Serata magica a Liévin per Claudio Stecchi. L’astista azzurro salta 5,82 ed eguaglia dopo 19 anni il record italiano indoor della leggenda Giuseppe Gibilisco, suo allenatore, impazzito di gioia in tribuna nella tappa Gold del World Indoor Tour in Francia. Stecchi è secondo, battuto soltanto dal marziano svedese Armand Duplantis (6,01), e centra la qualificazione per gli Europei indoor di Istanbul (2-5 marzo). Nei 60 metri è secondo il campione olimpico Marcell Jacobs con lo stesso tempo del debutto di Lodz: anche stasera 6.57 (dopo il 6.64 della batteria) e vittoria che va al keniano Ferdinand Omanyala con 6.54. Il campione del mondo indoor tornerà in gara domenica agli Assoluti di Ancona. Buona prova per Nadia Battocletti nei 3000 metri: sesta con 8.45.32, standard per gli Euroindoor. Ancora performante nei 1500 Federico Riva, settimo con 3:37.74. Il risultato-copertina del meeting è lo stratosferico record del mondo dei 3000 indoor del siepista etiope Lamecha Girma: 7:23.81 per frantumare dopo 25 anni il primato del keniano Daniel Komen (7:24.90).

CLAUDIO NELLA STORIA – Che impresa, per Claudio Stecchi, uno di quelli che non contempla la parola ‘mollare’: record italiano indoor dell’asta, eguagliata con 5,82 (alla prima prova) la misura del suo allenatore e mito azzurro Giuseppe Gibilisco dopo 19 anni esatti (15-2-2004 a Donetsk). È lo standard per gli Euroindoor di Istanbul che ora lo attendono dal 2 al 5 marzo. Il fiorentino delle Fiamme Gialle pareggia anche il primato personale all’aperto che aveva realizzato a Chiari in un evento in piazza nel settembre del 2020. È un risultato atteso per anni, finalmente ottenuto, dopo una stagione, la scorsa, totalmente senza gare, fermo ai box per recuperare dai guai fisici che lo hanno tempestato. Ritrovata la forma migliore il finalista mondiale di Doha 2019 si ripresenta ad altissimi livelli, nel palcoscenico dell’asta dominato da Mondo Duplantis. Dopo il 5,55 di Sabadell, il 5,70 di Lodz e il 5,72 di Torun, in Francia è impeccabile, non sbaglia mai a 5,44, 5,64, 5,73 e poi a 5,82, la misura che cercava con tutte le sue forze per qualificarsi alla rassegna continentale in Turchia. E la gioia è tutta sua e di coach Gibilisco che nella veste di tecnico è stato il primo sostenitore di questo record. Il campione del mondo di Parigi 2003, bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004, esplode nell’urlo più potente quando Stecchi piazza la misura tanto aspettata. Poi, nell’ideale braccio di ferro tra Claudio e Beppe, c’è spazio anche per tre tentativi (mancati) al record italiano assoluto, posizionando l’asticella a 5,91, un centimetro in più di quanto saltò ‘Gibi’ vent’anni fa nell’indimenticabile notte di Saint-Denis. Stecchi è secondo, battuto soltanto da Duplantis, ieri ad un ‘normale’, per lui, 6,01, prima di abbandonare la gara e rinunciare all’assalto al primato del mondo. Sei metri: il sogno di tutti gli astisti. Quel sogno che ieri sera è stato un po’ meno irraggiungibile anche per l’Italia. 

“IL MIO GRAZIE A GIBILISCO” – “Non ho parole – sospira Stecchi – dopo un anno e mezzo senza gare (da Tokyo, luglio 2021, ndr) potevamo anche accontentarci di finire le indoor a 5,50 e di pensare alla stagione all’aperto. E invece, gara dopo gara, abbiamo capito che si poteva salire, e di tanto. Il 5,72 di Torun mi ha dato le sicurezze che mi servivano. E ieri, quando ho saltato 5,73 alla prima, ho capito che sarebbe arrivato il record. Gibi? L’ho visto esultare in tribuna, ho sentito il suo urlo, la sua voce. Ci siamo abbracciati e non c’era tanto da dire, soltanto un ‘grazie’: entrambi sappiamo tutte le difficoltà che abbiamo affrontato in questi ultimi due anni”. A partire dall’operazione del novembre 2021 per un’ernia inguinale, e proseguendo con i problemi accusati ad entrambi i tendini d’Achille nei primi mesi del 2022. “Abbiamo ripreso ad allenarci soltanto nel settembre dello scorso anno – continua il 31enne – prima a Siracusa e poi a Castelporziano (Roma, ndr). Non ho mai pensato di smettere ma certamente uno stop così lungo non aiuta. Quindi ho capito che, ricominciando, dovevo cambiare qualcosa. E abbiamo modificato la tecnica di rincorsa: prima partivo da fermo, ho saltato così dai 15 ai 30 anni, e invece abbiamo introdotto un pre-avvio. I risultati per ora ci danno ragione”. 

SOLO DUPLANTIS MEGLIO – Ieri sera per la prima volta ha dato l’assalto a 5,91, misura mai provata in precedenza: “Peccato per quel terzo tentativo, ero sopra l’asticella di qualche centimetro e ci sono ricascato sopra, mi è mancato soltanto un po’ di dinamismo. Certamente ci riproverò. Non agli Assoluti indoor di domenica ad Ancona ai quali a questo punto rinuncio, sicuramente agli Euroindoor di Istanbul”. È un secondo posto di prestigio nella tappa Gold del World Indoor Tour, massimo circuito mondiale: “Duplantis è imbattibile – aggiunge Stecchi – ma che soddisfazione essere secondo e aver superato i più forti del momento, tutta gente che macina gare da anni”. Nell’ordine: l’australiano Kurtis Marschall, lo statunitense Jacob Wooten, l’altro Usa Chris Nilsen, tutti a 5,82 ma non alla prima prova a differenza dell’azzurro. “Mi dà tanta fiducia e felicità. I sei metri? Sì, adesso sono un po’ meno lontani…”

JACOBS: “SI IMPARA DALLE SCONFITTE” – Sui 60 metri non perdeva da due anni: l’ultima volta era accaduto il 12 febbraio 2021 a Lodz. Da allora, se si fa eccezione per la falsa partenza del meeting di Belgrado 2022, sono arrivate venti vittorie consecutive tra batterie e finali, compreso il primo turno di stasera (in 6.64). In finale però Marcell Jacobs (Fiamme Oro) deve cedere al keniano Ferdinand Omanyala che gli resta davanti con il tempo di 6.54, tre centesimi meglio del suo 6.57, stesso crono del debutto di undici giorni fa a Lodz. Il campione olimpico di Tokyo non riesce a sprigionare tutti i cavalli del suo motore nella fase lanciata e deve accontentarsi della seconda piazza, davanti all’ivoriano Arthur Cissé (6.59), allo slovacco Jan Volko (6.66), all’estone Karl Eric Nazarov (6.69). Domenica, in chiave Europei indoor di Istanbul, c’è subito l’opportunità di ingranare la marcia agli Assoluti di Ancona. “Si impara anche dalle sconfitte, non è la prima volta. Da domani mi rimetto a testa bassa a lavorare sulle cose che vanno corrette, come del resto ho fatto finora. Voglio affrontare al meglio i prossimi appuntamenti. Complimenti a Omanyala, ci incontreremo di nuovo…”, il commento di Jacobs diffuso dopo la gara dal suo staff.

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