre alle quote societarie, era disposto a lasciare in eredità un progetto stadio dal valore di 30mila euro, oltre ad un settore giovanile con oltre120 ragazzi, cosa che a Gallipoli non esisteva da anni, il tutto acosto zero. Ripeto – conclude Della Ducata– che tutto ciò è confermato da documentazione specifica che qualora qualcuno volesse vedere sono pronto a produrre, o presentare al signor Barone in un incontro pubblico con il sottoscritto”.