A bordo dell’aereo di linea che si è schiantato in Colombia con a bordo 81 persone c’erano anche i giocatori e lo staff del Chapecoense, una squadra di calcio della Serie A brasiliana. Cinque persone sono sopravvissute allo schianto, fra cui tre giocatori del Chapecoense (Alan Ruschel, Jackson Follmann e Danilo): tutti gli altri membri della squadra, dirigenti e giocatori, sono morti. La vicenda del Chapecoense è ancora più straordinaria perché il loro non era un viaggio “normale”: la squadra stava andando a Medellin per giocare contro l’Atlético Nacional la partita di andata della finale della Coppa Sudamericana, una competizione paragonabile all’Europa League europea. Per il Chapecoense sarebbe stata una partita storica: non ha mai disputato una finale internazionale e meno di dieci anni fa giocava nella Serie D brasiliana. La CONMEBOL, la federazione che organizza la Coppa Sudamericana, ha sospeso tutte le sue attività.
In queste ore si sta parlando molto dell’incidente accaduto alla Chapecoense e alla sua storia recente, e molti calciatori e diverse squadre stanno pubblicando online le loro condoglianze.
Il Chapecoense è stato fondato nel 1973 dalla fusione di due squadre dilettantesche di Chapecó, una città nel sud del Brasile a circa 150 chilometri dal confine con l’Argentina. Il Chapecoense riuscì ad arrivare in poco tempo ai livelli più alti del calcio brasiliano: nella stagione del 1979 – in Sudamerica le stagioni calcistiche seguono l’anno solare – giocarono per la prima volta nella storia in Serie A. Negli anni successivi la squadra tornò da dove era arrivata: nei primi anni Duemila giocava nella Série D, il livello più basso del calcio professionistico brasiliano, quando cominciò una lenta risalita.
Nel 2009 il Chapecoense arrivò terzo nella Serie D, qualificandosi per la Serie C. Da allora non ha mai smesso di migliorare il risultato dell’anno precedente, negli anni seguenti arrivò settimo, quinto e infine terzo, ottenendo la promozione. Nel 2013, al primo anno di Serie B, finì al secondo posto e fu promossa. Al primo anno di Serie A arrivò 15°, l’anno dopo ancora 14°. Al momento, a una sola giornata dal termine del campionato, sono noni. Per via di questa progressione, alcuni – fra cui l’allenatore del Chapecoense, Caio Júnior – lo avevano paragonato al Leicester, la squadra inglese che l’anno scorso ha vinto a sorpresa la Premier League per la prima volta nella sua storia.
Nel Chapecoense non giocavano calciatori particolarmente famosi fuori dal Brasile. Il più famoso era probabilmente Cleber Santana, centrocampista 35enne che dal 2007 al 2010 ha giocato da riserva nell’Atletico Madrid. Il capitano della squadra – e uno dei giocatori più forti – era il difensore Rafael Lima, che ha 30 anni e giocava nel Chapecoense da quattro stagioni. Nel Chapecoense giocava anche un calciatore che per un breve periodo ha giocato in Italia: è il difensore brasiliano Filipe Machado, che nel 2009 ha disputato sette partite in Serie B con la Salernitana. Fa parte del Chapecoense anche il giovane difensore brasiliano Cláudio Winck, che l’anno scorso giocava nell’Hellas Verona (con cui ha giocato però solo in Coppa Italia, segnando un gol, e mai in Serie A): non si trovava però sull’aereo, dato che non era fra i convocati per la partita contro l’Atlético Nacional.
L’ultima partita giocata dal Chapecoense prima dell’incidente è stata quella persa per 1-0 in trasferta contro il Palmeiras, domenica 27 novembre. Poco dopo l’incidente, l’account Twitter del Chapecoense ha pubblicato un video di festeggiamenti dei giocatori: si riferiscono probabilmente alla qualificazione per la finale della Coppa Sudamericana, avvenuta giovedì 24 novembre dopo lo 0-0 contro gli argentini del San Lorenzo.
Fonte:Il POST